Questa Juve, questi numeri dicono che questa squadra è da temere, nel caso qualcuno pensasse diversamente. Poche occasioni si registrano nel primo tempo, quasi niente. La Juventus non pare dannarsi verso il goal: lavora a centrocampo, cerca spazi, ma senza sprecarsi troppo. Il Livorno si difende molto, e anche bene: con Emerson a metà campo che vigila la zona-Pirlo, Luci che arretra la posizione sul centrodestra e Mbaye che si aggiunge a riparare la zona sinistra. C'è molto agonismo, poco spazio per far brillare il talento dei bianconeri e il tempo passa senza che intorno a Bardi (tantomeno a Buffon) accada qualcosa.
Livorno-Juventus 0-2 |
Col solo Emeghara lanciato verso difficili opzioni di contropiede, non è facile trovare spazi nella inedita difesa juventina, con Vidal a presidio: gli slanci dell'attaccante livornese finiscono male e Buffon limita il suo lavoro a sguardi e inviti di competenza. Mai parate. Due tiri di Emeghara finiscono ben oltre pali e traversa. E sul finire del primo tempo c'è Asamoah che fa tutto lui: palla, scatto, dribbling e tiro in diagonale: Bardi devia, con qualche apprensione. Tutto quello che il primo tempo non dice, lo dice la ripresa. Con la Juve che ha più voglia di incidere e alza i ritmi.
E il Livorno che, non gli sembra vero, trova spazi in contropiede. Ma ci sono differenze di valori, in campo: Emeghara e Siligardi sprecano quel che la Juventus concede. Mentre la Juve no. Non perdona. E se l'arbitro passa sopra un mani di Ceccherini (13' st) che potrebbe anche essere rigore, c'è Llorente che al 18' st va a cogliere quelli che una volta si chiamavano eurogol, destro in corsa al volo su invito di Pogba, gesto sublime com'erano quelli di Marco Van Basten. Applausi. Il Livorno prova a reagire: con quel che gli resta, di forza e convinzione.
Un mani di Vidal (19' st) analogo a quello di Ceccherini viene giudicato dal'arbitro allo stesso modo. E un tiro di Luci un minuto dopo passa appena sopra la traversa. Tutta qui, la semina e il raccolto del Livorno dopo la sberla di Llorente. Troppo poco perché la Juve s'impressioni: la padronanza del campo diventa totale, e Llorente al 30' st prende il pallone in area, lo difende come si deve e offre a Tevez la comoda giocata per il gol del 2-0. Perfetto. Il finale è per Pogba (palo) e per consentire a Gigi Buffon di evitare il gol.
Non ne subisce da 5 partite, l'ultimo nel 2-4 di Firenze era il 20 ottobre. Sono 459 minuti: anche questa è la forza della Juve; del suo modo di giocare; e di Buffon, come no? E adesso sotto, con la Champions: la Juve è tornata al comando della classifica e ci rimane fino a lunedì sera. Tocca alla Roma, adesso.