Il-Trafiletto

06/01/14

TARTINE DI ORZO AL BASILICO

QUESTI PICCOLI STUZZICHINI POSSONO APRIRE UN MENU VEGETARIANO, DA COMPLETARE CON UN PIATTO UNICO DI PASTA CONDITO CON VERDURE GRIGLIATE, OLIO, SALE E PEPE 148 porzioni kcal per porzione

Ingredienti per 4 • 1 FILONCINO DI PANE FRANCESE 150 G • 50 G DI ORZO PERLATO LESSATO • l CIUFFO DI BASILICO • 100 G DI FAGIOLINI • 50 G DI PISELLI SGRANATI FRESCHI O SURGELATI • 1 PATATA MEDIA 150 G) • 100 G DI YOGURT GRECO • 50 G DI SPINACI NOVELLI • SALE

SPUNTATE i fagiolini, eliminando l'eventuale filamento; lavateli e cuoceteli in acqua bollente salata insieme con i piselli per 8-10 minuti. Sgocciolateli al dente e passateli sotto l'acqua corrente per arrestare lo cottura, quindi tagliate i fagiolini a tocchetti.

SBUCCIATE la patata, lavatela, tagliatela a cubetti e metteteli nel cestello per la cottura al vapore, appoggiandolo su una pentola con dell'acqua a bollore. Coprite con un coperchio e cuocete per 5 minuti circa.
Tartine di orzo al basilico
VERSATE in una ciotola lo yogurt greco e mescolatelo con le foglioline di basilico tagliuzzate (tenetene da parte un po' per decorare). Aggiungete i cubetti di patata, l'orzo, i fagiolini, i piselli e mescolate bene: otterrete una sorta di insalata russa. Tenetela da parte in frigorifero.

AFFETTATE il pane e tostatelo per pochi istanti nel tostapane oppure nel forno caldo. Lavate e asciugate le foglie di spinaci, disponetene ognuno su una fettina di pane, distribuitevi sopra, in parti uguali, un cucchiaio di insalata russa e guarnite ogni porzione con il basilico tenuto da parte e tagliato molto finemente.

VARIANTI APPETITOSE 
1• Per una versione più golosa sostituite lo yogurt con lo stessa quantità di maionese.
2• AI posto di fagiolini e piselli usate 150g di verdure miste per soffritto surgelate. rosolate in tegame con 1 cucchiaio di olio. sale e pepe.

L'idea insolita: Insalata di orzo e menta Per 4 porzioni: sciacquate bene 150 g di orzo perlato, poi lessatelo per circa 45 minuti in abbondante acqua salata a bollore. Sgocciolatelo e fatelo raffreddare soffo l'acqua corrente. Mescolate all'orzo 2 cucchiai di menta tritata, 4-5 cucchiai di ceci lessati (vanno benissimo quelli in scatola), 100 g di feta sbriciolata, 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, un goccio d'aceto di vino, sale e pepe. Distribuite sui piatti 4-5 pomodori San Marzano tagliati a cubetti, formando una corona. Ponete al centro l'insalata di orzo e ceci e servite come antipasto.

La gomma da masticare fa gonfiare la pancia?

Verissimo. Masticando ripetutamente la gomma si ingerisce, insieme alla saliva, anche l’aria. Ma ingeriamo aria non soltanto con la gomma da masticare, bensì con qualsiasi cosa si mangi, con una differenza non trascurabile. Mentre un pasto regolare dura più o meno mezz’ora, il chewing-gum si mastica per buona parte della giornata, stimolando così per ore la produzione di saliva e ingoiando molta più aria del normale.

Le gomme attualmente in commercio sono senza zucchero, quindi favoriscono indubbiamente la prevenzione delle carie, ma è anche vero che creano problemi per la pancia. I dolcificanti usati nelle gomme cosiddette “sugar free” fermentano nell’intestino e nello stomaco, creando molti più gas di quanto non succeda con le vecchie gomme zuccherate. Di conseguenza quando succede, e non di rado, che non si riesca ad espellere il gas in eccesso provocato dalla gomma da masticare, è facile che si creino fastidiosi gonfiori, soprattutto per alcune persone che sono più soggette a questo tipo di problema.

