Quando iniziai a mangiare da sola da piccola, mamma metteva la forchetta o il cucchiaio esattamente al centro del piatto, praticamente in una posizione neutra. Avevo una scelta. Non ci furono dubbi, per me la mano fonadmentale era la sinistra: ero mancina al massimo. Questo mio modo di essere fu ampiamente confermato dal pediatra, che consigliò ai miei di lasciarmi stare e di non forzarmi ad usare la destra. Tutt'ora mi risulta molto facile scrivere partendo da destra e ancora più facile scrivere alla rovescia. Per me non esiste altra mano, con la destra non sono capace nemmeno di portarmi la forchetta alla bocca. Ma che cosa è il
mancinismo? Tutta questione di
funzionamento del
cervello, condizione questa di cui però si sa ancora ben poco.
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Essere mancini |
E' la tendenza a utilizzare in tutto o in parte il
lato sinistro del corpo, che riguarda più del 10% della popolazione mondiale.
La vita dei mancini in passato è stata dura, la
mano sinistra era considerata la mano del
diavolo (le solite idee inopportune e ottuse della Chiesa) e si pensava che fossero predisposti ai peggiori crimini. E fino a non molti anni fa la
scuola imponeva a bambini mancini una sorta di riabilitazione forzata, obbligandoli a scrivere e mangiare con la loro mano più debole. Il
mancinismo è legato all’
asimmetria del
cervello: la distribuzione delle
funzioni tra emisfero destro e sinistro è fondamentale per lo sviluppo del
linguaggio, della
memoria a lungo termine e della
creatività. Nei destri tutto ciò che è legato al linguaggio ha sede nell’emisfero sinistro mentre nella maggioranza dei mancini queste funzioni sono distribuite in entrambi gli emisferi, prevalentemente nella parte destra.
Si sa inoltre che il mancinismo è
ereditario: nel 2007 un gruppo di ricercatori di Oxoford, nel corso di uno studio sulla dislessia, ha scoperto che il
gene LRRTM1 ha un ruolo nello sviluppo del mancinismo.
Clyde Francks del Max Planck Institute for Psycholinguistic ha evidenziato come questo gene sia correlato anche con lo sviluppo della
schizofrenia. Ma ciò non significa che i mancini sono malati psichiatrici: «I geni influiscono sulle modalità di comunicazione tra neuroni» spiega Francks, «ma la correlazione tra queste due condizioni è ancora tutta da approfondire».
Il
mancinismo è insomma una questione complessa: «Ha una base genetica ma come molti altri aspetti, per esempio il peso e l’altezza, è influenzato anche da fattori esterni» afferma Daniel Geschwind, genetista e neuropsichiatra all’Università della California.
In realtà tra i due estremi dei completamente destri e dei completamente sinistri esiste un ampio spettro di vie di mezzo: c’è per esempio chi mangia con la destra e scrive con la sinistra e vice versa: «In generale» afferma Geschwind «i mancini hanno un cervello meno asimmetrico, con una maggior distribuzione delle funzioni tra i due emisferi. Il modo corretto di pensare a loro è come dei “non destri”» spiega il professore.
Il
mancinismo sembra dunque essere un’ interessante
porta d’accesso allo studio della complessa anatomia del cervello: ecco perchè gli scienziati da anni cercano di metterlo in relazione con le patologie più diverse: dalla schizofrenia alle difficoltà di apprendimento, dalla dislessia alle deficienze immunitarie.Il
mancinismo risale alla notte dei tempi: secondo Geshwind l’analisi delle
pitture rupestri e dei
manifatti preistorici permette di stabilire che migliaia di anni fa, anche tra i nostri
progenitori c’era una percentuale consisente di mancini. «Probabilmente l’uso della sinistra offriva qualche vantaggio evolutivo e per questo motivo si è mantenuto fino a noi. Ma quale fosse, non ci è ancora dato saperlo».