Chi è appassionato lo
sa: il thriller è un genere in cui gli americani la fanno da
padroni. Negli ultimi tempi però anche autori di altri paesi hanno
cominciato a minare questo primato indiscusso. E gli italiani? Gli
autori italiani non sono mai riusciti del tutto a sfondare in questo
genere, preferendo altre correnti letterarie in cui si sentivano più
ferrati. Per nostra fortuna però esistono delle eccezioni.
L'eccezione di cui vi
parlerò oggi è un libro uscito in Italia nel 2009, rimanendo
in classifica per più di 30 settimane. Pubblicato in 26 paesi ha
superato il milione di copie vendute. Il libro si intitola Il
suggeritore
e l'autore è Donato
Carrisi.
Il suggeritore |
In
questo suo romanzo d'esordio Carrisi
ci porta in un luogo remoto ed isolato in cui vengono ritrovati i
resti (il solo braccio sinistro) di sei bambine. Ad indagare sul caso
viene chiamato il dottor Goran Gavila e la sua squadra specializzata
nel catturare il serial killer, questo perché nessuno nutre dubbi sul
fatto che ad agire sia proprio un serial killer che rapisce delle
bambine innocenti, le uccide e poi ne asporta il braccio sinistro.
Giunto sul luogo del ritrovamento il dottor Gavila si trova però ad
affrontare un problema: secondo le denunce di scomparsa solo cinque
bambine sono state rapite, ma il serial killer ha lasciato sei
braccia, per di più il sesto braccio è stato asportato quando la
vittima era ancora in vita. Per capire chi sia questa bambina di cui
non è stata denunciata la scomparsa, alla squadra di Gavila verrà
affiancata Mila Vasquez, un’investigatrice specializzata nella
caccia alle persone scomparse. Ma è proprio con l'arrivo della donna
che il killer alza la posta in gioco, cominciando a seminare indizi e
prove per condurre la squadra verso altri colpevoli ed omicidi,
svelando come il male possa nascondersi anche nei luoghi più
inaspettati, compresa la squadra del dottor Gavila.
“Il Male alle volte ci inganna, assumendo la
forma più semplice delle cose.”
Il
tema con cui Carrisi
decide di esordire è quanto mai ostico e delicato, in quanto tratta
la scomparsa e l'omicidio di bambine. Carrisi
però riesce a destreggiarsi molto bene realizzando una trama ben
strutturata in cui le vicende prettamente investigative e i colpi di
scena vengono abilmente alternate. L'autore poi decide di inserire,
qua e là, anche alcune nozioni di criminologia, ma lo fa con tale
naturalezza e integrandole così bene nella storia da non pesare
sulla trama di per sé importante.
Donato Carrisi |
Peculiarità
di questo romanzo è il fatto che l'autore, durante la narrazione,
non nomini mai il nome della città in cui si svolgono le vicende. Un
luogo qualunque, senza nome, che potrebbe essere accanto al lettore
oppure all'altro capo del mondo. Tale mancanza geografica però non
penalizza affatto la trama, anzi gli dona qualcosa in più.
In
generale la narrazione è scorrevole, in alcuni punti sembra
incepparsi su se stessa, ma non ci si fa più caso quando il romanzo
entra nel vivo, e comunque considerato il fatto che Carrisi è al suo
primo libro, la cosa è abbastanza naturale. I personaggi sono
ambivalenti, come a voler far capire che nessuno è realmente buono o
cattivo ma è tutta una questione di scelte.
“Perché è dal buio che vengo. Ed è al buio
che ogni tanto devo ritornare.”
Sul
finale, di cui ovviamente non svelerò niente, c'è da dire che
lascia piacevolmente sbalorditi e anche increduli. Ci sarà
sicuramente qualche lettore a cui non sarà piaciuto (o piacerà se
deciderà di leggerlo), perché magari inverosimile o forzato, io
personalmente devo dire è il degno finale di un ottimo libro.
Volendo
quindi tirare le somme su Il
suggeritore,
devo dire che Carrisi
è un autore che vale la pena leggere e seguire, e se ve lo dice una lettrice che solitamente snobba gli autori italiani...