02/03/14

Il vaccino anti-polio compie 50 anni | Ma c'è poco da festeggiare sconfiggere la malattia appare ben più difficile del previsto.

Il vaccino anti-polio compie 50 anni. Ma c'è poco da festeggiare sconfiggere la malattia appare ben più difficile del previsto.

Sono stati in tanti a provarci, ma la sfida alla malattia pareva cosa improbabile, quando nel 1948, si apri uno spiraglio, si accese una luce, quella della grande scoperta. Un team di ricercatori coordinati da John Franklin Enders, presso il Children's Hospital di Boston, riesce a coltivare con successo in laboratorio il poliovirus umano, causa della poliomielite.
Partono cosi di gran carriera le ricerche per giungere ad un vaccino e in men che non si dica già nel 1954 nasce il più grande trial clinico mai creato su di un vaccino: il preparato messo a punto da Jonas Salk, basato su un virus inattivato con formolo, viene iniettato in 1.800.000 bambini in Usa, Canada e Finlandia.

Dopo soli 10 anni anni, il primo marzo del 1964, l'Italia parte con un grandissimo programma di vaccinazione alfine di combattere una malattia che provocava ogni anno circa 3000 casi di grave invalidità e che solo pochi anni prima, nel 1958, aveva reso invalide ben 8500 persone. «Il programma di immunizzazione si è basato però sul vaccino Sabin, con virus attenuato, mentre negli Usa si è proseguito ad impiegare il Salk, nonostante alcuni problemi legati alla differenza di efficacia protettiva da lotto a lotto e al riscontro di alcuni casi di malattia legati alla somministrazione del preparato, ricorda Pietro Crovari, Professore emerito di Igiene e Medicina Preventiva presso l'Università di Genova.
Vaccino anti-polio

La campagna del 1964 ha preso in considerazione tutti i bambini tra i 6 mesi e i 14 anni, perché si pensava che sopra questa soglia la popolazione fosse immunizzata contro il virus grazie all'infezione naturale. Il Ministero della Sanità organizzò una grande campagna con un formidabile sforzo che coinvolse tutti i centri nazionali, anche perché il vaccino doveva essere conservato congelato prima della somministrazione. La campagna si svolse su tre appuntamenti: in marzo si vaccinò contro il virus Polio 1, ad aprile per il Polio 3 e a maggio per il Polio 2. Infine venne programmato un richiamo impiegando una dose di vaccino trivalente».
Progressivamente, con l'avanzare della vaccinazione, gli attacchi del virus si sono ridotti. Ma la scienza non si è fermata ed anche in Italia si è passati all'impiego del vaccino Salk. «Con il vaccino Sabin si erano registrati casi di poliomielite da vaccino, precisa Crovari. In particolare si è visto che i casi di Vap (acronimo che sta per Virus Associated Paralisys) si potevano verificare in una persona su 75.000 dopo la prima dose e in una persona ogni diversi milioni dopo i richiami. Per questo il vaccino Salk, nella sua versione rinnovata, è diventato di nuovo protagonista agli inizi degli anni '90 ed ancora oggi è contenuto nella vaccinazione che si effettua in associazione con altre immunizzazioni».

E così a distanza di 50 anni dal via alla grande lotta contro la polio, la storia della vaccinazione continua. Anche se per l'Italia il rischio di nuovi casi è solamente teorico, infatti, non si è ancora giunti all'eradicazione completa dell'infezione nel mondo. Anzi, se possibile la soglia di attenzione si innalza anche da noi. Non si è ancora spenta l'eco dell'allarme lanciato qualche tempo fa dall'Organizzazione mondiale della sanità sulle sponde del Mediterraneo per la situazione in Siria, dove sono stati registrati diversi casi, prima dopo il 1999 e per la prima volta dal 2001 nei giorni scorci è stato diagnosticato un caso di poliomielite a Kabul, capitale dell'Afghanistan. La bimba rimasta paralizzata si chiama Sakina ed è figlia di un tassista, che si reca spesso nelle regioni al confine con il Pakistan. L'Afghanistan, insieme appunto al Pakistan e al nord della Nigeria, è una delle poche aree del mondo in cui il virus è ancora endemico.

A ribadire poi l'attenzione che si pone in tutto il mondo alle paralisi flaccide – così si definiscono i problemi causati dal poliovirus e da altri – ecco che dagli Usa giunge una notizia che alimenta l'ansia. Cinque bambini in California sono stati colpiti da un'infezione, ancora sconosciuta, simile alla poliomielite che li ha paralizzati, come viene confermato in occasione del Congresso dell' American Academy of Neurology di Filadelfia.

Le tappe fondamentali
  • 1948. John Franklin Enders insieme a Thomas Huckle Weller e Frederick Chapman Robbins, sviluppano un sistema che permette la coltura in cellule umane del virus della poliomielite.
  • 1954. I tre ricevono il Premio Nobel per la Medicina. Il vaccino salk viene ufficialmente testato.
  • 1958. in Italia si manifesta una particolare recrudescenza dell'infezione, con circa 8500 casi di paralisi associata al virus.
  • 1964. Parte il programma di vaccinazione in Italia con vaccino Sabin: vengono coinvolti circa 7 milioni di bambini e giovanissimi, dai sei mesi ai 14 anni di età.
  • 1983. Dopo un costante e progressivo calo dei casi di infezione, che si riducono a grandissima velocità, nel 1983 si registra l'ultimo caso ufficiale di poliomielite in Italia.
  • 1990. Si ritorna al vaccino Salk, notevolmente migliorato e più sicuro rispetto al Sabin. Il vaccino può essere somministrato in associazione ad altri vaccini.
  • 2000. L'Europa diventa ufficialmente polio-free.
  • 2013. Non si è ancora arrivati all'eradicazione dell'infezione, che rimane in alcune aree del mondo tra cui Afghanistan, Pakistan e Nigeria del nord.
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