Il-Trafiletto
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10/08/14

Salvia erba del benessere

Mettete qualche piantina di salvia nell'orto o nel balcone di casa. Coi primi tepori primaverili riuscirete a procurarvi non solo una miniera di aromi per impreziosire arrosti e condimenti, ma anche un modo per digerire meglio. 

Salvia deriva dal latino salus, salute, e ad essa sono da sempre attribuite proprietà medicamentose, di recente investigate dalla ricerca scientifica. Per egizi e romani, e fino all'alto Medioevo, la salvia era la base di un infuso conosciuto come oggi è il tè, assunto come dissetante e poi passato di moda, in seguito all'avvento di piante esotiche come caffè, tè, cacao. "Ogni malattia nota all'umanità può essere curata con la salvia", scriveva forse con troppo entusiasmo un noto erborista, Varro TyIer. Se i medici arabi dell'anno Mille credevano conferisse 1'eterna giovinezza, Carlo Magno volle fosse coltivata nei giardini erboristici imperiali.
Una famiglia numerosa Parlare di salvia è in realtà sempli-· cistico, perché di questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Labiate (la stessa che comprende menta, rosmarino, lavanda, melissa e timo), si conoscono almeno 900 diverse varietà. Si passa da alcune, tipiche del Sudamerica, che profumano di anice, ad altre che emanano aromi di ananas e pompelmo, per arrivare a una specie tipica del Sudafrica (la africanacerulae) che ha l'interessante proprietà di inibire gli eccessi di sudorazione a un paio d'ore dall'assunzione, sotto forma di infuso.
«Un po' in tutte le versioni, la salvia ha la buona proprietà di rendere più facile e veloce la digestione», dice il dottor Oliviero Sculati, dell'Unità di Nutrizione dell'ASL di Brescia. «Sia unita a grassi di condimento, sia ad altri vegetali come l'aglio, allo scopo di potenziare il sapore di risotti, polente, paste farcite, la salvia riesce, infatti, a migliorare l'efficienza con cui piatti anche "pesanti" vengono smaltiti dallo stomaco». Basta l'aggiunta di qualche fogliolina, per risparmiare anche mezz'ora di tempo sulla digestione di un arrosto un po' grasso.
Salvia africana
Buona da bere e da mangiare Un originale vin brùlé a base di salvia può, invece, stimolare la funzione digestiva, spesso un po' sopita delle persone in avanti con gli anni. In cucina è possibile ottenere con la salvia effetti notevoli e una vasta gamma di sapori. Basti pensare alla salvia resa croccante in un tradizionale condimento a base di burro, su spaghetti o gnocchi, piuttosto che alle foglie fritte in pastella, o agli aromi sprigionati quando viene aggiunta su legumi e arrosti. Le specie più usate in Italia variano per colore (dal verde grigiastro al violaceo) e per dimensione (foglia piccola o gigante): già nelle dosi utilizzate in cucina, esse hanno un blando effetto astringente ed antisettico. 
Salvia italiana
All'Università del Kansas, la salvia si è dimostrata capace di ridurre di un terzo la presenza di un microrganismo responsabile di intossicazioni alimentari (Escherichia coli) che era stato aggiunto a bella posta a degli hamburger. Secondo altri studi, la salvia avrebbe anche un discreto potere antiossidante, utile nella lotta ai radicali liberi. Aromi e sapori della salvia sono generati da sostanze gommose, resinose, tanniche e da oli essenziali che tutt' oggi sono molto utilizzati dalle industrie cosmetiche. Non a caso, la polvere di foglie di salvia è presente nei dentifrici di erboristeria, per la sua azione preventiva contro i batteri responsabili della carie. Un effetto farmacologico sul sistema nervoso viene invece sviluppato dall'essenza di salvia, una preparazione officinale molto concentrata elaborata in erboristerie e farmacie.
Afrodisiaca oppure il contrario? Tra storia e leggenda, controversa è lo fama della salvia in camera da letto. Pare infatti che Cleopatra lo utilizzasse, insieme alla ruta, per conquistare più facilmente i tanti uomini che caddero ai suoi piedi. E per i greci era pianta adatta alle donne, per facilitarne il concepimento e per favorirne lo gravidanza. Ma dall'altra parte dell'oceano, in America, medici ottocenteschi lo ritenevano al contrario un valido mezzo per calmare troppo bollenti spiriti, per rendere più tiepida lo furia amorosa. Chi aveva ragione? Difficile dirlo, anche perché - in tempi di Viagra - l'argomento non è più stato sviluppato dalla ricerca scientifica moderna.
Lontana dalle altre piante Coltivare la salvia è facile per chiunque abbia il pollice verde ed è un buon modo per averla a disposizione fresca, fragrante e ricca di tutte le sue proprietà. Cresce bene in ogni terreno ben soleggiato e drenato. C'è un'unica avvertenza molto importante da rispettare: la salvia non va tenuta vicina, magari nello stesso vaso, ad altre specie vegetali. Emette, infatti, composti aromatici (chiamati terpenici) che sono potenzialmente in grado di bloccare lo sviluppo di numerose altre piante. Proprio queste sostanze hanno avuto un potente ruolo nel successo evolutivo della salvia nel corso di milioni di anni, permettendole di replicarsi a danno di specie concorrenti.

