Il-Trafiletto

04/01/14

"Metteremo d'accordo la maggioranza" annuncia Letta sulle proposte di Renzi

Poco prima dell'annuncio del calo dello spread, a 200 punti (la punta più bassa dal 2011), Letta intervenendo al tg1, " Sostegno alle proposte lanciate dal segretario Pd per cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini: "Metteremo d'accordo la maggioranza".

Il presidente del Consiglio intende cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini. Lo fa il giorno dopo le proposte di Renzi sulla legge elettorale, sulla Bossi-Fini, sulle unioni civili. E garantisce che il governo è al sicuro. "Penso che l'iniziativa di Matteo Renzi sia una buona iniziativa, importante - dice Letta - Il Paese non può permettersi di stare un altro anno senza riforme e senza legge elettorale. E così anche sugli altri temi. Io sono convinto che le soluzioni si troveranno per mettere d'accordo la maggioranza. Bisogna arrivare rapidamente al dunque". Una sorta di incoraggiamento a poche ore dall'altolà di Alfano su Bossi-Fini e unioni civili: "Bisogna prima pensare alla sicurezza e alle famiglie", ha detto oggi il vicepremier.  
Presidente del Consiglio
Insomma, toccherà a Letta in persona provare a trovare una soluzione di compromesso. Anche se dalla squadra del segretario già arriva l'avvertimento: "Andremo avanti da soli, cercando maggioranze diverse in Parlamento". E poi 'festeggia' lo spread sceso sotto quota 200. Oggi c'è la condizione perchè il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta". Questo il suo commento alla storica discesa del differenziale tra i titoli di Stati italiani e quelli tedeschi. Un'affannosa rincorsa che, ora, inizia a dare i suoi frutti. Il calo dello spread "è il segno che l'Italia è nella giusta direzione. E' il frutto di un lungo lavoro che va perseguito". Per il premier, infatti, questo dato significa "che oggi ci sono le condizioni perchè il Paese riparta". Lo spread, per Letta, è una cosa concreta: "Sono anni che ballava attorno a 400-500 punti - dice - se noi avessimo le risorse" bruciate da uno spread ad alta quota, queste risorse potrebbero essere impiegate "per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l'occupazione, combattere la disoccupazione giovanile e rendere le imprese italiane più competitive. Fino a ieri, con lo spread così alto, queste non erano infatti in grado di acquisire credito e di fare gli investimenti così come lo facevano le imprese tedesche, austriache o francesi".                                                                                       fonte

03/01/14

Ritorna il campionato di calcio serie A e le prime due della classe si sfidano a viso aperto! Juve-Roma chi è la più forte?

Ritorna il campionato di calcio serie A, è l’attesa diventa anche spasmodica per il big-match del 5 gennaio! Le prime due della classe si affronteranno a viso aperto: chi è la più forte? La Juventus capolista affronterà la Roma inseguitrice nel big match di serie A. Queste le formazioni e la diretta tv.

Juventus-Roma
Juve-Roma stagione 2013-14
Juventus-Roma è la sfida più attesa della 18a giornata del campionato di calcio serie A che si potrà seguire in diretta tv o streaming il 5 gennaio 2014. Comincio subito con il ricordare a tutti che Juventus-Roma in diretta tv sarà visibile in esclusiva soltanto sulle reti Mediaset Premium e Sky, per tutti gli abbonati al pacchetto calcio o sport, chiaramente sarà disponibile anche il live streaming grazie ai servizi delle due pay tv, Premium Play e Sky Go.

Si giocherà con orario d'inizio alle ore 20:45 di domenica 5 gennaio 2014. Si disputeranno altri due anticipi prima di questo match, valevoli per questo turno di serie A: Chievo-Cagliari alle ore 15.00 e Fiorentina-Livorno alle ore 18.00. Tutte le altre partite si disputeranno lunedì 6. A seguire le probabili formazioni Juventus-Roma, l’anticipo della 18a giornata del Campionato di Calcio serie A del 5 gennaio 2014.


