Il-Trafiletto

06/12/13

Nelle previsioni di IDC nel 2014 Android ed iOS si confronteranno a suon di tablet e smartphone!

Secondo quanto emerge dalle previsioni di IDC, nel prossimo anno, il 2014, l'ecosistema Android di Google sfiderà iOS di Apple nel 2014, a suon di tablet e smartphone.
L’aumento degli introiti e il numero di download presso lo store online Google Play per i dispositivi Android andrà crescendo. Le previsioni dicono anche di una diminuzione, di contro, dei ricavi e del numero di download presso l'App Store di Apple nello stesso periodo dell’anno che sta per entrare, in base ai dati raccolti da IDC, con i relativi risultati che saranno pari o poco più alti rispetto a quelli del 2013.
Ecco cosa ha affermato IDC nello specifico:
L'assalto ai dispositivi cellulari continuerà nel 2014 con un fatturato per i tablet in crescita del 18% e per gli smartphone del 12%. La community Android, guidata da Samsung, manterrà il suo vantaggio in termini di volume nel corso del prossimo anno superando Apple, mentre Apple manterrà stabile il suo margine operativo grazie al maggiore prezzo medio di vendita dei suoi prodotti e grazie al suo ecosistema consolidato di applicazioni.
Android vs iOS secondo IDC nel 2014

Ci sarà più spazio per Microsoft, che ha bisogno di raddoppiare rapidamente l'interesse degli sviluppatori nella sua piattaforma mobile Windows.
Gli investimenti cresceranno del 25% nel 2014 per le soluzioni cloud, raggiungendo oltre 100 miliardi di dollari, IDC prevede. "Una battaglia sarà per gli sviluppatori che potranno creare le applicazioni cloud-based e soluzioni che serviranno ad alimentare la crescita del mercato", secondo la società di ricerca.

Secondo IDC, poi, il 2014 sarà un anno in cui vedremo crescere i volumi di vendita di dispositivi mobili fino a 270.5 milioni di unità, per una percentuale di circa il 22% su base annuale. Tuttavia, anche se ci sarà una crescita, questa sarà inferiore rispetto a quanto avvenuto nel 2013 rispetto allo scorso anno. Questo perchè è in crescita il numero di phablet venduti (smartphone dal grande display) e, di conseguenza, si prevede in calo il numero di tablet con display da 7-8 pollici venduti.
E la cattiva notizia? Il mercato dei PC sarà messo ancora di più "sotto stress" con un fatturato a livello mondiale che calerà del 6% su base annua.

05/12/13

Toglietemi tutto tranne il mio…olio e le mie castagne!

L’autunno si sà, è il tempo di vino novello, olio nuovo e castagne, come tradizione gastronomica mediterranea comanda. Ma se per il vino non c'è da allarmarsi (almeno fino ad ora), per l'olio nostrano, e le castagne, che siano sempre presenti all’appello nelle nostre tavole non è poi così scontato. Ultimamente infatti i casi di infezioni del batterio Xylella, deleteria per gli ulivi del Salento e del cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus) per gli alberi di castagno di mezza penisola tricolore hanno suscitato più di qualche preoccupazione tra gli agricoltori, giunte fino all'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha provveduto a diramare qualche indicazione utile su come evitare il propagarsi delle infezioni. Ma iniziamo con il raccontare chi e cosa sono i patogeni che stanno compromettendo il futuro delle tavole nostrane.
Xylella fastidiosa è un batterio che si trasmette attraverso gli insetti meglio conosciuti come “sputacchine e cicaline”, che oltre agli ulivi può essere devastante anche per il mandorlo, il pesco, il susino, l’albicocco, la vite, gli agrumi, la pianta del caffè, la quercia, l’olmo, il Ginko e per finire la lunga sfilza di vittime che potrebbe mietere il “solare” girasole.
Uliveti e castagneti

Negli ulivi, alcuni ceppi di Xylella possono essere ritenuti patogeni, provocando il cosiddetto "complesso di disseccamento rapido dell'olivo", malattia che, scrive l'Efsa, ha colpito qualcosa come 8000 ettari di piante in Puglia, presentandosi con imbrunimento del legno e disseccamenti che coinvolgono foglie, rami e chiome stesse (anche se, secondo alcuni, la Xylella non vada ritenuta l'agente primario di quanto osservato in Salento).