A chi interessa qui c'è un antipasto alla salvia


20/07/14

LA CERIMONIA DEL TÈ

LA CERIMONIA DEL TÈ È UN VIAGGIO DENTRO SE STESSI

I gesti la concentrazione, la «disciplina»:a Roma una scuola insegna il rito giapponese 

«Tutte le persone sono uguali nella stanza da tè» per i giapponesi il che-no-yu, la cerimonia del tè, è una filosofia di vita. Che ha regole precise: bisogna passare da una porta che costringe tutti a inchinarsi, non indossare gioielli, togliere qualunque oggetto che possa indicare la propria condizione sociale. «Esistono oltre 60 versioni del che-no-yu», spiega la maestra di cerimonia del tè. «Non è un semplice corso, ma una pratica interiore, con diversi scogli da superare.

Il primo? Valutare le proprie attitudini, mentali e fisiche: occorrono, per esempio, una notevole concentrazione e la capacità di restare a lungo in ginocchio. Poi si impara a "muoversi" nella stanza: come entrare, come camminare, la respirazione. Solo dopo aver appreso questi gesti l'"allievo'' può cominciare a maneggiare le tazze .», È una disciplina che si conquista con grande lentezza: quello che conta non è preparare una tazza di tè , ma farlo con la giusta disposizione di spirito. La cerimonia è uno strumento di conoscenza di sé, per acquistare distacco dalla routine quotidiana e vedere ogni cosa nella giusta dimensione.

Un obiettivo da inseguire per tutta la vita. Si dice che per diventare maestro del tè occorrano 25anni.«Dipende dall'impegno di ciascuno. In Giappone si ottiene un titolo ufficiale anche con un corso base che dura 3 anni e va frequentato a tempo pieno», Il Centro Urasenke, diretto da Michlko Nojiri, è stato fondato nel 1969 da un discendente di Sen no Rikiu, il maestro che nel '500 codificò i principi della cerimonia del tè

LA NONNA DICEVA CHE ... Per gli occhie e per i capelli il tè è un cosmetico alleato della bellezza  

• Per gli occhì arrossati: due compresse di garza o di cotone imbevute di tè - dal ben noto effetto astringente - dopo un quarto d'ora ridonano un aspetto fresco e uno sguardo limpido. Per dare ai capelli castani un bel riflesso ramato, aggiungere una tazza di tè scuro all'ultimo risciacquo. La bella tovaglia color écru, che una lavatura troppo energica ha reso bianca, riprenderà invece il suo colore se immersa per mezz'ora in acqua allungata con una tazza di tè.
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23/06/14

Quel prepotente mal di denti | che cosa propone la fitoterapia

Tantissime sono le piante utilizzate in odontoiatria per l'attività antisettica e anche per le altre proprietà farmacologiche. Vediamo le principali.  
Eugenia caryophyllata: i suoi fiori essiccati, i chiodi di garofano, ricchi in eugenolo, dalle proprietà antibatteriche e sedative, sono adoperati esternamente come antisettici, antidolorifici, antibiotici; Alliaria officinalis: assicura l'asepsi del cavo orale e coadiuva la prevenzione della carie;  
Aloe ferox: dotata di attività batteriostatica; 
Betula verrucosa: indicata per la prevenzione della carie dentale; 
Polygonum bistorta: nelle patologie infettive come rimedio contro il mal di denti;  
Hydrocotyle asiatica: in presenza di gengive arrossate e doloranti, dato che le elevate proprietà astringenti e lenitive svolgono un benefico effetto sull'intero tessuto gengivale;  
Symphytum officinale: astringente, cicatrizzante ed emolliente, è efficace contro la piorrea alveolare;  
Fragaria vesca: la fragola schiacciata sullo spazzolino e sfregata sui denti sembra avere la capacità di sciogliere il tartaro;  
Clycyrrhiza glabra: recenti studi hanno evidenziato che la liquirizia combattendo la proliferazione batterica e la formazione della placca, è utile nella prevenzione della carie; 
Solanum tuberosum: la patata è un buon rimedio «casalingo» per il mal di denti se applicata direttamente sui punti doloranti; 
Thymus vulgaris: ha azione batteriostatica e può essere utilizzato per la medicazione analgesica della carie dentaria;  
immagine presa dal web
Vemena offidnalis: contro il mal di denti si consiglia di far bollire 30 g di sommità fiorite in mezzo litro di aceto per 15 minuti e di applicare, con un impacco, sulla parte dolorante. È infine importante ricordare la sanguinarina, alcaloide naturale estratto dalle radici della Sanguinaria canadensis;
Sanguinaria canadensis: che ha dimostrato possedere attività antinfiammatoria, largo spettro d'azione contro i batteri, capacità di rallentare la formazione della placca dentale: è pertanto utile nelle gengiviti e nelle forme avanzate delle malattie parodontali.  

E IN PIÙ, GRANULI PREZIOSI
L'utilizzo dell'omeopatia può offrire anche per queste patologie un valido supporto. Si useranno i seguenti medicinali omeopatici:
Belladonna: nella crisi dolorosa, con dolore pulsante e gengive tumefatte, nell'ascesso in fase iniziale;  
Pyrogenium: per frenare la formazione dell'ascesso;
Silicea o Calcarea fluorica: per ridurre l'incidenza della carie;  
Arnica: per ridurre l'edema e il dolore;
Hypericum: nella nevralgia dentaria.
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