Nessun problema di formazione per i due tecnici apparentemente, dal momento che entrambe le squadre non hanno squalificati e non lamentano infortunati. In casa Juve è rientrato l'allarme Tevez, tornato in Italia il 1 gennaio dall'Argentina ed è pronto per partire dal 1’ in attacco. A far coppia con lui ci sarà Llorente, con Quagliarella e Giovinco che partiranno dalla panchina. In difesa confermato il trio composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini mentre sugli esterni dovrebbero agire Lichstainer e Asamoah. Formazione tipo per la Juventus anche in mezzo al campo dove Pirlo riprenderà il suo posto in cabina di regia, affiancato da Vidal e Pogba.

Per quanto riguarda casa Roma giocheranno tutti i titolari, con il solito modulo caro al tecnico Garcia: 4-3-3. In attacco torna Totti che affiancherà Gervinho e Destro. Proprio quest'ultimo è in vantaggio su Florenzi. Nessuna novità in difesa dove Benatia e Castan faranno coppia centrale, con Maicon e Dodò terzini. In mezzo al campo De Rossi sarà vertice basso, con Strootman e Pjanic a completare la squadra.

Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente.
In panchina: Storari, Rubinho, Ogbonna, Peluso, Caceres, Isla, Padoin, De Ceglie, Marchisio, Giovinco, Vucinic, Quagliarella.
All.: Antonio Conte.

Roma (4-3-3): De Sanctis; Maicon, Benatia, Castan, Dodò; Pjanic, De Rossi, Strootman; Gervinho, Totti, Destro.
In panchina: Skorupski, Lobont, Jedvaj, Burdisso, Torosidis, Romagnoli, Marquinho, Bradley, Taddei, Florenzi, Borriello, Ljajic.
All.: Rudi Garcia.

“Hei Glass dimmi se sono stanco oppure no”!

Hei, Glass, dimmi se sono pronto per riprendere a lavorare oppure no”!
Potrebbe essere questo il modus operandi con cui potremo interpellare in futuro gli  occhiali di Google, se il lavoro dell’équipe di Don Afergan, della Tufts University di Medford, Massachusetts, dovesse concludersi positivamente. Infatti gli scienziati hanno creato un dispositivo che utilizzando la luce potrà essere in grado di  misurare il livello di concentrazione di chi lo sta indossando, giudicando se è sufficientemente attento per continuare con il proprio lavoro oppure se è il caso che si prenda una piccola pausa relax.
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Glass: occhiali di Google
Come racconta il NewScientist, il sistema invia degli impulsi di luce, 12 al secondo per la precisione, alla corteccia prefrontale, misurando i fotoni riflessi dall’emoglobina ossigenata e deossigenata presente nel sangue. Attività cerebrali più complessi, infatti, fanno in modo che arrivi più sangue ossigenato al cervello, variando di fatto l’assorbimento e la riflessione della luce. Un software messo a punto dagli scienziati, a questo punto, interpreterà i segnali e farà in modo di riferire al soggetto, in tempo reale, qual è il suo livello di concentrazione. La tecnica prende il nome di spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNirs).

Il sistema, che nella versione prototipale è abbastanza ingombrante, si tratta per ora di un insieme di fibre ottiche connesse a una matrice di led posti sulla fronte del soggetto da monitorare e un aggeggio che converte gli impulsi luminosi in segnali elettrici, non è destinato a poltrire in laboratorio ancora per molto tempo, assicurano i suoi creatori. Afergan e colleghi, infatti, stanno cercando di integrare il loro dispositivo all’interno degli occhiali di Google: “Sono perfetti”, racconta lo scienziato. “Non c’è bisogno di molta fantasia per immaginare di incorporare un chip fNirs nelle stanghette degli occhiali”. L’applicazione più intrigante sembra essere un sistema di navigazione per le automobili in grado di adattarsi al livello di attenzione del guidatore.

