Il-Trafiletto

02/02/14

Quali rimedi sono proposti per la cura dei capelli.

 <Autore dell'articolo Angelo Calzo>

La cura per capelli e gli attuali rimedi in commercio proposti secondo la medicina attuale.

Per quanti vi possano parlare o consigliare cure per la ricrescita di capelli definitive, è meglio che sappiate che non vi stanno informando per bene, infatti è dimostrato secondo moltissimi casi (per questo potete cercare in rete opinioni, informazioni non di parte e sondaggi) che il solo uso di cure per capelli, tramite prodotti cosmetici, omeopatici, farmaceutici e/o di erboristeria, non sono in grado di ripristinare il bulbo pilifero affetto da alopecia androgenetica.

Quindi se leggete di promozioni di prodotti di questo tipo, diffidate, perchè in realtà l'unico rimedio oggi (anno 2014) è il trapianto dei bulbi piliferi attuato secondo il metodo conosciuto come Micro FUE ed ora vi illustro brevemente il motivo.
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Rimedi per la cura dei capelli

I capelli - come ben noto - sono una parte molto importante del nostro aspetto fisico poiché ci completano, ci rendono più o meno affascinanti ed anche più o meno sicuri di noi stessi ed è proprio questo il motivo alla base che spinge gli uomini (ma in alcuni casi anche le donne) a cercare rimedi contro la caduta di capelli (o la ricrescita), ed ovviamente questo le aziende lo sanno.
Normalmente la caduta dei capelli può avvenire rapidamente (nel giro di pochi anni in età giovane) o progressivamente (di solito fra un età compresa fra 20/30 anni), ma questa non sempre è dovuta a fattori ereditari, infatti giocano un ruolo determinante anche lo stress, il fumo, la cattiva alimentazione, l'ambiente, ecc.

Le differenze fra l'uomo e la donna sono abbastanza notevoli, invero per l’uomo la zona interessata da caduta dei capelli è particolarmente visibile al di sopra delle tempie (golfi temporali) e sulla sommità del cranio (vertice) mentre per la donna è più frequente che la caduta non sia del tutto localizzata, bensì diffusa a livello di tutta la capigliatura.

Quindi in ambedue i suddetti casi si possono anche fare tentativi con dei prodotti specifici, ma come credo che avrete già cercato in rete (o testato), questi non sono metodi affidabili, ne tanto meno economici, perchè è anche dimostrato che la maggior parte dei prodotti farmaceutici creano dipendenza e se smettete di assumerli questi possono accelerare persino il processo di caduta dei capelli posteriore all'assunzione.
Il trapianto di capelli più affidabile e riconosciuto nel mondo è quello effettuato con metodo FUE ovvero l'autotrapianto (per questo però vi consiglio di leggere su Wikipedia).
Fra i vari istituti ed aziende ospedaliere che si sono specializzate con il metodo FUE, allo stato attuale sembra che in Turchia abbiano una marcia in più, rispetto ad altri paesi come Italia, Spagna, Inghilterra, Canada, USA, ecc.che propongono lo stesso metodo.

<Autore dell'articolo Angelo Calzo>

Terapia genica contro il cancro | Partita la sperimentazione al San Raffaele di Milano!

Terapia genica contro il cancro: parte la sperimentazione al San Raffaele di Milano!
Si tratta di una terapia genica che si sta sperimentando al San Raffaele di Milano, e consiste in una serie di attacchi attraverso delle "bombe ad orologeria", celate in un "Cavallo di Troia": un “vettorevirale che le condurrà a destinazione per poi farle "esplodere" nel cuore del tumore. Quel'è il target da annientare? Alcune cellule del sangue, i macrofagi, che sono necessarie proprio ai tumori per garantirsi la crescita.

Uno studio dell’Irccs Ospedale San Raffaele coordinato da Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, ha dimostrato che introducendo un gene terapeutico in queste cellule si può riuscire a dare vita ad una sorta di infezione creando un ambiente ostile alla crescita del tumore.
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Terapia genica contro il cancro
Il metodo è simile a quello utilizzato per due studi di terapia genica in bambini affetti da gravi malattie genetiche (la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich) condotti sempre da Naldini e pubblicati su Science: “In questo nuovo lavoro abbiamo adattato – spiega Naldini - la tecnica di trasferimento genico e ingegnerizzazione delle cellule del sangue al trattamento dei tumori".

Nel caso delle malattie genetiche, gli scienziati del San Raffaele hanno "riparato" le staminali del sangue con "pezzi di ricambio" di Dna funzionante, in modo ripristinare una funzione originariamente difettosa. "Nel nuovo lavoro - continua Naldini - abbiamo inserito nelle cellule staminali, con lo stesso metodo, un gene che svolge attività anti-tumorale nella loro progenie”.
Il nuovo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, ha selezionato come arma anti-tumorale l’interferone alpha, una molecola prodotta normalmente dall'organismo in risposta alle infezioni.

