SUONI ERRANTI
Strada chiara di polvere pregna
Strada grigia colma d'acqua
Lungo cammino sotto le stelle
Appare la luce e ancora passi.
Spingi con lentezza un organino
un piccolo affetto t'accompagna.
Poi tante e tante case
Ogni finestra un affanno
Ogni porta una pena.
Le gioie rare come quadrifogli.
La tua scatola è ferma
e poi come incanto:
tanti suoni colorati
entrano nei cuori grigi.
Un sorriso, una luce,
le finestre s'illuminano:
il tuo cuore esulta
allunghi la mano
per cogliere le loro primizie
e ciò ti fa ricco.
Esci dalla città per ricominciare,
nella tua anima non c'è più posto:
è un sacco pieno di felicità.
Il muso dell'amico sembra capire
e tutti e due carichi di gioie
affrontate la via come farfalle.
Arialdo Leoni
CORAGGIO SENZA ARTIGLI
di Pat Kinnaman
"Sono finalmente a casa dopo un anno passato in ospedale. Dovrei sentirmi grata e felice, invece mi trovo depressa e piena di paure. La mia mente continua a farmi ricordare quella fatale mattina invernale quando la mia auto andò fuori strada. I chirurghi mi hanno sistemato la schiena rotta con un osso di mucca ancorato con viti di alluminio. Ho di nuovo l'uso delle braccia, ma la distruzione di parte dei miei nervi mi ha lasciato le gambe senza vita e gli organi addominali hanno avuto qualche danno. I terapisti mi hanno insegnato ad usare le stampelle e gli urologhi stanno facendo miracoli per il mio intestino e per la mia vescica. A casa però mi sento persa perché non ho più un campanello da suonare per chiedere aiuto.Sono sola e ho paura. I vicini fanno di tutto per aiutarmi, e mia madre sta con me molte ore, ma poi c'è la solitudine e il non sapere cosa fare, eccetto pensare, pensare ... E la gente attorno che non capisce, che non apprezza la grande fortuna di possedere gambe che possono portarli dove vogliono. Prima dell'incidente ero una persona molto attiva e sportiva. Ora tutto è crollato. Mio marito, il mio lavoro tutto se n'è andato, e presto dovrò anche lasciare questa casa. Allison, la mia figlia minore aveva 3 anni quando ebbi l'incidente e ora quasi non mi riconosce. Rosanne, sua sorella, è in collegio e sembra avermi dimenticata. Una tristissima situazione, ma sono viva e, eccetto per alcuni spasmi muscolari, non ho più grandi dolori. Cerco di credere in Dio e di ringraziarlo per avermi lasciata vivere. Gli chiedo coraggio e recito nella mente il versetto del Vangelo di Marco: "lo credo; sovvieni alla mia incredulità" (9:24).Sono a casa mia, ma i medici non mi permettono di togliermi la gabbia di metallo che mi serra dal collo al ventre. La dovrò portare per anni. Dovrei anche tentare di camminare un poco con le stampelle per tenere il corpo in movimento, ma non ho volontà. Rimando tutto al domani. Un penoso domani".
Ho scritto questa pagina dopo pochi giorni che mi trovavo a casa, in un momento in cui mi sentivo sola e depressa. Poi una sera di molti mesi fa, mentre stavo guardando Allison giocare, arrivò mia sorella Joyce. Mi ha portato un grosso gatto siamese e me lo ha deposto in grembo. Era troppo grosso e il suo muso nero mi ha fatto quasi paura. Joyce disse: "Questo è Tom Katte ha bisogno di una casa. Non ha più artigli e gli mancano quasi tutti i denti. Deve avere più di l0 anni. Il suo padrone lo vuol far uccidere, ma io ho pensato che potrebbe far compagnia a te".
"No" - esplosi - "Non posso avere gatti da seguire e non mi piacciono i gatti siamesi. Sono meschini e distruttivi". Il gatto mi guardò con i suoi occhi azzurri e corse via. Andò ad adagiarsi su di una sedia e cominciò a leccarsi.
