Il-Trafiletto
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06/03/14

"Gocce" di notizie: Renzi "Il Jobs act e' pronto"

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da Siracusa, dove ha incontrato i sindaci della zona, gli alunni di una elementare e un gruppo di imprenditori, annuncia che mercoledi' prossimo illustrera' a palazzo Chigi i provvedimenti che intende adottare. Il Jobs act e' pronto, cosi' come il piano casa e quello per l'edilizia scolastica. "Mi prendono in giro se dico che faccio una riforma al mese, ma non c'e' alternativa", replica ai detrattori. "Non si puo' cambiare un Paese se non si inizia dalla politica e dalla Pubblica amministrazione". Per le scuole, ricorda, "ci sono 2 miliardi di euro. Non sono sufficienti per tutti i Comuni, ma vanno spesi anche per dare un segnale. Faremo della scuola un luogo di grande bellezza". Sulle riforme, e principalmente su quella del Senato, "ci si gioca la vittoria della scommessa. Se non ci riusciremo avremo perso anche se l'economia riparte", scandisce prima di assicurare ai sindaci del Siracusano che "l'Italia non ha finito il proprio tempo. Trovo rassegnazione tra molti di voi, ma dobbiamo dire che attraverso il sacrificio di tutti non ce la fara' solo il governo Renzi, ce la fa l'Italia. Non e' il governo sul filo. Sul filo - aggiunge - ci siamo tutti". Agli insegnanti dell'istituto comprensivo 'Raiti' rivolge un ringraziamento: "Con il vostro lavoro salvate il Paese. Guadagnate poco, ma siete il cardine dell'Italia". Poi rassicura i bambini: "Ci confermate che dobbiamo tenere in vita i vostri sogni. Tanti dei vostri genitori - afferma - forse hanno difficolta' per il lavoro. E' un momento molto difficile, il piu' difficile da 30 anni. Ma adesso c'e' la possibilita' di investire per nuovi posti di lavoro". Le visite nelle scuole che il premier ha intenzione di fare ogni settimana sono state al centro di un botta e risposta con Beppe Grillo. Al leader di M5s che le ha paragonate a quelle di Benito Mussolini con i figli della lupa, Renzi risponde con un post su Facebook: "Beppe Grillo e' nervoso. Non vuole che io vada nelle scuole, mi vorrebbe rinchiuso nel palazzo. Ma io sto con gli studenti, le insegnanti, le famiglie e i sindaci. Mentre i suoi stanno fuori ad urlare con Forza Nuova. Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei!". Prima di ripartire per Roma, durante un incontro con gli imprenditori siracusani, il capo del governo interviene infine nel dibattito sulla riforma della legge elettorale. "Ho visto che qualcuno dice che voglio fare la legge elettorale 'solo per la Camera'. E' quello che abbiamo sempre detto perche' la scommessa e' cambiare il Senato cosi' com'e'. Questa - conclude - e' la riforma chiave dell'azione di governo".                                                                       fonte (AGI)

04/03/14

Le "epurazini" dei Senatori del M5S | "Pizzarotti e' nella black list di Grillo da tempo".

Federico Pizzarotti conferma per il 15 marzo l'appuntamento con sindaci e candidati sindaci grillini. Anche se ieri Grillo era stato molto duro su twitter scrivendo che "l'incontro con i sindaci ed i candidati sindaci M5S organizzato da Pizzarotti a marzo non e' stato in alcun modo concordato con lo staff, ne' con me". Gia' Giovanni Favia, primo storico 'cacciato' dal Movimento, ha sostenuto che "Pizzarotti e' nella black list di Grillo da tempo". 


Luis Alberto Orellana, uno dei quattro appena espulsi e dimissionario, e' convinto che "quello di Grillo, sostiene è segno di nervosismo ma certo se Pizzarotti conferma l'incontro con i sindaci, lo fanno fuori". La democrazia e' una bella cosa - dice ironico - ma secondo Grillo siamo in guerra e la democrazia non possiamo permettercela". I 5 stelle? "E' un esercito" risponde secco. Intanto, gli espulsi lavorano alla costituzione di un nuovo gruppo, come annuncia il senatore Lorenzo Battista, anche se i tempi potrebbero essere lunghi.