Somministrato come in altri casi sotto forma di iniezioni, flebo, pastiglie causa problemi di tollerabilità ed effetti collaterali. Quale era l'alternativa? Un vettore virale, un vero “Cavallo di Troia”, sicuro e già sperimentato, modificato in laboratorio. Viene “caricato” con il gene pronto alla produzione della molecola terapeutica e “spedito” verso cellule differenziate del sangue, i monociti/macrofagi, che sono normalmente richiamati dal circolo sanguigno ai tumori dove svolgono un’azione che ne favorisce la crescita. Si tratta di una popolazione di cellule normalmente poco frequenti nel sangue, ma e qui sta l’originalità della strategia - fortemente arricchita nei tumori. In questo modo l’interferone
si accumula solo nel tumore dove può esercitare la sua funzione anti-tumorale, evitando gli effetti tossici della somministrazione sistemica sull’organismo.

Allo studio, condotto in questa fase sui topi, hanno preso parte Roberta Mazzieri, ricercatrice del San Raffaele recentemente trasferitasi all’Università del Queensland in Australia, è stato pubblicato il 1 Gennaio sulla prestigiosa rivista internazionale, ha come primo autore Giulia Escobar, dottoranda presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, ed è stato realizzato nell’Unità di Angiogenesi e Targeting Tumorale e nell’Istituto San Raffaele Telethon di Terapia Genica (Tiget), anche grazie ai finanziamenti dell’European Research Council (ERC), dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

La "maledizione della Concordia" fa un'altra vittima

Non si tratterà di una maledizione che  nei tempi antichi colpivano i galeoni, ritenute vecchie superstizioni, ma un sospetto viene se si continua a contare le vittime della Concordia. Questa volta si tratta di un sommozzatore.


La Concordia
Spagnolo di 30 anni, morto oggi pomeriggio all'isola del Giglio mentre era impegnato a lavorare sotto il relitto della Costa Concordia. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha espresso cordoglio, anche a nome della giunta regionale. "Un altro lutto si aggiunge purtroppo alla lunga lista di vittime di questa nave - ha commentato Rossi - aggiungendo dolore al dolore. E, al dolore, si aggiunge anche la rabbia per un'altra morte sul lavoro, la morte di un giovane che non stava facendo altro che il suo dovere. Siamo vicini alla famiglia e a tutti i colleghi del giovane subacqueo che ha perso la vita a 30 anni, mentre era impegnato a dare il suo contributo ad un'operazione che sappiamo essere delicata, difficile e importante per tutti noi. Un contributo - ha concluso Rossi - per il quale il nostro Paese e la Toscana gli saranno per sempre grati".

La scienza che ruolo ha avuto nel delitto di Meredith Kercher?

La scienza che ruolo ha avuto durante le indagini nel delitto di Meredith Kercher? Sono in tutto 53 gli anni di carcere inflitti ai 2 dei 3 indagati, esattamente: 28 per Amanda Knox e 25 per Raffaele Sollecito.

Questo è quanto ha sentenziato la Corte d’assise d’appello di Firenze, incaricata a giudicare i due imputati per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007.
Nel 2011 in una altra sentenza di secondo grado i giudici si erano espressi a favore di Knox e Sollecito, assolvendoli dal reato, ma nel mese di marzo del 2013 la Corte di Cassazione aveva reso nullo il verdetto, affermando che era necessario la ripetizione del processo. In precedenza l’assoluzione era stata emessa perché le prove di colpevolezza a carico di Amanda e Raffaele non erano stateritenute affidabili. Il tribunale di Firenze invece non è dello stesso avviso, confermando la colpevolezza per entrambi gl'imputati.
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Indagini sul luogo del delitto Kercher

Il ruolo della scienza.
Nella vicenda Kercher c’è tanta scienza. Genetica forense, soprattutto. Perché a inchiodare i due è stata la prova del dna effettuata su un coltello ritrovato nella cucina di Sollecito e sul gancetto del reggiseno di Meredith. In particolare, i periti avevano rinvenuto tracce di dna compatibile con quello della ragazza uccisa sulla lama e con quello di Amanda Knox sul manico. Sul gancio del reggiseno, invece, era stato ritrovato materiale genetico di Sollecito.

Per analizzare il dna, la polizia scientifica ha seguito la procedura standard di amplificazione (cioè replica in più copie) ed elettroforesi (applicazione di un campo elettrico per separare le particelle). I periti hanno ottenuto un grafico composto da una serie di picchi, che poi sono stati confrontati con l’impronta genetica degli imputati. Dalle analisi è emerso che i campioni combaciavano. Il che secondo l’accusa, dimostra inequivocabilmente che Sollecito e Knox sono colpevoli.

