Il-Trafiletto

07/01/14

Dormire ci rende più creativi!

Dormire ci rende più creativi! Pare che da alcuni studi, sia venuto alla luce il fatto che dormire favorirebbe la nostra mente a diventare più creativa. A dire il vero si tratta di una tecnica che è già stata usata da molti artisti, come poeti e scrittori, ma anche inventori che, grazie al loro sognare, sono divenuti dei geni.
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Dormire rende più creativi
Se per caso ( e non ho ragione di credere il contrario…) siete oggetto di critiche e lamentele da parte dei vostri genitori o dei vostri partner perchè siete degli incorreggibili dormiglioni, rispondete pure tranquillamente che dormite, non tanto per pigrizia, ma per diventare più creativi!

Perchè, secondo alcuni studi, il sonno renderebbe la mente più elaborata e ricca di idea. Questa, è una tecnica già provata da tanti poeti, scrittori, musicisti e perfino inventori, che meraviglia delle meraviglie al loro risveglio, immediatamente afferravano in mano carta e penna per “immortalare” il sogno appena vissuto. Oltretutto, hanno dato prova che per avere coscienza e ricordare bene, o almeno in parte, il “vissuto notturno” bisogna scriverlo entro 5/10 minuti massimo, oppure il ricordo del sogno svanirà con il risveglio completo.

Spesso ci si preoccupa del risveglio notturno, ma a quanto pare, questo potrebbe essere un bene perchè dovrebbe permettere di avere la possibilità di scrivere sul foglio di carta, più sogni e quindi, potrebbero essere più idee da realizzare e da portare al vostro titolare, oppure insegnante, oppure vi potrebbero tornare utili per svolgere al meglio la vostra attività. Ascoltare ad un sogno di qualcun altro, a noi potrebbe apparire noioso, ma all’interlocutore no, perchè ogni dettaglio potrebbe significare qualcosa, come un treno, un pranzo, una dimora… Cose semplici, ma connesse tra loro e che possono inviare dei segnali chiave al sognatore, ma che solo lui può essere in grado di saper cogliere.

Un esempio semplice? James Cameron , da bambino, aveva sognato degli esseri dal colore blu e che vivevano in un mondo particolare. Bene, sappiamo tutti cosa realizzò diventando grande: quel sogno non lo ha mai dimenticato e alla fine, questi ricordi li ha trasformati in un film: Avatar, il film che ha guadagnato di più nella storia del cinema.

Perchè si dice "salvare capra e cavolo"?

Anche questo adagio è di uso piuttosto comune, di sapore un po' agreste forse, ma rende bene l'idea. Nel nostro passato prossimo eravamo un paese in cui agricoltura e pastorizia erano alla base dell'economia, prima dell'avvento dell'industrializzazione.
Salvare capra e cavolo

Salvare capra e cavolo, brigare in modo da ottenere due vantaggi che parevano escludersi, o anche far sì da accontentare tutti. Derva da un vecchio rompicapo che si proponeva ai ragazzi: un pastore deve attraversare un fiume su una barca, trasportando, uno alla volta, un lupo, una capra e un cavolo. Se comincia con il traghettare il lupo, la capra, restando sola, mangerà il cavolo; se si porta dietro per prima la capra, nel secondo tragitto dovrà portare o il lupo o il cavolo, e allora o il lupo mangerà la capra, o la capra mangerà il cavolo. E qualcosa correrà  sempre il rischio di essere divorato. Perciò il pastore dovrà prima trasportare la capra, che lascerà sull'altra riva; poi il cavolo che sbarcherà, ripigliando la capra e portandola con sè; e infine il lupo, che potrà lasciare con il cavolo senza pericolo, mentre, finalmente, nell'ultimo tragitto, riporterà la capra.

