Il-Trafiletto
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20/07/14

Il cervello | Può trasferire i ricordi di un'altra persona? | I pesci | Possono raffreddarsi?

Cate Blanchett nei panni di Bob Dylan
nel film "lo non sono qui"; quanto di più simile
a un trapianto di cervello
Può un trapianto di cervello conferire i ricordi di qualcun altro? Non esiste niente di simile a un trapianto di cervello. 

Non solo perché al momento non siamo in grado di eseguirlo, ma perché mettere il cervello di qualcun altro nel nostro corpo ci farebbe ottenere un trapianto di corpo, non un trapianto di cervello! Nel caso di un simile trapianto il tuo corpo riceverebbe i ricordi del cervello trapiantato, ma ne riceverebbe anche la personalità: "tu" non riceveresti i ricordi altrui perché non esisterebbe più un "tu". Nemmeno il trapianto di parte del cervello di un'altra persona avrebbe l'effetto di trapiantarne i ricordi, poiché la memoria è distribuita fra diverse regioni del cervello: quasi ogni parte ha un ruolo nel conservare o processare i ricordi.

...etciù!!!
Ai pesci può venire il raffreddore? 
La comune rinofaringite è causata da una tra le circa 100 possibili forme di Rhinovirus, che prosperano tutte a temperature comprese tra 30 e 35° C. Gli agenti virali, dunque, non potrebbero sopravvivere nei pesci, animali a sangue freddo, che non sono in grado di mantenere una temperatura corporea costante e solitamente si ambientano in acque più fresche rispetto a questo intervallo termico. I pesci sono esposti a diverse infezioni virali, nessuna delle quali è però simile al raffreddore, visto che questi animali sono privi di polmoni, non respirano aria e non potrebbero dunque starnutire, tossire e neppure prendere un'aspirina e mettersi a letto!(science)


06/07/14

Facebook | Presentati al meglio | Cambia la foto del tuo profilo

Da bruco a farfalla sul social network più popolare: sei semplici trucchi spiegati da Jeremy Dean. Non sempre siamo onesti quando ci descriviamo su Internet: frequentando Facebook e Twitter, tutti ci siamo imbattuti in "domatori di leoni professionisti" o "piloti di F1 part-time". È possibile, però, mentire bene e trarne beneficio? 

Ci sono tecniche per modificare quel tanto che basta il proprio profilo e atteggiamento online per risultare più carismatici e conquistare più amici e più credibilità "social"? La risposta è sì: una nuova ricerca dell'Università di Helsinki ha dimostrato che anche piccoli aggiustamenti apportati alla propria presentazione su Facebook possono farci guadagnare in sicurezza, apertura mentale e fascino agli occhi dei naviganti. In queste pagine, ecco le sei mosse giuste da fare per presentarci al meglio e conquistare il mondo dei social network.
Cambia la foto del profilo
su Facebook

CAMBIA LA FOTO DEL TUO PROFILO
Le prime impressioni sono importanti: esistono decine di studi a dimostrazione del fatto che l'incontro numero uno lascia impronte indelebili, difficili da cancellare. L'equivalente digitale della prima impressione è la foto sul proprio profilo: i visitatori riescono a ricavarne una quantità sorprendente di informazioni. In una ricerca condotta da psicologi finlandesi, è stato chiesto a 50 partecipanti di posare per 11 diverse fotografie, esprimendo tratti della personalità che andavano dall'entusiasmo alla spensieratezza. Le immagini sono poi state mostrate a 401 persone, invitate a classificare le finte personalità rappresentate. Lo studio ha dimostrato che le diverse pose riuscivano a trasmettere molto efficacemente i vari aspetti della personalità. In altre parole, le foto che scegliamo per il nostro profilo sui social media possono farci apparire nevrotici, estroversi, simpatici e così via.

Per esempio, le persone che, nelle immagini esaminate, non guardavano in camera, sono state percepite di mentalità più aperta rispetto a quelle rivolte frontalmente. Proviamo, quindi, a mostrare agli amici la foto del nostro profilo, chiedendo loro quali aspetti del nostro carattere mettono in evidenza. I risultati potranno stupirci, o al contrario dispiacerci: in ogni caso, è sempre utile conoscere altri punti di vista. I ritratti non suggeriscono soltanto aspetti della personalità: chi li guarda, infatti, ne trae anche conclusioni di natura sociale. Ricercatori dell'Università del Missouri hanno scoperto che le foto dei profili su Internet contenenti "indicatori sociali" venivano giudicate più attraenti sia dal punto di vista sociale sia fisico. Le immagini che comprendono indicatori sociali sono quelle che ci mostrano, per esempio, mentre imbracciamo una chitarra o giochiamo a tennis: qualsiasi cosa che fornisca indizi su chi veramente siamo. Il classico formato fototessera, dunque, potrebbe non avvantaggiarci affatto.(science)



02/05/14

"Che colpa ne ho se mi sono dimenticato"

"Che colpa ne ho se mi sono dimenticato"? E' una colpa dimenticarsi? Possiamo fare qualcosa per migliorare la memoria?

