01/04/14

Agopuntura | Piccolo dossier parte prima


Il 18 maggio 2002, la Federazione nazionale degli ordini dei medici  ha votato un documento in cui di fatto ha riconosciuto nuove tipologie di medicina non convenzionale con il termine di «arti mediche». Ma a  due condizioni: che dovessero essere praticate solo da laureati in medicina e che il Parlamento doveva varare al più presto una legge.
Agopuntura

Tra omeopatia, fitoterapia, medicina ayurvedica, medicina tradizionale cinese ecc. spicca l'agopuntura (risale al 1977 il primo riconoscimento all'agopuntura da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità), stabilendo in quali malattie questa terapia è efficace. Qualcuno azzarda che l'apertura dell'ordine dei medici sia dovuta ai richiami che l'Oms ha fatto all' Italia. Del resto è nel 1977,  che ci fu il riconoscimento ufficiale dell'agopuntura da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità quale metodo efficace e in seguito venne stilata una lista di 200 patologie trattabili.Gli agopuntori esultarono, una legge quadro avrebbe legalizzato lal oro posiione. Invece si scatenò il finimondo. Trentacinque ricercatori di livello internazionale, fra cui  i premi Nobel come Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini, apposero  la loro firma su un documento che contestava aspramente la decisione: «Chiedere al Parlamento di porre mano a una legge per validare tali medicine è di fatto un loro riconoscimento ufficiale e attesta la loro efficacia terapeutica ... Chi crede nella medicina scientifica si sente veramente amareggiato ... L'ipotetica efficacia dei rimedi cosiddetti alternativi non è dimostrata attraverso rigorosi procedimenti scientifici». Parola di ricercatori. Insomma, una dichiarazione di guerra in piena regola. Niente da dire, se quanto affermato fosse la «vera» verità. Ma qualche dubbio è doveroso porselo.
Allora, per vederci più chiaro e non lasciare nello sconforto migliaia di medici e milioni di pazienti che hanno abbracciato le cure «dolci» andiamo a vedere, dati alla mano, se in particolare l'agopuntura funziona, potendo fregiarsi di indagini serie. Un fatto è certo, in Italia sono circa 9 milioni di persone che si rivolgono a medicine non convenzionali, secondo i dati Istat, di crescita dei centri universitari che mettono a disposizione percorsi formativi, e di oltre 40 Asl in cui si trova un'ampia scelta di altre medicine. Lungo tutta la penisola, da Genova a Palermo, gli ospedali si aprono alle nuove richieste e così sono attivi circa 120 servizi ambulatoriali, all'interno delle strutture pubbliche, nei quali si esercita quella medicina detta anche complementare. Un unico neo, a porre un freno allo sviluppo ci ha pensato il ministro della Salute Sirchia, già a partire dal 29 novembre 2001, definendo i Livelli essenziali di assistenza (Lea), le prestazioni che il servizio sanitario, attraverso le regioni, deve assicurare a tutti e che comprendono: visite mediche, analisi e terapie. Tra queste sono assenti le non convenzionali. E così, molti ospedali hanno sospeso o diminuito la loro attenzione verso le non convenzionali.
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