L’eterna guerra contro i batteri: antibiotici sempre meno efficaci!

L’eterna guerra contro i batteri dura ormai da troppo tempo: dopo 85 anni gli antibiotici sono sempre meno efficaci, mostrando segni di resa inevitabile contro i batteri, nemici del nostro organismo, ma come pensate possa essere il nostro futuro se per un motivo qualunque dovessimo perdere questi farmaci? In un'epoca post-antibiotici, la pratica medica andrebbe senz’altro rivista e corretta.

Infatti senza la loro azione difensiva, chemioterapia e immunosoppressori assumerebbero un aspetto a dir poco inquietante, passando ad essere invece che cure a delle pratiche pericolose, così come la dialisi o gli interventi chirurgici: qui l'infezione sarebbe una ecatombe. Da uno studio britannico si è potuto appurare che una procedura comune come la protesi all'anca metterebbe in pericolo di vita 1 paziente su 6, per non parlare dei parti cesarei, biopsie, e finanche un tatuaggio o una liposuzione potrebbero risultare essere fatali.
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Antibiotici meno efficaci contro i batteri
Ma sui limiti degli antibiotici già in passato fu proprio lo scopritore della penicillina, il biologo Alexander Fleming, a metterci in guardia, mentre ritirava il suo Nobel: «non è difficile creare microbi resistenti in laboratorio, è sufficiente esporli a concentrazioni di antibiotico insufficienti a ucciderli… L'uomo può facilmente sottodosare il farmaco facilitando il fenomeno della resistenza». Fleming aveva visto bene.

Più gli antibiotici sono diventati accessibili e il loro uso è aumentato, più i batteri hanno sviluppato sempre più rapidamente le difese: in totale oggi sono 18 i batteri che rappresentano una seria minaccia.
Per le istituzioni sanitarie europee e americane questa è a tutti gli effetti una una crisi. «Se non stiamo attenti ci sarà presto un'era post-antibiotica», ha detto Thomas Frieden, direttore dei Cdc statunitensi. E per alcuni pazienti e alcuni batteri questa "era" è già arrivata: solo in Europa sono 25.000 i morti a causa di infezioni ospedaliere resistenti. L'Oms prevede che il costo totale del trattamento di tutte le infezioni resistenti agli antibiotici in ospedale è di circa 10 miliardi di dollari all'anno.

L’impotenza di fronte a uno scenario di tale portata è disarmante, dal momento che sono ben note tanto le cause quanto gli effetti. Ma poiché si tratta di un fenomeno che si evolve lentamente, le contromisure continuano a essere rimandate. E' lo stesso atteggiamento che la società e le istituzioni hanno nei confronti del cambiamento climatico. E' assodato, se ne discute da anni, ma di fatto resta un problema insoluto, da far risolvere alle prossime generazioni. E anche nel caso della resistenza agli antibiotici, siamo tutti responsabili: dalle aziende farmaceutiche che negli anni non hanno investito per scoprirne di nuovi, ai medici che ne prescrivono troppi e spesso quando non sono necessari, lo sono i pazienti che ne abusano o non ne rispettano la posologia, lo sono gli agricoltori: negli States l'80% degli antibiotici venduti vengono usati in agricoltura, per ingrassare animali e proteggerli dalle malattie. E lo stesso vale per la frutta. «L'impatto sulla società è notevole - ha detto Steve Solomon, direttore dell'ufficio del Cdc per la resistenza agli antibiotici - Si sviluppa nei pazienti e si diffonde nella comunità. Le minacce per la salute aumentano e diventano sempre più complesse».