Ripetibilità, soglie e contaminazioni.
In genetica forense, comunque, una sola prova non basta. È necessario che il test sia riproducibile e dia sempre lo stesso risultato. Inoltre, per scongiurare il rischio di contaminazioni con dna estraneo (quello di tutte le altre persone che nel corso del tempo sono venute a contatto con l’oggetto da esaminare, poliziotti compresi), gli investigatori hanno imposto una soglia di contaminazione: se il materiale genetico è al di sotto di una certa quantità (50 unità di fluorescenza [Rfu] per i laboratori americani, 30 per i Ris italiani), non può esser preso in considerazione e usato come prova.

La difesa.
È proprio a ripetibilità e contaminazioni, in effetti, che si è appellata la difesa di Sollecito e Knox. Sostenendo che il materiale genetico ritrovato sul coltello fosse sotto soglia e che le impronte sul reggiseno fossero in realtà un mix di diverse persone. Lo stesso Sollecito ne ha parlato diffusamente sul suo blog: “È importante conoscere la quantità del dna per sapere se è possibile ripetere l’analisi e ottenere un risultato affidabile. È necessario fare almeno una seconda amplificazione, soprattutto quando ci si trova alle prese con una scarsa quantità di dna.

[La scientifica] ha ottenuto un profilo in cui su 32 alleli ben 28 erano al di sotto dell’altezza minima di 50 Rfu”. E ancora: “La seconda analisi ha ottenuto un risultato peggiore del primo”, affermazione cui è allegata una tabella con i risultati dell’analisi. Sollecito, inoltre, sostiene che la scientifica abbia deliberatamente ignorato profili genetici di altre persone rinvenuti sul gancetto di reggiseno (in realtà il perito Stefanoni, in merito a questo punto, afferma semplicemente che “è una cosa sulla quale non mi sento di esprimere” perché il materiale genetico non appartenente a Sollecito è insufficiente).

L’accusa.
Gli scienziati, già nel 2011, avevano risposto a queste obiezioni. Giuseppe Novelli, genetista, rettore dell’Università di Tor Vergata e consulente per la procura, ci aveva raccontato che “il dna c’è ed è inequivocaibile. C’è da capire perché è lì, chi ce l’ha messo, ma non si può dire che non sia sufficiente”. Spiega Novelli che la polizia aveva dimostrato l’assenza di qualsiasi contaminazione nei campioni – affermazione accettata dalla Corte – e che la soglia indicata dagli statunitensi, 50 Rfu, è uno standard che “non ha senso”. È bene comunque precisare che, mentre il materiale genetico rinvenuto sul coltello è sotto la soglia, quello sul gancetto del reggiseno è ampiamente superiore a 50 Rfu. Per ora, dunque, il capitolo è chiuso. Resta da vedere cosa succederà in terzo grado.

Al-manākh

Almanacco
1536 Con il no me di "Ciudad del Espiritu Santo y Puerto  Santa Maria del Buen Aire" il conquistatore spagnolo Pedro de Mendoza fonda in Argentina la città di Buenos Aires
1848 Il trattato di Gaudalupe Hidalgo mette fine alla guerra del Messico
1887 Si tiene per la prima volta "Il giorno della marmotta" nella città di Punxsatawney in Pennsylvania, una celebrazione della Candeloraper prevedere l'eventuale primavera precoce o altre sei settimane d'inverno
1892 Viene brevettato il tappo a corona per le bottiglie
1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica a Parigi il primo "Manifesto Futurista"

Compleanni: 1882 James Joyce (poeta e scrittore "Ulisse"); 1921 Pietro Cascella (scultore "Monumento ai Martiri di Auschwitz"); 1926 Valery Giscard d'Estaing (presidente francese); 1927 Stan Getz (sassofonista jazz); 1941 Renzo Ulivieri (allenatore calcio)

Santo: Santa Caterina de' Ricci
Proverbio: Impara in gioventù e saprai in vecchiaia
Giardino: Non dimenticate i  vasi da appartamento messi a svernare, annaffiando e concimando regolarmente. Potate gli arbusti da giardino, sistemate le siepi, e soprattutto interrate le bulbose a fioritura estiva. Mettete a dimora i rampicanti annuali,  fate talee e moltiplicate per divisione delle ceppaie piante officinali e ornamentali. Recidete i vecchi gerani a 10 cm dal colletto

Verbi in cucina: Bardare, questo termine, ormai in disuso, nasce dall'arabo barda'a, sottosella per rivestire il dorso degli animali alleviando il contatto di sella o basto. Anticamente, bardare un cavallo significava munirlo degli appropriati finimenti. In cucina "bardare" indica l'espediente di avvolgere con fette di lardo, pancetta o prosciutto grasso, i icbi da cuocere. Si usa la bardatura per le carni magre e la selvaggina: ha la duplice funzione di proteggere itessuti da bruciature durante la cottura (soprattutto arrosti) e di conferire sapore.



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