L'obiettivo dei fuoriusciti ed espulsi e' formare "un nuovo gruppo politico, avere un'identita' come gruppo"; sara' formato solo da ex 5 stelle, precisa, sara' "piu' democratico e non ci sara' alcun leader, tutti potranno esprimere il proprio pensiero liberamente". "Fiducia condizionata su punti e risultati ottenuti dal Governo Ranzi" sottolinea ancora. E alla Camera, tra gli integralisti, c'e' gia' chi ironizza: "Nasce il gruppo di Battista.. Ora confonderanno Battista e Di Battista". Mentre il primo e' stato espulso da M5S, il secondo, Alessandro Di Battista, e' tra i fedelissimi. I numeri comunque al Senato ci sarebbero: oltre ai 4 espulsi (Battista, Bocchino, Campanella e Orellana), ci sarebbero anche i 3 ex che gia' si trovano nel Misto (De Pin, Anitori, Mastrangelo e Gambaro). E poi a questi, potrebbero sommarsi anche i 5 senatori dimissionari (Mussini, Casaletto, Bencini, Bignami e Romani) che pero' al momento, finche' le dimissioni non saranno approvate - ipotesi abbastanza remota e comunque i tempi non sono immediati - rimarrano a lavorare con il gruppo M5S. Tra l'altro, finora nelle loro dichiarazioni hanno sempre smentito di voler passare ad altro gruppo. In stand by, invece, la situazione alla Camera dove i deputati piu' critici alla linea del Movimento sono una piccola minoranza. Uno di loro lo ammette: "Il problema e' che non abbiamo i numeri, siamo una decina e non bastiamo". Ma intanto, osservano e discutono. Anche animatamente perche', come spiega un altro deputato, "ognuno va per se', non c'e' un gruppo. La difficolta' e' anche questa". Alessio Tacconi, passato al Misto, ha avuto contatti telefonici con alcuni degli ex colleghi ma anche lui conferma che al momento nulla si muove. Un altro ammette: "E poi se fai una critica generale, ti fanno fuori subito. Non puoi parlare. Al limite puoi fare critiche nel merito dei provvedimenti..". E' nervoso Tommaso Curro', un dissidente della prima ora che ha gia' rischiato l'espulsione, e che oggi su Facebook ha scritto un esplicito "Andate affanc... tutti!" a proposito di presunte sue cene segrete con Civati. E in transatlantico sbotta: "E' 10 mesi che sopporto. Ora basta. Venerdi' appena incontro gli attivisti li faccio neri. Mi sono scocciato di tutte queste dicerie su di me, tutte false". A fianco c'e' Walter Rizzetto, anche lui considerato una delle voci critiche del Movimento, ma che sull'ipotesi di lasciare o meno il gruppo fa il misterioso: "Ho deciso. Non vi dico cosa ma ha deciso". Intanto racconta che sul territorio - Friuli Venezia Giulia - gli attivisti sarebbero spaccati e che molte sono le sollecitazioni di chiarimento che arrivano. Secondo quanto si apprende, infatti, agli attivisti del Friuli non sono piaciute le modalita' delle espulsioni e contro il triestino Battista non c'era alcuna sfiducia del territorio. (AGI) .

22/12/13

Primo sì alla trasformazione delle Province

Trasformare i consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito;
la Camera ha approvato ieri sera il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane.
Il ddl del ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, ora va al Senato: se diventerà legge, trasformerà i consigli provinciali in assemblee di sindaci (eliminando stipendi a giunte e consiglieri), istituirà 9 città metropolitane e regolerà la fusione dei comuni.
Il ministro degli Affari regionali,
Graziano Delrio

I consigli provinciali diventeranno assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; istituzione di 9 città metropolitane; disciplina della fusione dei comuni: sono questi i tratti salienti del disegno di legge Delrio su "città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni" approvato alla Camera dei Deputati in tarda serata sabato. L’assemblea di Montecitorio ha approvato il disegno di legge con 277 voti favorevoli e 11 contrari (Sel). Hanno votato a favore Pd, Nuovo centrodestra, Scelta civica, Per l’Italia; contro Lega e Sel. Non hanno partecipato alla votazione in segno di protesta la Lega Nord, Forza Italia e il Movimento 5 Stelle. Si tratta solo del primo passo per l’ok definitivo: il provvedimento deve ora passare infatti all’esame del Senato. Nell’intento del disegno di legge, che dovrà essere ora discussa dal Senato - le Province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a oggi, non bisognerà pagare gli stipendi a presidenti, consiglieri e assessori. La struttura portante della Repubblica delle autonomie dovrebbe avere il suo perno su due soli livelli territoriali di rappresentanza politica: i comuni e le regioni. Ricordiamo che la Provincia di Piacenza va in scadenza di mandato nella primavera prossima: il governo ha deciso di non far celebrare le elezioni in vista dell'abolizione.
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