31/10/13

Questa F1 non piace più! Troppo seria per considerarla tale.

Questa F1 non piace più! Troppo seria per considerarla tale. Davvero e con la morte nel cuore che lo dico, ma ormai la F1 non pare più una cosa da prendere sul serio. Non fraitendetemi, tutt'altro, è divenuta anche per cosi dire, troppo seria, ed il troppo non va mai bene: il vento ci vuole ma non per spegnere le candele. Prendiamo il caso di domenica, in India, dopo che Vettel ha stravinto il suo quarto mondiale di fila, pensa bene di  festeggiare gaiamente con degli innocenti quanto folcloristici testacoda sul traguardo del circuito. Cosa pensate abbia fatto la federazione? Ve lo dico io: viene richiamato dalla direzione di gara, gli danno una reprimenda ufficiale e al team Red Bull combinano ben 25.000 euro di multa. Siamo alla ricerca di attenzioni, di personaggi? Parliamone...
Non fosse altro che poi ci si domenda e chiede come mai chiediamo perché manchino i personaggi e le opportunità per discutere di sport e sopratutto di uomini, con queste regole bizzarre, che pretendono di controllare anche quante volte al giorno un pilota va a spippolarsi le narici, nessuno si prende la briga di fare nulla più di ciò che il minimo sindacale gli impone: pena, le multe, le sanzioni, le squalifiche. E’ diventata una faccenda troppo ridicola per essere seria e riduttiva per essere professionale.
Vettel festeggia con i burnout

Vi chiederete se nella storia della F1 ci sianon stati dei precedenti: ma certo, basti pensare senza andare tropo indietro nel tempo ad Alonso, quando gli fu appioppata una reprimenda in Spagna perché aveva sventolato la bandiera del suo Paese dopo aver vinto il relativo GP. Stessa cosa gli capitò l’anno prima a Valencia. Che dire di due anni fa di Hamilton che fu multato in Australia dalla polizia perché aveva fatto pattinare le gomme a un semaforo e la FIA lo ha punito, costringendolo a parlare di educazione stradale.
Continuando cosi se qualche protagonista di Twilight dovesse mordicchiare qualcuno, la FIA ho ragione di credere che lo manderebbe ai corsi dell’AVIS alfine di favorire la donazione del sangue. Ma volgiamo parlarne davvero? Vi ricordate quando Felipe Massa, fu trovato a un semaforo rosso a Monza e ora rischia serie ritorsioni dalla FIA per comportamento scorretto fuori dai circuiti? E Fisichella beccato in eccesso di velocità a Roma mentre si accingeva a trovare il proprio figlio malato? Certo, sia chiaro non mi fraintendete, un minimo di serietà e coerenza è duopo, un pilota deve sempre essere un esempio positivo, specialmodo per i tanti ragazzi che vanno per strada.
Vettel è stato multato per aver effettuato dei burnout a fine gara per festeggiare il quarto titolo mondiale. Ma dov'è finita l'anima di questo sport? Nei gas di scarico? Non tutti sono da imitare, ma qui stiamo esagerando! Vedere gente come Villeneuve che da Montecarlo a Modena impiegava due ore di autostrada, circa 500 km il tratto, con la nebbia a fare da contorno o Hakkinen che sempre da Montecarlo andava a Brescia (sempre col fido ed immancabile nebbione) a 240Km/h di media per svezzare la sua Porsche, forse è da biasimare e non è il caso di emularli affatto, ma quando tutto accade in pista, per il divertimento degli spettatori (che tral'altro pagano fior di quattrini per assistervi) occorre un minimo per cosi dire di... intelligenza? Si ecco occorre proprio quella.
Negli States uno come Zanardi è diventato l’idolo delle folle coi suoi donut (l'avrete capito ormai a cosa mi riferisco vero? I testacoda da fermo), uno come Valentino Rossi e i suoi siparietti, poi imitati da tanti altri piloti, fanno la felicità delle folle. In F1 no, non si può fare! Ti multano e ti puniscono. E allora non lamentatevi se c’è il calo di ascolti, se gli sponsor fuggono e i piloti sono diventati tutti piatti e impalpabili. Viva Vettel e il suo gesto liberatorio, viva i piloti veri e lo spettacolo in pista abbia vita lunga e prospera. Abbasso tutti coloro che che stanno uccidendo questo sport.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.