Ma se l'evoluzione batterica è ineluttabile, il pericolo potrebbe dunque non avere mai fine? Probabile, a meno che non si introducano alcuni cambiamenti. Danimarca, Norvegia e Olanda hanno attuato un regolamento governativo sull'uso medico e agricolo di questi farmaci, ma gli Stati Uniti non sono disposti a tali controlli e hanno emanato un orientamento volontario e non obbligatorio. E l'Unione europea per voce della commissaria alla ricerca Máire Geoghegan-Quinn, ha annunciato il lancio di 15 nuovi progetti di ricerca sulla resistenza antimicrobica che beneficeranno di un contributo pari a 91 milioni di euro.

Servono quindi nuove idee, non solo nuovi antibiotici. Per esempio il controllo automatico delle prescrizioni attraverso le cartelle cliniche informatizzate, lo sviluppo di test diagnostici rapidi e un diverso approccio clinico alle infezioni.«Siamo in una fase in cui abbiamo bisogno di molti e nuovi agenti terapeutici. Non c'è dubbio su questo - chiarisce Pascale Cossart, direttrice dell'Unità per le interazioni batteri cellule all'Istituto Pasteur di Parigi -. E questi farmaci devono essere sviluppati sulla base di tutte le conoscenze acquisite negli ultimi anni, focalizzando meglio i particolari del processo infettivo e poi chiedersi se, anziché ricorrere agli antibiotici, non si possa seguire una strategia totalmente diversa, cercando, ad esempio, di impedire la penetrazione del batterio nelle cellule.

O se il batterio produce tossine, lavorare per contrastarne la proliferazione e di conseguenza prevenire l'infezione». Cossart conclude che serve investire anche sugli strumenti diagnostici, kit rapidi e facili da usare. «La diagnosi precisa è la chiave per prevenire le conseguenze catastrofiche di una qualsiasi malattia infettiva». È della stessa idea Klemens Wassermann dell'Austrian Institute of Technology, giovane ricercatore di talento che ha vinto il Falling Walls Conference di Berlino. «A causa della rapida diffusione di batteri resistenti, la procedura standard non è più praticabile -spiega - Noi abbiamo trovato un modo che in una manciata di secondi e in maniera completamente automatizzata svela il patogeno coinvolto . Applicando un campo elettrico specifico in un dispositivo microfluidico intelligente, separiamo, rompendole, le cellule ematiche umane dai batteri, che invece restano integri. Li concentriamo nel campione e con tecniche di biologia molecolare abbiamo subito la diagnosi». Ricerca e l'innovazione sono dunque la chiave per invertire la tendenza e contrastare la resistenza antimicrobica.


3-0 secco ed ineccepibile: Juve a +8 e sempre più capolista!

3-0 secco ed ineccepibile: la Juve, stacca la Roma portandosi a +8 in classifica, ma quello che più conta è sempre più…prima! I due volte Campioni d'Italia sono sempre più soli lassù in cima alla graduatoria a “causa”della loro 10a vittoria consecutiva, cosi come avvenne nel lontano '31-32. La squadra di Antonio Conte si mostra subito chirurgica e senza “pietà”: primo “taglio” al 17' con Vidal, su un’invenzione stratosferica di Tevez; secondo “taglio” con Bonucci al 48', in scivolata dopo punizione di Pirlo; “terzo” ed ultimo tocco con l'ex Vucinic su calcio di rigore, al 76', con tanto di sfogo liberatorio verso la tribuna.
La Roma? Prima, s’illude nel prepartita con le dichiarazioni provocatorie del suo capitano durante un’intervista al Messaggero, poi scesi sul terreno di gioco per Totti e compagni, solo fumo e niente “arrosto”. A chiudere il quadro nel peggiore dei modi per la Roma c’è la doppia espulsione di De Rossi e Castan che mettono la “firma”sulla prima sconfitta stagionale. Conclusione, il platonico ma sempre indicativo titolo di campione d'inverno viene assegnato alla Juventus. con un meritato dieci e lode.

