Il-Trafiletto
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10/06/14

Roma | Processo baby-squillo Parioli. Chiesti 16 anni per l'ideatore del "giro", Mirko Ieni e 6 anni per la mamma di una delle ragazze.

Vi ricordate lo scandalo delle baby-squillo dei Parioli, a Roma? Era l'ottobre del 2013 quando venne alla luce un giro di ragazzine squillo e i carabinieri del nucleo investigativo di Roma arrestarono quattro clienti e la mamma di una baby, quest'ultima perchè secondo la procura, induceva la propria figlia a prostituirsi. La Procura di Roma, a nome del procuratore aggiunto Maria Monteleone,del Pubblico Ministero Cristiana Macchiusi nell'udienza con rito abbreviato davanti al giudice Costantino De Robbio, ha richiesto la condanna a sedici anni e mezzo di reclusione per Mirko Ieni, l'uomo che si ritiene sia l'artefice del giro di prostituzione scoperto e che viene definito "soggetto dalla capacità criminale pericolosa,che non esitava a dare droga e a far prostituire donne con le quali aveva a che fare". L'accusa ha chiesto anche sei anni di reclusione per la mamma di una baby-squillo, accusata di sfruttamento della prostituzione, mentre otto mesi sono stati chiesti per un cliente, Gianluca Sammarone. Altre persone sono imputate in questo processo, vale a dire Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell’Esercito, Riccardo Sbarra, Mario Michael De Quattro, Marco Galluzzo e Francesco Ferraro. Per uno di questi, Mario Michael De Quattro, pende una imputazione per tentata estorsione, per aver chiesto a una delle ragazze la somma di 1.500 euro minacciandola di diffondere un video che la riprendeva durante un rapporto.Sono stati chiesti inoltre quattro anni di reclusione, più tremila euro di multa, per l'imprenditore Marco Galluzzo, accusato di aver ceduto cocaina in cambio di prestazioni sessuali. La sentenza del processo potrebbe essere emessa in giornata. (Nella foto, presa dal web, l'imputato Mirko Ieni)

10/05/14

Un'altro caso di baby squillo

Un'altro caso di baby squillo a Ladispoli in provincia di Roma. Protagoniste tre minorenni per mesi sul marciapiede in cerca di uomini a cui vendersi per pochi euro, a volte anche per una birra

La spiegazione delle ragazzine sul perchè : «Non ho i soldi per andare in discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare». Cose così, «tanto, chi se ne frega!», tagliano corto come se la storia non fosse la loro. Gli investigatori,dopo aver allertato il Tribunale dei minori, hanno avviato le indagini e sembra che ci sia una lista di clienti delle ragazzine e sarebbero sulle tracce di un’organizzazione dedita all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione minorile oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Lo facevano per pochi spiccioli, a volte per una birra al bar e via di nuovo sulla strada per il prossimo cliente e un altro e un altro ancora, salire e scendere dalle macchine. Bastava la ricarica per il cellulare per dare la propria "prestazione" appartati anche in un angolo del parcheggio.
A volte chiedevano soldi, qualche decina di euro, o un po' di droga. Le baby squillo provano a spiegare perché l’hanno fatto: «non ho i soldi per andare in discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare, tanto, chi se ne frega!» con una scrollata di spalle tagliano corto come se stessero parlando di bambinate da sorriderci sopra. 
immagine presa dal web
non dimostrativa

A far partire l’indagine è la mamma di una delle tre ragazzine (due hanno 15 anni e l’altra 16) preoccupata perché la figlia conduce una vita da adulta. Resta fuori di casa quanto vuole e a volte torna ubriaca, quando torna. Perchè a volte non torna e rimane fuori la notte. (ndr: mentre scrivo questo articolo, come mamma mi viene il voltastomaco. non riuscirei neanche a chiudere mezzo occhio se non vedessi rientrare mia figlia di 15 anni...ma neanche ne avesse trenta o quaranta, senza saperla al sicuro).