Collega, per modo di dire, nei castagneti è il cinipide galligeno, un insetto che impestando le piante ne blocca il ciclo vitale che quest'anno a contribuito a far scendere la produzione di castagne nazionali sotto i 18 milioni di kg.
Ma come si possono combattere le infezioni così diffuse? Dipende. Se per le castagne la strategia è tipicamente di tipo biologico - ovvero affidarsi alle infezioni dell'insetto antagonista Torymus sinensis, che parassita uova e larve del cinipide - diverse sono le misure messe in atto per combattere la Xylella. Quelle emanate dalla Regione Puglia hanno lo scopo di prevenire, controllare e possibilmente eradicare il batterio. Come?

Punto primo: affidandosi alle ispezioni, monitorando lo stato di salute delle piante e affiancando analisi di laboratorio per individuare la presenza del batterio. Qualora venga confermato un caso di infezione è necessario procedere attraverso una serie di misure, come l'estirpazione della pianta, la bruciatura delle potature, evitare il movimento di materiale infetto, ricorrere all'uso di insetticidi per il controllo dei vettori e operare la pulizia dei canali di bonifica e irrigazione.

Misure che non chiamano in causa solo gli agricoltori, ma anche i vivai e chiunque si trovi a operare nella zona infetta. Per l'Efsa la sorveglianza sul commercio delle piante e il controllo della presenza di insetti infetti contenuti nelle spedizioni vegetali sono i modi più adeguati per contenere il rischio di diffusione del patogeno. E per contrastare il rischio di diffusione su più larga scala anche l'Unione europea è pronta a venire in soccorso della Puglia.

La questione della scomparsa di un patrimonio ambientale come quello rappresentato da castagneti e uliveti è ancora ben più delicata di quel che sembra però, perché non riguarda solo l'agricoltura e l'identità di un prodotto tradizionale. Infatti non sono poche le voci in controcorrente, quelle che gridano alla bufala, a inutili allarmismi e alludono a possibili interessi mascherati dietro le esigenze di estirpare gli ulivi nel Salento. Quali interessi? Quelli  delle biomasse, dei biocarburanti e dell'industria chimica-industriale. Certo è che il problema delle infestazioni da insetti e batteri è quanto mai attuale.

Così tanto che un gruppo di esperti sulle pagine di Diversity & Distributions si chiede come la coltivazione di piante non tradizionali, i cambiamenti climatici e il mercato globale dei prodotti vegetali influenzerà le infestazioni agricole del futuro e dove queste potrebbero colpire. E l'Italia, purtroppo, insieme a Francia, Ungheria, Spagna e Germania, è tra i paesi che rischiano di diventare vittime di nuove pesti. Infestate da chi? Impossibile dirlo con certezza, ma gli autori del paper su Diversity & Distributions hanno le loro idee. Per il futuro il pericolo potrebbe venire dalla Spodoptera litura, dalla Diabrotica barberi e dal Pheletes californicus.



Alla ricerca del più antico Dna umano!

Ricerca che ti ricerca, scavando un pò qui e poi li, i solitari Neanderthaliani paiono essere sempre più soli! Questo è quanto viene fuori dall'analisi del Dna di questi ultimi: se soltanto qualche tempo fa eravamo giunti a raccontare come fosse stata rimessa in discussione l'ipotesi dell'origine unica, in base alla quale l’Homo sapiens si sarebbe dato origine da una singolare specie dalle origini Africane, una nuova teoria in merito, risultato di nuovo studio, pubblicato oggi su Nature, fa si che i Neanderthal siano sempre più lontani perfino dagli ominidi spagnoli più antichi, vissuti all’incirca 400mila anni fa, che sarebbero invece molto più accostabili al gruppo eurasiatico dei Denisovan.
Matthias Meyer e comapagni, infatti, hanno pensato bene di estrarre il Dna mitocondriale (ovvero quello che si eredita solo per linea materna) dal femore di un ominide rinvenuto a Sima de los Huesos (cioè Cava delle ossa), una sorta di cava sotterranea nella Sierra de Atapuerca, nel nord della Spagna. Si tratta del Dna più antico mai rinvenuto ad oggi.
Dna umano più antico

Gli scienziati sono riusciti nell’intento di ricostruire il genoma mitocondriale quasi completo dell'individuo, ipotizzando di trovare diversi tratti comuni con i Neanderthal: “I fossili di Sima de los Huesos hanno proprietà simili a quelle dei Neanderthal”, si nota nello studio, “per esempio, rispetto alla morfologia dentale, mandibolare, medio-facciale, sopraorbitale e occipitale”.
Eppure, a quanto pare, non è proprio così: i ricercatori non sono riusciti a trovare alcun antenato comune tra l'ominide spagnolo e i nostri cugini.