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Juve-Roma 3-0
Da sempre Juve-Roma, non è mai stata una partita qualunque, ed il popolo bianconero lo sa bene trasformando lo Juventus Stadium in una autentica bolgia bianconera! Lo Stadium è una fornace ardente a strisce bianconere. La coreografia è da notti magiche, stupenda. Applausi e cori per i padroni di casa, fischi per i giallorossi della capitale. C’è l'aria delle serate importanti, quel profumo tanto apprezzato e conosciuto da queste parti che sa di quel non so che, di…scudetto.

Intanto si sono giocati altri due incontri: Fiorentina-Livorno 1-0 (Gonzalo Rodriguenz) e Chievo-Caglieri 0-0

Si guarda al passato, proiettandosi sul futuro. L'atmosfera è giusta, sì, da grandi occasioni. In campo le due squadre che giocano il calcio megliore finora vista in questa stagione, sempre in attitudine offensiva. Sui volti si legge concentrazione, occhi di tigre, e pare sentire il ruggito gutturale che viene da dentro l’anima di chi ha in mente un solo scopo: VINCERE. C'è il ritorno di Pirlo da una parte, c'è la conferma di Totti dall'altra. Campioni del mondo a confronto, tanto per non farci mancare nulla. La sfida tra chi sul terreno amico fin qui aveva sempre vinto e chi fin qui non aveva mai perso.

Ci pensa Re Artù - Solitamente l'avvio della Juventus è asfissiante, per gli avversari. Invece, i giallorossi si mostrano sfacciati, belli e reattivi, da subito. Attaccano, pressano, insomma, anticipano e si propongono. Offendono. E Buffon salva su Ljajic. Si lotta su ogni pallone, si sgroppa sulle fasce. Squadre corte e pedalare, squadre che si alzano e si abbassano a fisarmonica. Con un imprevisto: il ginocchio di Pjanic che fa disperare il bosniaco. Conte intanto rimprovera Pirlo: «Sei troppo basso».
Siamo alle schermaglie tecnico tattiche. Fino al guizzo del 17': Tevez fa la magia, lancia Vidal che colpisce. Sì, Vidal il bomber, perché questa ormai è la sua dimensione: ottavo sigillo in campionato, tredicesimo in stagione.  

Re Artù, unico nel suo genere, alla faccia degli osservatori del Manchester United in tribuna. Lui è un simbolo della Juve che vuole vincere in Italia e in Europa. La Roma era il bersaglio preferito della Vecchia Signora in serie A, in quanto a gol: 248. Che diventano 249 in poco tempo. E il miglior attacco buca la miglior difesa. Già tutto finito? No, Pjanic prova a piazzarla, stile biliardo. Nessun problema per il capitano bianconero. E ancora contro risposta di Carlitos. Ok, non ci si ferma mai. Ci prova anche Dodò e Buffon respinge. Gioca bene la Roma? Sì, ma vince la Juve, tanto per capire… E il suo cileno è il primo a mordere le caviglie e a ripartire. E l'argentino indiavolato, che prende pure il giallo per protesta, va con le molle. Bello il duello Pogba-Strootman, con il francese che ogni tanto accelera. La Juve prova ancora l'affondo, sfiora il gol con Tevez: un quasi assist più che un tiro. E con Llorente: un fendente alto di poco, al 40'. Il finale è tutto bianconero, la Roma soffre e Garcia chiede sacrifici a tutti. Si va al riposo: Juve 1 Roma 0.
 