Il sospetto aleggiava già, tanto che i servizi sociali avevano segnalare alle forze dell’ordine e al sindaco di Ladispoli «comportamenti ad alto rischio tra minori che utilizzano il proprio corpo in cambio di soldi, ricariche telefoniche, droghe». Un istituto scolastico aveva allertato i servizi sociali, dopo aver notato comportamenti strani fra le ragazzine. Ragazze senza una solida famiglia alle spalle, con genitori impegnati sui propri problemi e non seguono i figli. Una ragazzina non ha neanche una famiglia disastrata, non ce l'ha affatto. Abbandonata a cinque anni in una casa famiglia. Madri con nuovi compagni, e a loro non pensano, troppa libertà, troppa indifferenza e troppa solitudine per un adolescente. Ignorate e povere, si uniscono per riempire il vuoto della famiglia, e facilitate dai social, si creano profili falsi, si fanno clienti, si drogano e si prostituiscono per pochi spiccioli..."tanto a chi importa...".



21/03/14

"Gocce" di notizie: Le baby squillo avevano più di mille contatti telefonici

Sono almeno mille i contatti telefonici all'esame della procura di Roma che indaga sull'attivita' di prostituzione delle due studentesse minorenni che usavano un appartamento ai Parioli per incontrare i clienti. Quei contatti, ricavati dai cellulari in uso alle due ragazzine per mesi, servono per identificare quei clienti che ora si ritrovano indagati per prostituzione minorile perche' grava su di loro il sospetto che abbiano pagato per avere un rapporto sessuale.
Da ieri, su delega della procura, e' in corso l'elezione di domicilio,
primo passo per la loro iscrizione sul registro degli indagati, degli oltre 50 clienti al momento individuati (anche se il numero e' destinato a crescere): tra questi figura, come confermato in ambienti giudiziari, Nicola Bruno, figlio del parlamentare di Forza Italia, Donato, mentre e' stato assolutamente smentito il coinvolgimento di un dirigente di Bankitalia,
citato per giorni da alcuni giornali con tanto di nome e cognome.
I clienti, fanno sapere a piazzale Clodio, non saranno interrogati a breve, sempre che non decidano di presentarsi in procura per
chiarire la propria posizione.  fonte (AGI) .

16/03/14

Proseguono gli accertamenti sui clienti delle "Baby squillo" coinvolti personaggi pubblici

Proseguono gli accertamenti sul caso delle "Baby squillo"che si prostituivano in un appartamento ai Parioli, coinvolti nomi di personaggi pubblici, liberi professionisti padri di famiglia. Coinvolti nell'indagine anche il marito dell'onorevole Mussolini, un avvocato che difendeva in tribunale una minore vittima di abusi sessuali.

immagine presa dal web
La procura di Roma ha concluso il primo filone di indagine riguardante le due ragazzine studentesse che si prostituivano in un appartamento ai Parioli. E' in via di notifica, infatti, l'avviso di conclusione dell'inchiesta nei confronti delle sei persone finite in carcere nei mesi scorsi per reati che andavano dal favoreggiamento allo sfruttamento della prostituzione minorile, dalla cessione di stupefacenti alla diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. Il provvedimento, firmato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi, riguarda, tra gli altri, Mirko Ieni, ritenuto dagli inquirenti il gestore del giro illecito, il militare Nunzio Pizzacalla, il commercialista Riccardo Sbarra, e la madre di una delle due minorenni. Proseguono, intanto, gli accertamenti dei magistrati per identificare i clienti che avevano rapporti con le due minori: alcuni di loro sono orientati a chiedere il patteggiamento della pena, per altri, invece, si profila il giudizio immediato (che consente di saltare la fase dell'udienza preliminare e approdare direttamente in un'aula di tribunale) alla luce dell'evidenza delle prove raccolte e delle dichiarazioni ammissive di colpevolezza.                                                                                                                    fonte(AGI)
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