29/10/13

Satelliti europei pronti a sbarcare su una cometa per prendere...le distanze delle stelle

Satelliti europei pronti a sbarcare su una cometa per prendere...le distanze delle stelle. Sono settimane cruciali, queste che stanno per arrivare, per le attività spaziali europee in gestione dell' Esa, l'Agenzia spaziale europea. Due complessi satelliti, Goce e Planck, hanno terminato di lavorare portando a casa un successo totale riguardo il funzionamento e la raccolta dati, mentre altri due, Rosetta e Gaia, si apprestano a dare dimostrazione dei propri compiti eseguiti fino a poco tempo fa ritenuti impossibili da realizzare. Rosetta sbarcherà su una cometa che sta per arrivare verso il Sole mentre Gaia prenderà la posizione e la distanza di circa un miliardo di stelle che stanno attorno a noi.
Goce è stato disalimentato ed i suoi serbatori svuotati del propellente residuo, Xenon a fatto la stessa fine il 21 ottobre scorso. Soltanto una precauzione, dal momento che inizierà a cadere verso la Terra con un'orbita a spirale e infine, verso la metà novembre, entrerà nell'atmosfera e si disintegrerà venendo a contatto con gli strati bassi, più densi, quelli in cui noi riusciamo a respirare. L'Agenzia è certa che il satellite, una sorta di bestione da quintali di chili carrozzato talmente bene da essere chiamato la "Ferrari" del cielo, si disintegrerà, ma qualche pezzo potrebbe arrivare benissimo al suolo. Certo la probabilità che arrivi in un centro abitato è praticamente minima, ma questo fatto aumenterà di certo le polemiche sulla "spazzatura spaziale", le molteplici migliaia di pezzi grandi e piccoli, dal bullone all'intero satellite, che girano attorno alla Terra avvolgendola oramai come una sorta di rete metallica molto pericolosa.
Terra

Un bullone in orbita è capace di perforare come burro un satellite nuovo di pacca, grazie alla differenza di velocità fra i due mezzi. Non soltanto scienziati e militari ne discutono da parecchio tempo negli States, i maggiori responsabili dello space junk, ma ora anche economisti che mettono in rilievo come lo spazio sia erroneamente inteso dai governi come una commodity gratuita. Nulla di più errato, dal momento che abbiamo fin troppa spazzatura spaziale, si calcola, per i prossimi 300 anni, cioè non se ne andrà via prima del 2300.
Satellite Goce

Goce comunque il suo lavoro lo ha fatto e anche bene negli ultimi 4 anni, dando dimostrazione che il satellite, realizzato come capocommessa da Thales Alenia Space di Torino, era stato ideato e integrato al meglio. Ha misurato punto per punto il campo gravitazionale terrestre che, come si sa, cambia perché il nostro pianeta non è costante e di conseguenza nelle zone in cui è più denso la massa è maggiore e la forza di attrazione gravitazionale conseguentemente più intensa. Ne è uscita una mappa 3D divertente, un mappamondo colorato e globoso, che ci dice però dove la gravità è più forte.
Molto utile, e non certo solo per appagare la curiosità degli scienziati, ma perché permetterà ora di capire molto meglio la circolazione delle correnti negli Oceani e anche come è fatto all'interno il nostro pianeta.  
Satellite Plank

Planck ha invece misurato, con una precisione inaudita, la radiazione di fondo, quel che rimane oggi della prima radiazione che è riuscita a filtrare dall'universo primordiale, subito dopo il Big Bang. Per 300.000 dei nostri anni l'universo, in espansione rapidissima, era composto, pensiamo, di materia e radiazione talmente dense, forti e intrecciate una all'altra che nessun segnale riusciva a emergere per raccontarci cosa stava succedendo. E' questa strana carta del cielo fatta di diversi colori, così diversa dal cielo stellato che vediamo sopra di noi, la fotografia del primo universo visibile, anche se occorre avere gli speciali occhiali di Planck per vederlo dato che parliamo di microonde. Occhiali molto particolari sono gli strumenti di Planck che, per poter osservare senza essere disturbati quella radiazione, debbono essere raffreddati a temperature prossime allo zero assoluto, siamo a circa -270 gradi.
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