04/04/14

Venezia si tinge di giallo e i suoi calli si trasformano in gironi danteschi

A raccontarci di Dante e dei suoi cantici infernali è questa volta un francese, considerato uno degli autori francesi più promettenti nel campo del romanzo storico-avventuroso e del giallo. Sto parlando di Arnaud Delalande e del suo libro La trappola di Dante.

Venezia











“La sua libertà aveva un prezzo: una spiccata avversione nei suoi riguardi. Lo si definiva un uomo senza fede o senza morale, ma quei giudizi spesso erano soltanto il riflesso di un'invidia inconfessata, dal desiderio represso di somigliargli. Metteva in imbarazzo il potere mentre lo serviva e si ribellava a ogni forma di autorità.”

La trappola di Dante
Affascinante, astuto, libertino, avventuriero, intrepido, abile di lingua quanto di spada, spia al servizio del Doge di Venezia, conosciuto col nome di Orchidea nera, per il fiore che lascia sulle sue vittime. Lo 007 de noialtri insomma, ecco il meraviglioso protagonista di questo romanzo.

Siamo nella Venezia del 1756. Il celebre attore Marcello Torretone è stato atrocemente assassinato. Sul suo corpo viene ritrovata una frase del IV canto dell’Inferno di Dante. Semplice cronaca nera se non fosse che l’attore era una spia del governo della Serenissima. Emilio Vindicati, membro della Quarantia Criminale si reca dal Doge per informarlo che un’ombra misteriosa minaccia la città e la morte dell’attore è solo il principio. L’unico che può salvare la Serenissima è l’Orchidea nera ovvero Pietro Viravolta, ex collaboratore della Quarantia Criminale, detenuto ai Piombi per la sua condotta… eccessivamente libertina.

Delalande ci porta nella Venezia al suo massimo splendore, e ce la fa visitare con tale maestria e dovizia di particolari da dipingercela davanti agli occhi come un meraviglioso quadro. Il lettore che non è mai stato a Venezia desidererà vederla per la prima volta, e chi vi è già stato vorrà tornarci solo per rivedere, con gli occhi della mente, le vicende narrate nel libro.

Arnaud Delalande
Personaggi storici intrecciati a personaggi inventati, un diabolico intreccio magistralmente architettato, le trame di un cattivo insospettabile, le condanne del Dante rappresentate tra i calli veneziani rendono questo giallo d’avventura un vero gioiello della narrativa, imperdibile per i lettori in cerca di un giallo dal finale esplosivo.

E il Dante? Ha un ruolo minore rispetto a quello che aveva ne Il Circolo Dante di Pearl, qui infatti è solo una scelta di stile del cattivo, una perla dell’autore, non una vera chiave di lettura per la soluzione dell’enigma.

Ancora una volta uno straniero porta alla ribalta il nostro Dante, questa volta collocandolo nella nostra famosa e bella Venezia con un libro non da leggere, ma da divorare fino all’ultima incredibile pagina.
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