Durante un'audizione presso la commissione Industria del Senato che aveva come argomento la tempistica dell'iter di privatizzazione di Poste, L'amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, ha annunciato il proposito di chiudere circa 500-600 sportelli in tutt’Italia.
“Abbiamo un piano di razionalizzazione – ha detto l’A.D. delle Poste - condiviso con l’Agcom di circa 500-600 sportelli. Consideriamo la presenza territoriale e la capillarità come un valore, ma bilanciati con la sostenibilità di tenerli aperti”. Questa dichiarazione fa senz’altro ritornare in auge la voce circolata alcuni mesi fa circa un piano di esuberi, che secondo indiscrezioni del sindacato, toccherà le 15.000 unità, circa il 10% del personale totale.
L’azienda naturalmente smentisce e promette al sindacato un confronto per mettere in chiaro la situazione, confronto che fino ad ora continua a non esserci, ma le ultime dichiarazioni di Francesco Caio lasciano poco spazio alle smentite confermando indirettamente la volontà di riduzione del personale prima della privatizzazione.
Ancora una volta a farne le spese sono i cittadini, che continueranno a pagare sempre più tasse in cambio di servizi sempre più scadenti, dal momento che con la chiusura di questi sportelli si andrà ancora più verso una situazione di danno e degrado.(immagine presa dal web)