Quando questi è massimamente concentrato, il sistema gli mostra solo le informazioni base tramite avvisi sonori; nei momenti di distrazione, il dispositivo potrebbe intervenire per svegliarlo e fornirgli più istruzioni.
L’équipe ha in mente anche di adattare Google Now, l’assistente digitale messo a punto da Big G, in modo tale che invii notifiche all’utente solo quando la sua mente è abbastanza sgombra.



Globalizzazione un paradosso senza fine?

Intorno agli anni ‘80, la globalizzazione economica ha avuto modo e condizioni favorevoli per potersi sviluppare velocemente, grazie anche ad una sempre più crescente libertà di fare. Ciò nonostante sia innegabile come abbia portato abbondanza e prosperità nei paesi più evoluti ed avanzati e nuove opportunità per i lavoratori di alcune zone povere del mondo, l’Asia su tutti, si sono evidenziati forti segnali che ne dimostrano la pericolosa fragilità.

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Il paradosso della globalizzazione
Un esempio eclatante è stato il collasso finanziario del 2008, che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo, proprio a causa di un effetto domino favorito proprio dalla globalizzazione. Queste considerazioni ci portano a riflettere sui rischi inerenti con i cosiddetti mercati iper-globalizzati, ovvero quei mercati in cui i confini nazionali non comportano più costi di transazione sul commercio e sulle attività finanziarie.

Un dogma che vige tra gli economisti è quello che la globalizzazione sia “cosa buona” e che vada sempre e comunque incentivata. Tale visione è una risultanza della “fede” incondizionata nell’efficienza dei mercati e nella loro capacità di auto-regolamentarsi. Ma cosa fare se ad un certo punto si scopre che la globalizzazione sta portando grandi vantaggi in particolar modo ai membri dell’élite finanziaria? I benefici del libero flusso di beni e capitali tramite i confini nazionali sono già stati, per la maggior parte, realizzati e quello che si prospetta all’orizzonte, se si dovesse procedere oltre nel processo di globalizzazione, è che i vantaggi sono ormai controbilanciati da grossi costi dovuti a disoccupazione, riduzione di salari, pensioni perdute e comunità urbane che si stanno svuotando. Per far in modo che il beneficio procurato dai mercati globali possa essere equamente distribuito, servirebbero strutture globali di governance che nella realtà non esistono e alla cui realizzazione la maggior parte degli uomini potenti si opporrebbe.

Dani Rodrik, professore prima a Harvard e ora all’Institute for Advanced Studies di Princeton, ha dato vita ad un simposio nel libro The Globalization paradox: Democracy and the Future of the World Economy (di cui è uscita anche la traduzione italiana, con il titolo Globalizzazione Intelligente, Editore Laterza) un pungente punto di vista sulle questioni poste dal fenomeno della globalizzazione. I punti salienti della sua argomentazione mettono in luce la necessità di gestire con estrema attenzione la globalizzazione, per evitare di incorrere in un paradosso, dal nome di “trilemma di Rodrik”: non è possibile perseguire simultaneamente democrazia, autodeterminazione dei singoli Stati e globalizzazione economica.

Al più, possiamo salvaguardare due di queste tre caratteristiche. Se ci muoviamo in direzione della iperglobalizzazione, siamo costretti a compiere una scelta tra democrazia e sovranità nazionale: una delle due va sacrificata. Troppa libertà ai mercati condurrebbe infatti a un’economia mondiale instabile con gravissime conseguenze politiche e sociali. Se invece concedessimo troppo potere ai governi nazionali finiremmo per cadere nel protezionismo. La globalizzazione è per sua natura dirompente: riorganizza i luoghi e le modalità di lavoro, e pertanto i luoghi e le modalità con cui si fanno profitti. Questo effetto destabilizzante è tollerabile da una società democratica solo se c’è fiducia che il processo sia corretto e porti giovamento alla maggior parte della popolazione.

