Il magnate australiano Andrew Forrest pensa di avere la risposta alla
carenza energetica del Pakistan. Ma vuole qualcosa in cambio: "Io vi do la tecnologia per ricavare gas dalle biomasse e voi fate una legge che mette al bando il lavoro minorile e liberate i bambini dalla schiavitù".
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Mr Forrest |
Mr Forrest è il presidente del Fortescue Metals e il Fondatore del Cammino Free Foundation, che è dedicato a porre fine alla schiavitù moderna. La partnership vedrà Mr Forrest aiutare il Pakistan intraprendere uno studio di fattibilità per convertire il suo carbone lignite in carburante diesel. In cambio si impegnano a lavorare con la Fondazione del signor Forrest. Blair ha incontrato il primo ministro Tony Abbott, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Blair ha detto il signor Forrest prima di andarsene "un buon esempio filantropica australiana". Mr Forrest ha annunciato l'accordo a Davos ieri. "Sono lieto di annunciare che Punjab è impegnata a diventare la prima provincia in Pakistan per sradicare completamente la schiavitù," ha detto il primo ministro del Pakistan Shabaz Sharif. "I nostri scambi sulle nuove tecnologie per il carbone liquido per ricostruire l'economia del Pakistan hanno progredito in parallelo con un più ampio accordo umanitario per liberare Punjab del flagello della schiavitù." Mr Forrest ha detto che le due iniziative potrebbero guidare la crescita. "Garantire l'indipendenza energetica del Punjab e rimuovere la sua dipendenza dalle importazioni di petrolio, mentre sradicare la schiavitù non è solo moralmente degno, sarà anche liberare il potenziale economico del Pakistan", ha detto. Stringendo un accordo informale con il governo del Pakistan, Forrest si è impegnato a fornire al Paese la tecnologia necessaria a realizzare la "gassificazione della biomassa", una nuova tecnica inventata in Australia che consente di convertire la lignite, materiale di poco valore di cui il Pakistan è ricco, in combustibile diesel.
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bambini lavoratori |
L'uso di questa nuova tecnologia non è eccessivamente dispendioso e potrebbe mettere fine alle frequenti interruzioni di corrente che tormentano le industrie tessili e manifatturiere in Pakistan, consentendo inoltre la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. In cambio Shahbaz Sharif, primo ministro della provincia del Punjab - regione del Pakistan orientale - si è impegnato a introdurre nuove leggi che vietino il lavoro minorile e che impongano un salario minimo, promettendo anche di liberare tutti coloro che sono sottoposti ai lavori forzati dentro i confini del Punjab. Secondo l'Indice Globale di Schiavitù del 2013, il Pakistan è il terzo Paese al mondo - dopo l'India e la Cina - per numero di persone ridotte ai lavori forzati o in schiavitù perché costrette a ripagare un debito. Gli sforzi del governo per affrontare il problema sono stati finora inefficaci: in totale, secondo le stime della Banca Asiatica di Sviluppo, in Pakistan circa 1.8 milioni di persone lavorano come schiavi soprattutto nel settore di produzione di mattoni ricevendo in cambio poco o nulla. Si tratta in genere di uomini delle caste inferiori, membri di minoranze religiose, donne, disabili, rifugiati afgani o bambini. Rompono le rocce a piedi nudi subendo spesso percosse e abusi, camminano in fila tenendole appese con una corda alle loro spalle e poi salgono su assi in equilibrio precario per gettare le pietre in una fornace. "Io non posso costringerli a smettere di usare gli schiavi", ha ammesso Forrest in un'intervista con il Time, "Questo lavoro dovrà essere fatto dalle forze dell'ordine nazionali. Io personalmente penso che il Pakistan possa far valere le proprie leggi, ma che nelle ultime occasioni non abbia avuto incentivo sufficiente a farlo." Chissà che l'accordo sottoscritto col miliardario del ferro non costituisca proprio l'impulso