Betulla e Bardana, un concreto aiuto per drenare i liquidi e il ristagno linfatico

La ritenzione di liquidi è l'incubo peggiore per noi donne, e talvolta anche per gli uomini. Una cattiva alimentazione, lo stress, gli ormoni fanno sì che nel nostro organismo di accumulino li quidi in eccesso che sono difficili da eliminare. Ma niente paura, non c'è bisogno di farsi prendere dal panico, madre natura ci fornisce due speciali piante che posso aiutarci: la Bardana e la Betulla. La Bardana e la Betulla possono essere usate per fare due tisane buonissime specie con l’aggiunta di un cucchiaino di miele di castagno. Sono molto utili per drenare i liquidi in eccesso che avete accumulato e diminuire il ristagno linfatico e perché no per mantenere una linea da silhouette!
Bardana

Tisana di Bardana: si tratta di una pianta robusta che può arrivare a 2m di altezza, cresce in tutta Europa facilmente riconoscibile per le grandi foglie cuoriformi verdi sulla faccia superiore e argentee in quella inferiore. La BARDANA è attualmente molto apprezzata per la sua attività drenante, stimolando la diuresi, favorendo l’eliminazione di tossine con il sudore, accelerando il ricambio biliare,  drena profondamente l’organismo eliminando accumuli di linfa e di fluidi di secrezione. Per ottenere un’efficace tisana drenante si usano le radici fresche della pianta. Come fare? Fate bollire in 1l di acqua per 10 minuti circa 50gr di radici fresche di bardana, preventivamente tagliate a pezzetti. Spegnete il fuoco e lasciatele in infusione per altri 10 minuti; filtrate infine il preparato e bevetene 3 tazze al giorno distanziate almeno 3h l’una dalle altre. La seconda tisana  è quella di BETULLA. La betulla è originaria dell’emisfero nordico, è un’elegante albero dalla corteccia bianca. Le foglie usate per fare l’ infuso possono stimolare la diuresi e aggiungono anche proprietà antisettiche e astringenti. Occorrono circa 25gr di foglie secche di betulla da lasciare in infusione in 1l di acqua bollente per 10 minuti; filtrate poi e bevetene 3 tazze al giorno 20 minuti circa dopo i pasti.

Cosa si cela dietro la sclerosi multipla: sarà un alterazione genetica?

Cosa si cela dietro la causa scatenante della sclerosi multipla: sarà un alterazione genetica delle cellule?

Durante uno studio pubblicato sull'autorevole rivista Nature Medicine, i ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno e dell’Istituto di Endocrinologia e Oncologia Sperimentale (IEOS) del CNR di Napoli, coordinati da Giuseppe Matarese, hanno sottolineato le alterazioni metaboliche delle “cellule regolatorie” come causa probabile della disfunzione immunitaria responsabile della sclerosi multipla.

Alterazione metabolica
Tutte le malattie autoimmunitarie ed infiammatorie croniche sono il piu' delle volte oltremodo invalidanti e causano la distruzione da parte del sistema immunitario dei costituenti propri del nostro organismo, in quanto causa della perdita dei meccanismi di “tolleranza immunologica” nei confronti del “se”.

Ad esempio, nella sclerosi multipla si assiste all’attacco della mielina, responsabile di una idonea conduzione degli impulsi nervosi, la cui distruzione genera la comparsa di manifestazioni neurologiche di diverso grado, che vanno dalla debolezza muscolare alla perdita del controllo dei movimenti fino alla paralisi.

Nonostante gli importanti progressi che hanno fatto si di fare compiere enormi passi avanti nella comprensione delle cause di questa patologia, l’intrinseco meccanismo che conduce alla perdita della “tolleranza immunologica” non è stato ancora identificato del tutto. Ultimamente la ricerca scientifica ha concentrato i propri sforzi sullo studio di una popolazione linfocitaria di “cellule sentinella” (dette cellule “T regolatorie, Treg”) che ci protegge dalle malattie autoimmunitarie, inclusa la sclerosi multipla.