L'importanza della memoria
Senza la memoria non avremmo un'identità, una storia personale, una individualità, in poche parole non saremmo “nessuno”. Senza memoria è impossibile dialogare di conseguenza sono preclusi tutti i canali di comunicazione pur rimanedo attivi la vista il tatto e l'udito. E' lei che ci forma una personalità, ricordando quello che riteniamo importante imparare nella nostra esistenza. Un signore australiano all'uscita da un centro commerciale, non ha più trovato la sua auto. Convinto di aver subito un furto, ha attivato immediatamente la polizia denunciando il furto, la quale si è attivata immediatamente ritrovando la macchina, pochi minuti dopo, nel parcheggio del centro commerciale esattamente dove il proprietario l'aveva parcheggiata. Il Sergente Garry Smith commenta: “A tutti capita una brutta giornata. Io ogni tanto mi dimentico che ci sono due ‘r’ in Garry. In ogni modo, un buon servizio offerto dalla polizia locale”.
Non "cestinare" la memoria

Episodi di dimenticanza ben peggiori possono capitare, come ad esempio la dimenticanza di un figlio sul sedile posteriore della macchina, capitata ad un padre colpevole della morte di suo figlio. Questo capita perchè ci affidiamo alle abitudini. Non faceva parte delle sue abitudini portare il figlioletto all'asilo, e messo in macchina la mattina, il padre abitualmente si recava al lavoro parcheggiando nello stesso parcheggio, chiudendo la portiera e allontanarsi senza neanche dare un'occhiata alla macchina dimenticando ciò che era al di fuori da questa routine. Quante volte ci accorgiamo d'aver fatto un tratto di strada, che abitualmente facciamo ogni giorno, che non abbiamo il ricordo di aver percorso?. Questo avviene perchè ci affidiamo alle abitudini senza usare la memoria. La memoria è importante per vivere la propria personalità, va quindi alimentata, curata, coccolata, e sopratutto allenata. Leggete almeno due libri all'anno, mangiate pesce azzurro almeno una volta alla settimana, allenatevi ad associare immagini a numeri da ricordare , ma sopratutto non affidatevi alle abitudini. Cambiate strada spesso, sia quella che vi porta al lavoro sia quella che vi porta a vivere la quotidianità. Le abitudini uccidono la memoria e la personalità. Dimenticarsi è quindi un colpa.


09/12/13

Come vi ponete di fronte alla scelta e organizzaione dei regali di Natale? La psicologa risponde

La metodologia attraverso la quale facciamo i regali di Natale, rivela qualcosa della nostra personalità, del nostro carattere, del nostro modo di essere.  Lo spiega la dottoressa Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, presidente di Eurodap ( Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico). In base alle tipologie che la dottoressa Vinciguerra spiega, si intuiscono aspetti interessanti della nostra personalità, con sfumature che a volte ci sfuggono. Vediamo insieme qauli sono e cosa ci raccontano.
A Natale c'è il 'ripetitivo', che tende a fare lo stesso regalo ogni anno, il 'frettoloso', che vede i doni natalizi come una 'pratica' da sbrigare il prima possibile, l'originale, che cerca sempre il modo di stupire.
Regali

E poi quello che fa i famosi "pensierini" un po' a tutti e, al contrario, il 'selettivo' che si dedica solo ai regali da fare ai familiari più stretti. Ogni modo di fare un dono a Natale nasconde però una diversa personalità. "Dietro il gesto di uomo che fa lo stesso regalo alla moglie ogni anno - spiega ad esempio Vinciguerra - c'è insicurezza, paura di sbagliare, o anche mancanza di fantasia. Probabilmente si tratta di una persona che non ascolta e sceglie il dono in relazione a ciò che a lui piace di più , oppure disinteressata , che fa un regalo giusto per farlo". Anche il frettoloso, che sceglie rapidamente i regali cercando di "archiviare" il prima possibile la "pratica" secondo la psicologa "fa il regalo perché deve farlo, non si lascia trasportare dall'atmosfera natalizia. E' una persona a cui pesa andare in giro alla ricerca del dono giusto, ma se tiene questo atteggiamento anche nella ricerca del regalo per i propri cari ciò può essere la 'spia' di una comunicazione non molto sviluppata in famiglia, della mancanza di scambio". Poi c'è l'originale, che tenta di stupire a tutti i costi. "Un conto è essere originale nella scelta del dono con un'amico, una persona con cui mi sento particolarmente in sintonia - evidenzia Vinciguerra - un altro è per esempio cercare di esserlo con un parente anziano, in un contesto che non è quello adatto. Se poi l'originalità è portata all'estremo denota un certo egocentrismo: voglio mostrare che sono unico, diverso, speciale". Infine, c'è chi fa tanti "pensierini" a tutti, ma che non è detto che sia una persona così aperta come questo suo atteggiamento vuole mostrare. "E' inutile farsi mettere in crisi da questo tipo di persona se non abbiamo pensato di farle un regalo - sottolinea la presidente di Eurodap - tuttavia, se il gesto ci ha fatto particolarmente piacere, possiamo ricordarcene per le feste successive". Il contrario è il selettivo, che invece sceglie i regali esclusivamente per i familiari stretti. "Chi ha questo atteggiamento considera lo scambio del dono importante per una relazione affettiva a cui tiene in modo particolare - spiega Vinciguerra - generalmente è una persona un po' chiusa, ma non sempre". "Nella scelta del regalo - conclude la psicologa - i tre 'ingredienti' che non devono mai mancare sono scambio, ascolto e generosità. Ma soprattutto è fondamentale focalizzassi più che sui propri gusti su quelli della persona per la quale il dono è destinato".
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