Il tutto pare almeno in parte trovare fondamento per quel che riguarda il cosiddetto orecchio assoluto, ovvero la capacità di identificare note musicali senza ascoltare nessun suono di riferimento. I ricercatori, infatti, hanno dimostrato che la somministrazione di un farmaco, l'acido valproico, pare sia in grado di riaprire il periodo critico di apprendimento, cioè quel periodo in cui si è in grado di acquisire l'abilità di riconoscere le note. Basandosi sui risultati ottenuti in studi condotti a partire dalla fine degli anni '60 si è rafforzata l'idea che l'orecchio assoluto non sia innato, ma piuttosto che a giocare un ruolo fondamentale sia l'educazione musicale compiuta in età precoce: fra i 4 e i 6 anni, infatti, gli esseri umani sono particolarmente predisposti all'acquisizione di questa capacità.
Pillola per apprendimento |
È un'età caratterizzata da una spiccata plasticità sinaptica, cioè da una grande capacità di modificare le connessioni neuronali – le cosiddette sinapsi –, eliminandone alcune e instaurandone di nuove. Finora, tuttavia, si credeva che non fosse possibile acquisire l'orecchio assoluto una volta superato questo periodo critico. Gli scienziati, come si legge su Frontiers in Systems Neuroscience, sono invece riusciti a mostrare che un farmaco può indurre l'abilità di distinguere le note anche in soggetti più in avanti con gli anni. Nel loro esperimento, i ricercatori hanno somministrato gradualmente dell'acido valproico ad alcuni volontari e poi hanno fatto loro ascoltare dodici toni musicali.
Successivamente, i soggetti hanno effettuato degli esercizi di "allenamento" e infine un test di riconoscimento delle note, in cui hanno conseguito risultati migliori rispetto al gruppo di controllo che aveva assunto un placebo. Sebbene non sia ancora disponibile una descrizione dettagliata del meccanismo fisiologico alla base dell'effetto, secondo gli scienziati sarebbe dovuto all'azione di un enzima dell'acido valproico, l'istone deacetilasi, che già in precedenti esperimenti aveva mostrato benefici nei topi affetti da ambliopia, un disturbo della vista.
La possibilità di agire farmacologicamente sulla plasticità sinaptica e migliorare così le risposte percettive e cognitive tramite l'allenamento, secondo gli scienziati, potrà trovare applicazioni nel trattamento delle malattie neuro-degenerative. E forse, in un prossimo futuro, con la combinazione giusta di farmaci e apprendimento potremo, come Eddie Morra in The Dark Fields, imparare nuove lingue in un lampo, trovare ispirazione per la scrittura, diventare geni della finanza.