Al contrario, hanno scoperto parecchie somiglianze con l'Homo di Denisova, identificato nel 2010 basandosi su sequenze di Dna ricavate da una falange e un molare portati alla luce nella Siberia del sud. “Basandoci sull'analisi del loro genoma nucelare”, raccontano ancora gli scienziati, “sappiamo che si tratta di un gruppo sorella [sister] dei Neanderthal”.

C'è da dire, comunque, che il Dna mitocondriale degli esseri umani moderni ha un antenato comune più recente con i Neanderthal che non con i Denisovan, il che potrebbe essere dovuto “a un flusso di geni arrivati ai Denisovan da un altro gruppo arcaico”.In ogni caso, per spiegare la scoperta, i ricercatori ipotizzano diversi scenari evolutivi.
“Anzitutto, gli ominidi di Sima de los Hueses potrebbero essere strettamente imparentati con i progenitori dei Denisovan”, anche se la presenza di quest'ultimi nella regione indicherebbe un loro spostamento spaziale non suffragato da altri ritrovamenti.

È anche possibile, però, che “gli ominidi spagnoli rappresentino un gruppo distinto sia da Denisovan che da Neanderthal, e che abbiano dato più tardi il loro contributo genetico ai primi”. O, ancora, potrebbe essere che “un flusso di geni abbia portato il Dna mitocondriale simile a quello dei Denisovan nella popolazione di Sima de los Hueses o nei suoi antenati”. Per capirlo, saranno necessarie ulteriori analisi e, magari nuove scoperte. E la cava potrebbe rivelarsi estremamente interessante: Sima de los Huesos ha custodito la più grande collezione al mondo di fossili del medio Pleistocene – 28 individui in totale – e quindi potrebbero essere possibili nuove estrazioni di Dna.

Sorteggio azzurro per i mondiali di calcio 2014: molti rischi dietro l’urna ed un sacro santo “mea culpa”!

Se le notti del “popolo sportivo calcistico” sono diventate insonni a causa del sorteggio riguardo i gironi del Mondiale 2014, la “colpa” è tutta della nostra beneamata Nazionale condotta dal sobrio e mai fuori dalle righe Cesare Prandelli che ha fatto proprio di tutto ed anche di più per rendersi la vita più complicata di quanto già non sia di suo. Fedele al vecchio motto "oneri e onori", come di fatti, non si può disconoscere la paternità agli Azzurri, e conseguentemente al buon, a volte anche troppo, ct Cesare Prandelli, il merito o demerito fate voi di aver ottenuto la qualificazione matematica con due turni di anticipo, un risultato mai raggiunto prima. Ma c’è un…ma!
Nonostante tutto, non si può essere ciechi dinanzi al fatto che, una volta ottenuto il via libera per partecipare al Mondiale in programma in Brasile, alla nostra Nazionale rimanevano soltanto due partite per fregiarsi del titolo di testa di serie, e conseguentemente usufruire di un sorteggio nella fase finale (quello che oggi ci appare un incubo) più o meno morbido. La rabbia cresce ancor di più se si considera che le due partite erano più che abbordabili: contro una Danimarca ben lontana dall’essere lo spauracchio di quella degli anni ‘90, e l'Armenia, sulla cui efficacia calcistica non mi sembra sia il caso di aggiungere altro, con tutto il rispetto ovviamente.
Mondiali Brasiliani 2014

Sarebbe stata sufficiente una vittoria…una sola misera vittoria a scelta, in una delle due gare, che invece la Nazionale di Prandelli ha chiuso con due pareggi faticosi e rocamboleschi: una colpa evidente che ci ha fatti precipitare dal 4° al 9° posto nel ranking, con la conseguenza di lasciare il posto di testa di serie a rappresentative niente pò pò di meno che a Belgio e Svizzera! Bisogna dire che certe prodezze, siamo capaci solo noi di farle…mi fermo qui che è meglio. Mea culpa mea massima culpa!
Adesso temiamo un girone, al mondiale brasiliano, nel quale potremmo dovere incontrare subito squadre come: Brasile, Olanda e Stati Uniti, tanto per dare un volto a quello che molti chiamano incubo. Se siamo arrivati a questo punto, è bene ripeterlo, dobbiamo ricordare le partite con Danimarca e Armenia (tanta lana quest’ultima!).

Per il resto una Nazionale che si presenta a un Mondiale per vincerlo, come è giusto che sia come quella Azzurra, non può e non deve farsi un problema degli avversari, sarà un girone di ferro per noi ma lo sarà anche per gli “Altri”: li deve battere, punto e capo a. Cosa che in passato è già riuscita quattro volte, con la conquista del titolo mondiale.

Comunque che una partenza "morbida"sia preferibile per l'Italia, tra l'altro, è tutto da dimostrare: le sconfitte più cocenti, nella storia passata del nostro calcio, sono arrivate proprio contro avversari di secondo piano. In genere, contro avversari forti, le cose vanno decisamente meglio.