 La ricerca ha dimostrato che vi è una eccessiva stimolazione del metabolismo energetico intracellulare nelle cellule T regolatorie dei pazienti con sclerosi multipla. Questo fenomeno determina un “esaurimento funzionale” che comporta un’alterata capacità, da parte di queste cellule, di crescere e controllare l’infiammazione che distrugge la guaina mielinica. Inoltre è stato evidenziato che la crescita delle cellule T regolatorie diminuiva all’aumentare della gravità clinica della malattia, svelando anche un legame stretto fra il metabolismo, la ridotta funzione delle cellule T regolatorie e la progressione della sclerosi multipla.

Questo aspetto suggerisce di utilizzare questo parametro come indice prognostico per l’identificazione precoce dell’andamento clinico della malattia, la cui evoluzione è spesso imprevedibile alla diagnosi. Infine, i risultati di questo studio potrebbero aiutare a comprendere il perché la sclerosi multipla è molto più comune nei paesi ricchi ed opulenti, dove si registra una “pressione metabolica” nettamente maggiore rispetto a quella riscontrata nelle società meno avanzate.

 Il lavoro che vede coinvolte anche le Dr.sse Fortunata Carbone (IEOS-CNR) e Veronica De Rosa (IRCCS-Fondazione Santa Lucia e IEOS-CNR), ed è finanziato principalmente dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) e dall’European Research Council (ERC) - è il frutto di una estesa collaborazione di enti di ricerca nazionali (Università degli Studi di Salerno, IEOS-CNR, IRCCS-Fondazione Santa Lucia, Università di degli Studi di Napoli “Federico II” e IRCCS-MultiMedica) e internazionali (University of California Los Angeles, UCLA). Lo studio è stato possibile grazie ai finanziamenti di: Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), European Union IDEAS Programme European Research Council (ERC) Starting Grant “menTORingTregs”, Ministero della Salute e il MIUR col Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB).

Per i malati di Alzheimer la speranza viene dalla vitamina E.

I malati di Alzheimer possono sperare. Gli scienziati del Minneapolis VA Health Care System hanno scoperto che un dosaggio quotidiano di 2000 UI di vitamina E, rallenta molto più efficacemente il declino funzionale dei pazienti rispetto al placebo e a un noto farmaco per il trattamento dei sintomi dell’Alzheimer e riduce la loro necessità di essere assistiti. Il dottor Maurice W. Dysken e colleghi hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of American Medical Association (JAMA) e in cui si sono prese in considerazione l’efficacia e la sicurezza della vitamina E rispetto ad una classe di farmaci specifici per l’Alzheimer come la Memantina.
Lo studio ha coinvolto 613 pazienti con diagnosi di Alzheimer da lieve a moderata che, suddivisi a caso in quattro gruppi, avrebbero ricevuto: 1) 2.000 Unità Internazionali (UI) di vitamina E al giorno; 2) 20 mg di Memantina al giorno; 3) la combinazione delle due sostanze; 4) un placebo. Il follow-up è durato circa 2,3 anni, durante il quale le variazioni nel declino funzionale sono state valutate per mezzo dell’Alzheimer’s Disease Cooperative Study/Activities of Daily Living Score. RISULTATI: nei pazienti del gruppo 1) trattati con vitamina E hanno avuto una diminuzione del 19% nel tasso annuo di declino funzionale cerebrale, rispetto al gruppo 4) trattato con placebo. Inoltre i pazienti trattati con la vitamina E hanno avuto meno bisogno di assistenza personale e sanitaria rispetto sempre al gruppo placebo di circa 2 ore al giorno. Di contro i pazienti dei gruppi 2) e 3) trattati rispettivamente con Memantina e combinazione delle due sostanze non hanno mostrato benefici significativi rispetto al trattamento con la vitamina E. Un buon apporto di vitamina E può dunque essere benefico contro la malattia di Alzheimer, e la dieta è sempre il metodo migliore per assumere le vitamine. Tra i cibi che più contengono la vitamina E ricordiamo gli oli vegetali come l'olio di germe di grano e altri oli di semi come quelli di girasole, mais, nocciola, mandorle...
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