Il punto da cui si sviluppa l’attrito tra iperglobalizzazione e democrazia è il naturale limite che determina la massima estensione dei mercati. Questo limite è definito dall’ampiezza delle regole di cui i mercati hanno bisogno per poter funzionare. A chi spetta il compito di stabilire queste regole? Le differenze sociali, culturali e di sviluppo tra i singoli Stati rendono estremamente difficile ipotizzare una governance globale. Pertanto, in pratica, il compito di assicurare la necessaria complementarietà tra mercati e regole sta ai governi degli Stati nazionali. Questo implica che l’unica opzione ragionevole sia di moderare le ambizioni rispetto alla globalizzazione economica. Senza un giusto bilanciamento tra istituzioni preposte alla governance e estensione dei mercati, si va incontro a problemi di legittimazione oppure di efficienza. Per evitare l’inefficienza che sarebbe derivata da regole globali, i mercati sono stati spinti verso una globalizzazione selvaggia. La proposta di Rodrik è di contenere la globalizzazione all’interno di limiti che diano ai singoli Stati libertà di policy e al contempo favoriscano un’adeguata regolamentazione dei mercati.

L’Eurozona
Un caso interessante è rappresentato dalla “zona euro”, dove è stato messo in atto un tentativo di governance globale. L’Unione Europea ha infatti dato vita a istituzioni per gestire un singolo mercato europeo, che riguarda il lavoro, i beni di consumo, i servizi, la finanza, e via discorrendo. Pensiamo al Parlamento europeo, eletto direttamente dai cittadini, alla Commissione europea, alla Corte europea della giustizia, incaricata di vigilare affinché le leggi nazionali non violino regole emanate a livello europeo. La zona euro ha creato contrasti tra governi nazionali e istituzioni centralizzate. A livello locale, ci si trova spesso in situazioni in cui i margini per un’azione politica efficace sono estremamente ridotti. È quello che alcuni studiosi hanno descritto come il problema di avere una policy senza politica a livello centrale e una politica senza policy a livello statale.

Conclusioni
Pare doveroso concludere lasciando la parola a Rodrik, che in un brano tratto dal suo libro scrive: «Noi possiamo e dovremmo raccontare una storia diversa riguardo alla globalizzazione. Anziché vederla come un sistema che ha bisogno di un singolo insieme di istituzioni o di una superpotenza dominante, dovremmo accettarlo come una collezione di nazioni diverse, le cui interazioni sono regolamentate da un insieme di norme leggere, semplici e trasparenti. Questa visione non costruirà una strada verso un mondo piatto – un’economia mondiale senza confini. Niente la costruirà. Renderà però possibile un’economia mondiale sana e sostenibile che lascia spazio alle singole democrazie di determinare il proprio futuro».

Lacrimare e sudare sangue! Una malattia rara per una triste storia quella di Delfina Cedeno

Lacrimare e sudare sangue! A causa di una malattia rara Delfina Cedeno una ragazza della Repubblica Dominicana davvero molto sfortunata, piange e suda sangue. Delfina Cedeno, purtroppo, perde sangue da ogni poro del suo corpo, e a causa di questo anormale disturbo ha tentato anche di togliersi la vita.

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Delfina Cedeno
Delfina ha scoperto di soffrire di questa rara sindrome soltanto 4 anni fa, quando iniziò ad avere perdite di sangue casuali, durante un periodo molto difficile della sua già travagliata vita, che gli causò parecchio stress. Queste crisi, da allora fino ad oggi, sono ulteriormente peggiorate, diventando sempre più costanti, arrivando a durare fino a ben 15 ore consecutive.

Chiaramente, se non si sottoponesse a delle trasfusioni con regolarità, rischierebbe di perdere la vita. In base a quanto dichiarato da tutti i medici che l’hanno visitata fino ad oggi, Delfina soffre di un disturbo che è provocato dalla fragilità dei suoi vasi sanguigni, i quali si tendono a rompere con un’eccessiva facilità nelle situazioni di maggiore stress. Dunque, da dove dovrebbero uscire lacrime e sudore, esce invece del sangue. Inizialmente, nessuno le credeva, ma quando iniziò a sanguinare davanti a un dottore, finalmente la sua famiglia le credette.
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