Il vaccino anti tubercolosi, pare possa essere in grado di debellare anche la sclerosi multipla (Sm)! Questo è quanto ne risulta a seguito di uno studio italiano, supervisionato dai ricercatori della Sapienza Università di Roma, e reso pubblico sulle pagine della rivista Neurology.
Sembrerebbe infatti che inoculando con il vaccino anti tbc, un paziente nelle primissime fasi della malattia, sarebbe meno soggetto alla probabilità di sviluppare la sindrome in stadio avanzato. Nonostante la scoperta di tale effetto però, siamo ancora in una fase di sperimentazione che porterebbe ad un'applicazione clinica della scoperta ancora lontana.
Lo studio ha impiegato 73 persone nella fase di malattia definita Sindrome Clinicamente Isolata (meglio conosciuta come Cis), ovvero, pazienti che avevano già sperimentato soltanto un primo episodio indicativo di Sm, con sintomi come sensazione di intorpidimento, problemi di vista o problemi di equilibrio, e una risonanza magnetica che evidenziava lesioni tipiche della sclerosi multipla. Di norma, più o meno la metà di questi pazienti, sviluppa la malattia clinicamente definita, nell’arco di due anni, mentre soltanto il 10% non presenta più problemi collegati alla Sm.
Vaccino anti Tbc contro Sm |
Dopo i primi sei mesi, le persone che avevano ricevuto il vaccino presentavano già un minor numero di lesioni infiammatorie alla risonanza magnetica cerebrale rispetto al placebo, con tre lesioni per i vaccinati e sette per i non vaccinati. Arrivati alla fine dello studio, il 58% dei vaccinati non aveva sviluppato la SM, rispetto al 30% di coloro che avevano ricevuto il placebo.
“Questi risultati sono promettenti, ma si deve fare molta più ricerca per conoscere meglio gli effetti a lungo termine di questo vaccino vivo”, spiega Giovanni Ristori, ricercatore della Sapienza Università di Roma che ha coordinato lo studio. “È presto quindi perché i medici inizino a utilizzare questo vaccino per trattare la sclerosi multipla o la sindrome clinicamente isolata”.
Come mai un vaccino contro la tubercolosi risulta efficace anche nel prevenire una malattia completamente diversa? Secondo Dennis Bourdette, dell’Università Oregon Health & Science di Portland, che ha scritto un editoriale di accompagnamento allo studio, i risultati supportano la cosiddetta “ipotesi igienica”. Secondo questa teoria, la migliore igiene e l'uso di disinfettanti e antibiotici nei paesi più avanzati potrebbero compromettere il corretto sviluppo del sistema immunitario, causando l’aumento di incidenza di sclerosi multipla e altre malattie del sistema immunitario che si registra in Nord America e in gran parte dell'Europa. L'esposizione ai microbi (come il batterio inattivato contenuto nel vaccino per la tubercolosi) potrebbe ridurre il rischio di queste malattie, “istruendo” il sistema immunitario.