Joyce fu persuasiva: "Lascia che Tom Katt stia qui per qualche giorno finché gli trovo una casa. Ha un ottimo pedigree, ma anche i gatti nobili possono soffrire per la solitudine". Il giorno dopo, mentre stavo ancora nel mio letto ortopedico e pregavo Dio che mi desse coraggio, sentii la porta aprirsi e Tom Katt saltò sul mio letto e si mise a sedere sul mio seno. I suoi occhi chiari mi guardarono, intensamente. Lo accarezzai e il gatto posò una zampa senza artigli sulla mia guancia, come per accarezzarmi. Mi fece un tale bene quel gesto che cominciai a lacrimare di commozione. Tom Katt andò a sedersi in fondo al letto, sulle mie gambe senza vita, e da quel momento non mi abbandonò più, né io pensai più di liberarmene. Il giorno dopo mia madre cercò di scacciarlo dal mio letto, ma il gatto rifiutò di lasciarmi. Ogni tanto Tom Katt mi saliva in grembo e si allungava per accarezzarmi con la sua morbida zampa, e tutte le volte questo gesto mi infondeva un grande coraggio. Cominciai ad alzarmi per fare colazione in cucina e a portarmi con la carrozzella in giardino per leggere il giornale all' aria aperta. Tom Katt stava sotto la mia sedia a rotelle e quando gli parlavo mi rispondeva con i suoi rassicuranti miagolii.
Venne l'estate e Tom Katt diventò inquieto. Mi saltava in grembo e poi subito saltava a terra, si allontanava un poco da me e si voltava a guardarmi. Era come se mi invitasse a camminare. Quello che i medici volevano da me inutilmente. Poi un giorno Tom Katt uscì dal giardino e andò a mettersi nel mezzo della strada, indifferente alle automobili che passavano, come se volesse sfidare il traffico. Lo chiamai, ma egli non si mosse. Perciò presi le mie stampelle e andai in mezzo alla strada per prenderlo. Tom Katt lasciò la strada ma cominciò a camminare lentamente lungo il marciapiede. Lo seguii per almeno 100 metri ed ero orgogliosa di essere riuscita a camminare tanto. Poi Tom Katt ritornò verso casa e io lo seguii. Compresi che era il gatto che voleva che io camminassi. Da quel giorno tutte le mattine io e Tom facciamo una passeggiata lungo il marciapiede. Ogni giorno una passeggiata più lunga: mi è tornata la speranza e ho tanto coraggio.
Giorni fa mi sono messa a cantare per la gioia perché ero giunta alla fine del mio marciapiede. Tom Katt mi guardò male e io allora recitai i versetti della Bibbia: " ... poiché cammino per fede e non per visione" (Corinzi 5:7); "Nel giorno in cui temerò, io confiderò in te" (Salmi 56:3); e "lo posso ogni cosa in Colui che mi fortifica" (Filippesi 4:13). Mentre recitavo forte questi versetti (benedetta quella suora che mi impose di impararli a memoria) Tom Katt marciava davanti a me, con la coda diritta, approvando. A tratti si voltava per vedere come ce la facevo con le mie stampelle e miagolava il suo consenso. Poi venne l'inverno e fui costretta a interrompere le mie passeggiate con Tom. Ma l'orizzonte della mia vita si era aperto. Mi era stata consegnata un'auto con i controlli adatti al mio stato e venne il giorno che, con Tom sulla mia spalla, guidai l'auto fino alla chiesa. Al ritorno ci fermammo in un bar per mangiare un dolce, che Tom Katt gustò molto. Mi sentivo ridiventata padrona di me stessa.
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Tom Katt |
Senza artigli e senza denti Tom Katt mi insegnò ad avere coraggio. Quante volte ho pianto di gratitudine pensato al comportamento di Tom quel giorno. Ho camminato lungo la mia personale "valle delle ombre", secondo gli sconosciuti piani della vita, e Tom Katt non fu per me solo un gatto, fu l'amore di Dio che lavorò nella mia anima. "lo ho cercato l'Eterno, ed egli mi ha risposto e mi ha liberato da tutte le mie paure" (Salmi 34:4).
Da "UNITY", luglio 1985, la rivista mensile della Unity School ofChristianity, Unity Village, MO 64065, USA.