Pronti e via. Al 48' i campioni d'Italia piazzano il secondo pugno: con Bonucci, al secondo exploit in campionato. L’uno-due è terrificante. E i gol dei bianconeri ai giallorossi nella storia diventano 250. Garcia così è costretto a riveder a la strategia: dentro Destro, fuori Pjanic; dentro Torosidis, fuori Dodò. O la va o la spacca. Beh, in realtà si ferma Tevez (crampi, preferisce non rischiare), dopo un tiro, e viene sostituito da Vucinic. La Roma intanto che fa? Perde la testa, De Rossi si fa espellere per un brutto fallo su Chiellini quando mancano 15' minuti e Castan per fallo in area. Mirko Vucinic l'ex segna su rigore al 76': così, sono 251 le reti inflitte dalla Juve ai rivali nella storia, alla fine. Giallorossi esanimi al tappeto, bianconeri sugli scudi per il tripudio dello Stadium. Non c'è storia, troppa Juve per questa Roma fuori di testa e sconfitta per la prima volta. "Tre a zero e tutti a casa", detto simbolicamente da Buffon e compagni. Questa dunque la classifica aggiornata dopo i tre incontri di ieri:

#
SQUADRA
PG
V
P
S
GF
GS
DG
PS
1
Juventus
18
16
1
1
42
11
31
49
2
Roma
18
12
5
1
35
10
25
41
3
Napoli
17
11
3
3
36
20
16
36
4
Fiorentina
18
11
3
4
34
20
14
36
5
Inter
17
8
7
2
37
21
16
31
6
Verona
17
9
2
6
31
26
5
29
7
Torino
17
6
7
4
30
24
6
25
8
Cagliari
18
4
9
5
18
24
-6
21
9
Parma
17
4
8
5
23
25
-2
20
10
Genoa
17
5
5
7
17
20
-3
20
11
Lazio
17
5
5
7
22
26
-4
20
12
Udinese
17
6
2
9
17
22
-5
20
13
Milan
17
4
7
6
25
26
-1
19
14
Sampdoria
17
4
6
7
19
25
-6
18
15
Atalanta
17
5
3
9
18
25
-7
18
16
Chievo
18
4
4
10
13
23
-10
16
17
Bologna
17
3
6
8
17
31
-14
15
18
Sassuolo
17
3
5
9
17
36
-19
14
19
Livorno
18
3
4
11
16
30
-14
13
20
Catania
17
2
4
11
10
32
-22
10

Studiato il Dna più antico del mondo, 400mila anni di età

Pensate al nostro Dna, all'evoluzione umana, a ciò che esso può contenere di tanto ancestrale, e andate indietro nel tempo, fino a 400mila anni fa e otterrete il Dna più antico del mondo.
Esso  è appartenuto ad un umano vissuto 400mila anni fa nella Sima de los Huesos della Sierra de Atapuerca, Burgos, Spagna, e sta rivoluzionando le conoscenze sull’evoluzione umana. L’analisi del Dna ha messo in relazione l’uomo di Atapuerca con i denisoviani, specie sconosciuta fino al 2010, quando è stata identificata grazie a un piccolo osso di un mignolo e a due denti appartenuti a un bambino, in una grotta nei pressi di Denisova, Siberia.
Dna

  Juan Luis Arsuaga, direttore  del sito spiega: “ In precedenza non avevamo dati relativi a questi periodi. Ma grazie a questa nuova metodologia e a questo sito eccezionale possiamo scrutare segni in un passato molto lontano”. Come possono avere un antenato comune persone vissute a tante migliaia di km di distanza? L’uomo della Sima de los Huesos ha tracce dei Neanderthal, per cui ci si aspettava che il suo DNA confermasse questo legame. La sorpresa è il legame con i denisoviani. Secondo la prima ipotesi, potrebbe essere che nel Pleistocene Medio, questa specie umana di cui non sappiamo niente, occupasse buona parte dell’Europa e dell’Asia: dal sud-ovest europeo fino al sud-est asiatico. Arsuaga inoltre afferma: "La scoperta ci porta a capire meglio come sia andata l’evoluzione dei Neanderthal, le caratteristiche della nostra specie, le relazioni evolutive fra le specie, i lignaggi e le cronologie fino a mezzo milione di anni fa”. La Sierra de Atapuerca è uno dei più importanti depositi di ossa e resti preistorici d’Europa. Con questa scoperta le nostre conoscenze sullo sviluppo umano sono tutte da rivedere.
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