Ucraina: confronto a Kiev tra Russi ed occidentali! Il Parlamento bloccato.

Un deciso faccia a faccia tra Russi e occidentali, in quel di Kiev, capitale Ucraina destabilizzata recentemente dalle manifestazioni, per una consulta dei ministri degli Esteri dell'Osce, nel momento in cui cresce la pressione sul presidente Vitkor Yanukovych a seguito il suo dietrofront riguardo l’associazione con la Ue. Nella giornata di ieri i facenti parte dell'opposizione hanno ricevuto il supporto dei maggiori paesi occidentali, in aggiunta ai tre predecessori di Yanukovych, apertamente favorevoli con la contestazione in atto filoeuropea, che chiede a gran voce la sospensione della firma dell'accordo di associazione con Bruxelles oltre che le dimissioni dell’attuale presidente e quindi del governo.

Le minacce e le pressioni esercitate sull'Ucraina per isolarla dall'Ue sono «inaccettabili», ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, facendo riferimento alla Russia, durante un Consiglio ministeriale dell'Osce a Kiev.
Il segretario generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa Lamberto Zannier in sintonia e collaborazione con il capo della diplomazia tedesca Guido Westerwelle ieri sera erano con i manifestanti su Piazza Indipendenza Maidan (piazza) per gli ucraini, in possesso dei manifestanti da domenica dopo un protesta che ha raccolto oltre 100mila persone.
OSCE

«Siamo qui in quanto europei a casa di europei. Le porte dell'Unione europea restano aperte» ha detto Westerwelle dopo aver incontrato i leader dell'opposizione ucraina, tra cui il pugile Vitali Klitschko.
Alla riunione dell'Osce saranno presenti circa 30 delegazioni, tra cui quella russa, con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, Westerwelle, e i ministri di vari paesi tra cui quello della Polonia, storicamente legata all'area occidentale dell'Ucraina e in prima linea negli sforzi per avvicinare Kiev alla Ue.  

John Kerry, capo della diplomazia americana, ha disdetto la sua presenza a Kiev, ma ieri in Moldova ha espresso il suo sostegno all'opposizione, e oggi la segretaria aggiunta del dipartimento di Stato Victoria Nuland sottolinea, affermando che Washington sta con il popolo ucraino «che vuole un futuro in Europa». Dichiarazioni che stridono con quelle di Lavrov, che ieri ha mosso accuse verso gli occidentali di inviare un «messaggio sbagliato» agli ucraini.

A una domanda sulle rivendicazioni della piazza, un alto responsabile del governo molto vicino a Yanukovych ha affermato che le elezioni anticipate potrebbero essere oggetto di discussioni con l'opposizione. «Dobbiamo tenere negoziati» ha detto il vicepremier Sergei Arbuzov ieri sera alla Tv. «Poi, quando ci saranno le proposte ufficiali, discuterle» ha aggiunto il 37enne Arbuzov, componente di primo piano della cosiddetta "famiglia" che circonda e consiglia il presidente. L'opposizione manifesta da due settimane contro la sospensione decisa dalle autorità del processo di associazione con la Ue, in favore di una maggiore collaborazione con la Russia.

Il rifiuto di Yanukovych, al vertice di Vilnius di venerdì scorso, di firmare l'intesa in preparazione da oltre tre anni ha convinto migliaia di manifestanti a occupare la Maidan, luogo simbolo della rivoluzione arancione del 2004, che mandò al potere i filo occidentali. La mobilitazione è esplosa dopo che la polizia sabato ha disperso con la violenza una manifestazione sulla Maidan, ferendo decine di persone. Domenica sulla Maidan erano oltre 100mila e i feriti negli scontri con la polizia centinaia. Yanukovych è da martedì in Cina in visita ufficiale e sula via del ritorno dovrebbero far scalo a Mosca. A Kiev migliaia di manifestanti sono ancora in piazza stamani, tra tende e bracieri per affrontare il gelo. «L'Ucraina è Europa» si legge sui cartelloni sulla Maidan.

Yanukovych in Cina incontra il presidente cinese Xi Jinping
Nel mentre, il presidente ucraino Viktor Yanukovych, duramente contestato a Kiev nell'ultima settimana, ha incontrato oggi a Pechino il presidente cinese Xi Jinping. La sua visita nella Repubblica popolare, data per incerta fino all'ultimo minuto, è venuta in uno dei momenti di massima tensione nelle strade della capitale ucraina e mentre a Kiev sono riuniti i ministri degli esteri dei paesi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).






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