LA BREVITA' DELLA VITA
1,1. La maggior parte dei mortali, o Paolino, in maniera concorde si lamenta dell'avarizia della natura, perché noi siamo generati per vivere un'età breve, perché gli spazi del tempo che ci è dato precipiterebbero giù tanto velocemente, in modo così travolgente che, eccettuati pochissimi, gli altri, proprio mentre si preparano a viverla, la vita li abbandonerebbe. Su questo male, generale come credono, non sono soliti piangere solo la massa ed il volgo inesperto; anche di personalità illustri questo turbamento ha chiamato fuori i lamenti. Di qui deriva quella chiara sentenza del più grande dei medici: «La vita è breve, lunga l'arte»;

3. Non poco tempo noi abbiamo, ma moltone perdiamo. Una vita sufficientemente lunga e per portare a compimento le imprese più grandi, ci è stata data con abbondanza, se tutta fosse ben collocata a frutto; ma quando fluisce via nel lusso e nella noncuranza, quando non viene spesa per nessuna buona cosa, sotto la costrizione infine dell'ultima necessità, la vita, che non capimmo che procedeva, ci accorgiamo che è passata.
4. È così: non riceviamo una vita breve, ma breve la facciamo noi; non ne siamo poveri, ma prodighi. Come ricchezze grandi e degne di un re, venute in mano di un cattivo padrone, in un momento sono dissipate, mentre invece quelle quanto si voglia modeste, se sono state consegnate ad un buon custode, crescono con l'impiego: così il nostro spazio di vita, per chi sa ben disporlo, molto si estende.