Il-Trafiletto
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25/02/14

Il male nascosto tra gli scomparsi

La scorsa settimana vi ho lasciato con l'enigma di chi fosse l'altro concorrente di Hannibal Lecter oltre a Beauty Killer. Vi do un indizio: vi ho già parlato di questo autore riferendomi a lui come una piacevole eccezione alla regola. Ancora niente? Se vi dico che è italiano?

Va bene, sto parlando di Donato Carrisi e del suo L'ipotesi del male. Non è esattamente un concorrente dei due autori di cui vi ho parlato la scorsa settimana, perché nel caso di Carrisi le regole del gioco sono leggermente differenti, però mi sembra giusto metterlo, se non proprio allo stesso livello, almeno nello stesso calderone.

Con Il suggeritore l'autore ci aveva aperto le porte del suo mondo ignoto, in cui il limite tra bene e male è talmente labile da rendere difficile distinguerli. Ne L'ipotesi del male, Carrisi scende ancora più in profondità, parlandoci ancora di Mila, decisa a nascondersi nel Limbo, la sezione della polizia dedicata alle persone scomparse: “Vivi che non sanno di essere vivi. E morti che non possono morire”. L'intento di Mila però si infrange quando viene richiesta nuovamente la sua collaborazione. Delle persone scomparse da anni, hanno deciso di tornare e di uccidere. Perché sono scomparse? E perché sono tornate per uccidere? Queste sono le domande a cui Mila deve rispondere, scavando nelle profondità del male, in oscurità dalla quale Mila sembra essere attratta più di chiunque altro.
L'ipotesi del male

Vi starete chiedendo perché abbia deciso di mettere Carrisi insieme ad Harris e alla Cain, qui non c'è un vero serial killer, personaggio e protagonista della vicenda. Non è del tutto vero, perché un serial killer c'è. Carrisi ce ne aveva parlato nel romanzo precedente, definendolo semplicemente un suggeritore. In questo secondo romanzo questo misterioso personaggio che agisce nell'ombra è ancora presente, tira i fili e manovra i suoi burattini con diabolica abilità.

Con L'ipotesi del male, Carrisi riconferma il suo stile narrativo, fatto di luoghi senza nome e ambientazioni cupe. Una Mila che sembra scivolare sempre più nell'oscurità, affiancata da personaggi anch'essi al limite dell'oscurità del male.

La trama si presenta avvincente e ben strutturata, con Carrisi che pone il lettore di fronte alla questione di quegli individui che decidono di scomparire, senza lasciare nessuna traccia di sé. Raramente gli autori parlano di questi individui, sviscerando la tematica e fermandosi a chiedersi le ragioni della loro scomparsa o dove mai possano essere andati questi individui qualora decidano di tornare. A Carrisi va dato il merito di averci provato e di aver costruito una storia di tutto il rispetto che può, ancora una volta, fare concorrenza ai romanzieri d'oltreoceano.
Donato Carrisi

Mentre vi raccontavo la trama, probabilmente a più di qualcuno sarà venuta in mente la serie tv The Following, con la sua dinamica del suggeritore, dei manipolati che commettono omicidi e dell'ex agente dell'FBI che tenta di fermare i piani del serial killer. Non è un caso che ci siano delle somiglianze, in effetti la serie tv prende proprio ispirazione dal libro di Carrisi. Dico ispirato, perché ovviamente la somiglianza si ferma alla figura del suggeritore, ma è comunque meglio di niente: per una volta siamo noi italiani ad ispirare gli americani.

Se però pensate che la mia digressione sul monto criminale della letteratura sia terminata, vi sbagliate, ho ancora un autore di cui parlarvi, che merita di essere gettato nel calderone. Di chi si tratta? Dovrete attendere il prossimo appuntamento con la mia rubrica per saperlo.

21/01/14

Le eccezioni e le radici del male

Chi è appassionato lo sa: il thriller è un genere in cui gli americani la fanno da padroni. Negli ultimi tempi però anche autori di altri paesi hanno cominciato a minare questo primato indiscusso. E gli italiani? Gli autori italiani non sono mai riusciti del tutto a sfondare in questo genere, preferendo altre correnti letterarie in cui si sentivano più ferrati. Per nostra fortuna però esistono delle eccezioni.

L'eccezione di cui vi parlerò oggi è un libro uscito in Italia nel 2009, rimanendo in classifica per più di 30 settimane. Pubblicato in 26 paesi ha superato il milione di copie vendute. Il libro si intitola Il suggeritore e l'autore è Donato Carrisi.

Il suggeritore
In questo suo romanzo d'esordio Carrisi ci porta in un luogo remoto ed isolato in cui vengono ritrovati i resti (il solo braccio sinistro) di sei bambine. Ad indagare sul caso viene chiamato il dottor Goran Gavila e la sua squadra specializzata nel catturare il serial killer, questo perché nessuno nutre dubbi sul fatto che ad agire sia proprio un serial killer che rapisce delle bambine innocenti, le uccide e poi ne asporta il braccio sinistro. Giunto sul luogo del ritrovamento il dottor Gavila si trova però ad affrontare un problema: secondo le denunce di scomparsa solo cinque bambine sono state rapite, ma il serial killer ha lasciato sei braccia, per di più il sesto braccio è stato asportato quando la vittima era ancora in vita. Per capire chi sia questa bambina di cui non è stata denunciata la scomparsa, alla squadra di Gavila verrà affiancata Mila Vasquez, un’investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse. Ma è proprio con l'arrivo della donna che il killer alza la posta in gioco, cominciando a seminare indizi e prove per condurre la squadra verso altri colpevoli ed omicidi, svelando come il male possa nascondersi anche nei luoghi più inaspettati, compresa la squadra del dottor Gavila.

Il Male alle volte ci inganna, assumendo la forma più semplice delle cose.”

Il tema con cui Carrisi decide di esordire è quanto mai ostico e delicato, in quanto tratta la scomparsa e l'omicidio di bambine. Carrisi però riesce a destreggiarsi molto bene realizzando una trama ben strutturata in cui le vicende prettamente investigative e i colpi di scena vengono abilmente alternate. L'autore poi decide di inserire, qua e là, anche alcune nozioni di criminologia, ma lo fa con tale naturalezza e integrandole così bene nella storia da non pesare sulla trama di per sé importante.

Donato Carrisi
Peculiarità di questo romanzo è il fatto che l'autore, durante la narrazione, non nomini mai il nome della città in cui si svolgono le vicende. Un luogo qualunque, senza nome, che potrebbe essere accanto al lettore oppure all'altro capo del mondo. Tale mancanza geografica però non penalizza affatto la trama, anzi gli dona qualcosa in più.

In generale la narrazione è scorrevole, in alcuni punti sembra incepparsi su se stessa, ma non ci si fa più caso quando il romanzo entra nel vivo, e comunque considerato il fatto che Carrisi è al suo primo libro, la cosa è abbastanza naturale. I personaggi sono ambivalenti, come a voler far capire che nessuno è realmente buono o cattivo ma è tutta una questione di scelte.

Perché è dal buio che vengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare.”

Sul finale, di cui ovviamente non svelerò niente, c'è da dire che lascia piacevolmente sbalorditi e anche increduli. Ci sarà sicuramente qualche lettore a cui non sarà piaciuto (o piacerà se deciderà di leggerlo), perché magari inverosimile o forzato, io personalmente devo dire è il degno finale di un ottimo libro.

Volendo quindi tirare le somme su Il suggeritore, devo dire che Carrisi è un autore che vale la pena leggere e seguire, e se ve lo dice una lettrice che solitamente snobba gli autori italiani...
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