Il-Trafiletto
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15/03/14

Primitivi accoppiamenti, amori fugaci, Dna nuovo

Cosa non si scopre a proposito dei nostri antenati! Ci fu un tempo in cui Homo sapiens sposandosi dall'Africa incontrò altre due specie di ominidi mescolarono allegramente il loro DNA con gli altri.  E questa promiscuità a cosa ha portato? Gli studiosi hanno fatto scoperte interessanti in merito. L'Homo sapiens si concesse storie d'amore sia con l'uomo di Neanderthal e che con l'uomo di Denisova.
Si potrebbero definire “storie fugaci, di amori rapaci”, forse un ratto delle Sabine della preistoria. Usciti dall'Africa, circa 65.000 anni fa, i nostri antenati Homo sapiens incontrarono almeno altre due specie dello stesso genere. Nonostante quello che pensano i teorici della “purezza della razza”, i sapiens non persero occasione per accoppiarsi con i veri padroni del territorio – prima di conquistare tutto il mondo.
Uomini primitivi

Non furono certo episodi isolati, se una parte dei geni delle altre specie è ancora visibile nel nostro genoma. Promiscui. Gli altri uomini con cui i nostri bis-bis nonni hanno avuto storie d'amore sono il nostro primo cugino, l'uomo di Neanderthal e l'uomo di Denisova. Se per il Neanderthal ci sono parecchi scheletri, per l'uomo di Denisova (che prende il nome dalla grotta nell'Asia centro occidentale dove sono stati trovati i fossili) gli unici frammenti trovati sono la falange di un dito e un dente: nonostante le difficoltà, è stato possibile scrutare all'interno del patrimonio genetico di entrambe le specie e confrontarle con quello dell'uomo moderno. In particolare un folto gruppo di studiosi proveniente da tutto il mondo ha cercato di capire se gli amori dei tre uomini avessero lasciato nella nostra specie qualche pezzetto utile alla sopravvivenza. E hanno studiato in particolare un gruppo di geni chiamato Hla (Human leukocyte antigen) che ha il compito importantissimo di creare proteine che riconoscono e distruggono i germi. L'analisi ha portato a più di una sorpresa: per esempio che una variante di uno di questi geni, HLA-B*73, è rara nell'Africa attuale ma presente nelle popolazioni dell'Asia occidentale (proprio dove si pensa ci siano statigli incontri di uomini e denisoviani). Un altro gene, che si chiama HLA-A*11, rappresenta il 64% delle varianti in Asia orientale e Oceania. Negli europei si trovano invece pezzetti di patrimonio genetico dei neanderthaliani, perché è proprio in Europa e in Asia orientale che le due specie si sono sono “incontrate”. Cosa ne deducono i genetisti? Che gli accoppiamenti con neanderthaliani e denisoviani hanno introdotto nel nostro Dna geni diversi da quelli presenti in Africa, che ci hanno aiutato a combattere i nuovi parassiti che abbiamo incontrato uscendo dalla nostra culla.

05/12/13

Alla ricerca del più antico Dna umano!

Ricerca che ti ricerca, scavando un pò qui e poi li, i solitari Neanderthaliani paiono essere sempre più soli! Questo è quanto viene fuori dall'analisi del Dna di questi ultimi: se soltanto qualche tempo fa eravamo giunti a raccontare come fosse stata rimessa in discussione l'ipotesi dell'origine unica, in base alla quale l’Homo sapiens si sarebbe dato origine da una singolare specie dalle origini Africane, una nuova teoria in merito, risultato di nuovo studio, pubblicato oggi su Nature, fa si che i Neanderthal siano sempre più lontani perfino dagli ominidi spagnoli più antichi, vissuti all’incirca 400mila anni fa, che sarebbero invece molto più accostabili al gruppo eurasiatico dei Denisovan.
Matthias Meyer e comapagni, infatti, hanno pensato bene di estrarre il Dna mitocondriale (ovvero quello che si eredita solo per linea materna) dal femore di un ominide rinvenuto a Sima de los Huesos (cioè Cava delle ossa), una sorta di cava sotterranea nella Sierra de Atapuerca, nel nord della Spagna. Si tratta del Dna più antico mai rinvenuto ad oggi.
Dna umano più antico

Gli scienziati sono riusciti nell’intento di ricostruire il genoma mitocondriale quasi completo dell'individuo, ipotizzando di trovare diversi tratti comuni con i Neanderthal: “I fossili di Sima de los Huesos hanno proprietà simili a quelle dei Neanderthal”, si nota nello studio, “per esempio, rispetto alla morfologia dentale, mandibolare, medio-facciale, sopraorbitale e occipitale”.
Eppure, a quanto pare, non è proprio così: i ricercatori non sono riusciti a trovare alcun antenato comune tra l'ominide spagnolo e i nostri cugini.

Al contrario, hanno scoperto parecchie somiglianze con l'Homo di Denisova, identificato nel 2010 basandosi su sequenze di Dna ricavate da una falange e un molare portati alla luce nella Siberia del sud. “Basandoci sull'analisi del loro genoma nucelare”, raccontano ancora gli scienziati, “sappiamo che si tratta di un gruppo sorella [sister] dei Neanderthal”.

C'è da dire, comunque, che il Dna mitocondriale degli esseri umani moderni ha un antenato comune più recente con i Neanderthal che non con i Denisovan, il che potrebbe essere dovuto “a un flusso di geni arrivati ai Denisovan da un altro gruppo arcaico”.In ogni caso, per spiegare la scoperta, i ricercatori ipotizzano diversi scenari evolutivi.
“Anzitutto, gli ominidi di Sima de los Hueses potrebbero essere strettamente imparentati con i progenitori dei Denisovan”, anche se la presenza di quest'ultimi nella regione indicherebbe un loro spostamento spaziale non suffragato da altri ritrovamenti.

È anche possibile, però, che “gli ominidi spagnoli rappresentino un gruppo distinto sia da Denisovan che da Neanderthal, e che abbiano dato più tardi il loro contributo genetico ai primi”. O, ancora, potrebbe essere che “un flusso di geni abbia portato il Dna mitocondriale simile a quello dei Denisovan nella popolazione di Sima de los Hueses o nei suoi antenati”. Per capirlo, saranno necessarie ulteriori analisi e, magari nuove scoperte. E la cava potrebbe rivelarsi estremamente interessante: Sima de los Huesos ha custodito la più grande collezione al mondo di fossili del medio Pleistocene – 28 individui in totale – e quindi potrebbero essere possibili nuove estrazioni di Dna.
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