Un film su di un personaggio così eclettico è quanto meno azzardato, ma noi italiani amiamo l'azzardo. Invece Martone, il regista napoletano del film "Il giovane favoloso" dedicato al poeta Giacomo Leopardi, sembra sia riuscito nell'impresa. Tanto riuscito che nella pagina di ricerca di Google search, quasi tutte le sherp, a parte il sito ufficiale e Wikipedia, portano al film di Martone.
Sarà in sala dal 16 ottobre, la pellicola che il regista Mario Martone ha dedicato al poeta Giacomo Leopardi, ha esordito ieri in concorso alla 71esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Tanti gli applausi in sala, più che positiva la critica, per il secondo tassello del 55enne regista napoletano. Una decina gli anni di lavoro dedicati ad un periodo storico spesso bistrattato dal cinema italiano che Martone torna a rappresentare questa volta nelle prime tre decadi proprio quando il favoloso e precoce poeta di Recanati – nato nel 1798 e poi morto nel 1838 a Napoli – cresce tra due amati fratelli, il padre conte severo, la madre anaffettiva e ciecamente religiosa; fugge lontano dall'"ermo colle" de "L’Infinito" rifuggendo al mestiere di cardinale; e vive in compagnia dello scrittore Antonio Ranieri tra Firenze, Roma e Napoli.
Martone dipinge un ritratto inedito di Giacomo Leopardi che alla modernità delle parole del poeta e allo studio "matto e disperatissimo" affianca altre sfaccettature: la ribellione, l'ironia, il sentimento, la collera, la golosità fino a renderlo "umano" e in questo il suo interprete, Elio Germano, con il suo lavoro sul corpo, sulla voce e sugli sguardi, si candida di diritto tra i papabili alla Coppa Volpi. Il poeta del "pessimismo cosmico" viene raccontato, come ha spiegato lo stesso Martone, "tramite un profondo lavoro di documentazione". "Abbiamo affrontato giacimenti preziosi di lettere e documenti scritti dallo stesso Leopardi, in particolare per costruire il rapporto simbiotico con Antonio Ranieri", ha detto. Il lavoro di documentazione, poi, e' servito non solo per realizzare quello che secondo Carlo degli Espositi, uno dei produttori, è "un progetto atipico" e una straordinaria operazione culturale.
"Fare un film cosi' grande su Leopardi oggi e' andare dalla parte opposta rispetto al mercato che sembra prediligere il genere commedia. Eppure, questa produzione e' stata adottata dalla Regione Marche che ci ha creduto cosi' come il ministero dei Beni Culturali, e' un vero tax credit, un progetto a cui hanno creduto anche 15 industriali che hanno scommesso su questo film e noi speriamo vincano la scommessa", ha detto, "Non occorre conoscere Leopardi o l'Ottocento italiano per vedere il nostro film, basta anima e cuore perché Leopardi arrivi allo spettatore".