07/12/13

Tra virus di tipo A e quello di tipo B ecco cosa fare con l’influenza stagionale!

L’aspettavamo ormai da tempo ed è arrivata: l’influenza stagionale si è fatta viva, con l’isolamento, annunciato soltanto pochi giorni fa, del primo dei tre virus influenzali che caratterizzeranno la stagione influenzale che attraverseremo, il principale in termini di capacità diffusiva. Il virus a cui si fa riferimento è di tipo A, sottotipo H3N2, cui presto si aggregheranno l’H1N1 (il responsabile della pandemia del 2009, ora declassato a virus stagionale) e un virus del Massachusetts, di tipo B. “Le previsioni di inizio della nuova stagione influenzale sono quindi confermate”, commenta a Wired.it Fabrizio Pregliasco del dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano, “dai primi casi isolati passano in genere dalle 4 alle 6 settimane per l’inizio della vera e propria epidemia. È ragionevole credere che da Natale in poi ci sarà un crescendo nel numero di influenzati, fino a raggiungere un picco nell’arco del mese di gennaio”.
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Influenza 2013/14
Quanti saranno gli allettati quest’anno dell’influenza? Circa 4-4,5 milioni di italiani secondo Pregliasco, anche se dire con certezza quel che sarà dell’influenza che verrà è difficile, perché così proprio come il tempo, questa è imprevedibile. Anzi dipende essa stessa dalle condizioni meteorologiche, dalle temperature in particolare: più freddo farà maggiori saranno i casi, perché il virus influenzale trae vantaggio dal freddo, spiega il ricercatore. E non è difficile da capire: più farà freddo, più staremo al chiuso con maggiore probabilità di scambi, di passaggio delle infezioni.

La buona notizia è che ci si può ancora vaccinare, “dal momento che la vaccinazioneprotezione dopo dieci giorni, e considerato che da Natale in poi assisteremo a un crescendo dei casi”, continua Pregliasco. Ma una volta caduti vittime di nasi colanti e acciacchi diffusi, come si è certi di avere l’influenza e non un banale raffreddore? E come intervenire?

“La vera influenza è diversa da una manifestazione di disturbo respiratorio generale, per la presenza contemporanea di tre caratteristiche: sensazione di spossatezza, stanchezza; febbre elevata sopra i 38 gradi e sintomi respiratori come naso chiuso”, precisa il ricercatore, “L’influenza comunque non deve restare preoccupazione, si tratta di un disturbo banale se vogliamo ma da non sottovalutare al tempo stesso perché in una percentuale di casi, nelle persone più fragili, può portare delle complicanze, come indebolimento della funzione cardiaca e di quella respiratoria”. Per questo, nei soggetti a rischio – a differenza della popolazione generale che può ricorrere solo a farmaci per il trattamento della sintomatologia influenzale, su consiglio del farmacista e operando in regime di automedicazione responsabile – è consigliabile anche la somministrazione di antivirali. Certo è poi che per tutti se i sintomi dopo tre/quattro giorni rimangono meglio rivolgersi al medico.


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