23/11/13

Facebook mobile alla pari del...fisso!

Accedere a Facebook in mobilita' da tablet e smartphone per sia diventato sempre piu' facile come se fossimo da postazione pc fisso! Esattamente un'anno fa erano 10 milioni gli utenti italiani che accedevano al proprio account Facebook tramite dispositivi mobili come smartphone o tablet, più o meno una volta al mese.
 Ad oggi quello stesso numero di persone si ritrova connesso in mobilità tutti i giorni.

L'obbiettivo del social network in campo mobile era uno dei punti deboli ai tempi dell'Ipo, ora l'ultima trimestrale ha fornito segnali confortanti al riguardo proprio su questo fronte. «Per vedere i risultati c'è voluto tempo – risponde Luca Colombo, responsabile di Facebook in Italia – la nostra strategia su mobile è partita 18-24 mesi fa, mentre un anno fa abbiamo inserito i post pubblicitari nel newsfeed.

 In questo modo anche su smartphone e tablet facciamo ricavi: nell'ultima trimestrale questo segmento ha rappresentato il 49% del totale dovuto all'advertising» (I dati: ricavi pubblicitari complessivi per 1,8 miliardi di dollari, in crescita del 66%, mentre dai servizi a pagamento - giochi in primis - sono arrivati altri 218 milioni di dollari).

Il team di Facebook basato in Italia vanta una quindicina di persone circa e, in coordinamento con l'headquarter di Dublino, ha una manzione prevalentemente commerciale. Delle innovazioni sulla piattaforma si occupano invece direttamente da Menlo Park, in California, in prima persona da Mark Zuckerberg e soci. I dipendenti di Facebook nel mondo sono circa seimila.

Facebook Mobile
Colombo ha risposto a qualche domanda sul modello di business del social network e altro a margine del convegno "Fare business con Facebook" all'università Bocconi di Milano. In base a cosa vengono pagati gli inserzionisti?

Non c'è un'unica risposta. Si può pagare in base al numero di visualizzazioni, oppure in base ai click verso il post sponsorizzato o ancora in base a un'azione dell'utente, come ad esempio lo scaricamento di un'applicazione o la richiesta di un coupon. L'esposizione è regolata da un meccanismo d'asta.

La parte più importante è a monte, ovvero la definizione del target: quale tipo di utente si vuole raggiungere? Su desktop, mobile o entrambi? Facebook agli inserzionisti può offrire informazioni molto dettagliate sugli utenti. Il primo vantaggio di Facebook è l'enorme comunità di iscritti: solo via smartphone e tablet in Italia 10 milioni tutti i giorni, 16 milioni una volta al mese.

Contando anche gli utenti desktop si arriva all'85% dell'utenti online italiani certificati da Audiweb (oltre 28 milioni connessi almeno una volta al mese). Il secondo vantaggio è la possibilità di essere molto chirurgici sul target.

Quali dati vengono forniti agli inserzionisti?

Quello che viene dichiarato spontaneamente dall'iscritto. Se il target sono i maschi tra i 18 e i 24 anni, basta accedere a quando scritto nelle informazioni personali. Se in più si vuole che siano appassionati di calcio, verranno analizzate le interazioni che siano indicative di questo interesse. Potrebbe essere un like a una pagina di una squadra di calcio, un check-in allo stadio e così via? Il like sì, non sono sicuro sul check-in. 
Viene analizzato anche altro, per macrointeressi.

 L'uso dei big data è dunque parte del modello di business.
Il newsfeed viene regolato con un algoritmo che porta nella home dell'utente le informazioni più rilevanti per lui. Per farlo, analizza i big data. Lo stesso si può dire quando la targetizzazione avviene con un aggregazione di dati estratti dalla piattaforma. In temini pubblicitari, i giornali, specie online, sono vostri concorrenti. Né più né meno di quanto la televisione e la radio sono concorrenti dei giornali online.

Quali sono i settori che fanno più pubblicità su Facebook?

 Il largo consumo: cibo, bevande, cura della persona, auto, telco, lusso, finanza e così via. Inchieste, perquisizioni della Guardia di Finanza e una proposta di legge: il rapporto tra fisco e giganti del web è all'ordine del giorno. La stessa Facebook nel 2012 ha dichiarato al fisco italiano solo 132mila euro. Siamo convinti di rispettare le normative locali in quanto a pagamento delle tasse. Siamo in costante dialogo con le autorità e sempre disponibili a dar loro ogni informazione necessaria.

Le pmi fanno pubblicità su Facebook?

Ci interessano molto, è un'area di forte sviluppo. I dati globali dicono che a fine maggio avevamo un milione di advertiser che hanno speso in maniera attiva negli ultimi 28 giorni. Numericamente le piccole e medie imprese crescono. Diamo la possibilità di investire su Facebook con un tool self service pagando con carta di credito. Questa modalità sta crescendo molto, anche in Italia. Quali prospettive vede per il mercato della pubblicità online nei prossimi mesi? Per quel che riguarda la nostra attività osservo sempre più consapevolezza nei confronti dello strumento e un approccio meno modaiolo e più orientato a obiettivi di business.
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