Proprio come Massimo Moratti che mentre tesseva le lodi del proprio allenatore, apriva la porta alla sua possibile destituzione: il suo allenatore era sempre il migliore di tutti, ma dietro chissà perchè, c'era sempre l'ombra di qualcuno che lo intrigava di più. Tale comportamento investi tutti coloro che si sono succeduti nella panca più scomoda d'Italia, unica eccezione fu lo special ONE, al secolo Mourinho! Chissà, forse perché il portoghese dinanzi ad una affermazione del genere fatta dal suo presidente, non sarebbe stato di certo ad ascoltare in religioso e mite silenzio.
«Sono contento di Mazzarri. È uno dei migliori in circolazione», ha dichiarato Thohir nei giorni scorsi. Salvo aggiungere: «Ammiro molto il lavoro di De Boer all'Ajax», precisando che di progetti a lungo termine con Mazzarri, al momento, non se ne parla. «Facciamo un passo alla volta». Perfetto stile morattiano, con un segnale chiaro che l'allenatore dell'Inter, quasi certamente, nella prossima stagione non sarà quello che è stato scelto da Moratti e Branca, ma quello che sceglierà lui con i nuovi consiglieri. E se sarà di nuovo Mazzarri lo sarà per decisione sua, non perché ce l'ha già in casa.
Thohir Moratti |
Anche in questo Thohir sembra molto simile a Moratti: vuole decidere in prima persona, a partire dalla guida tecnica della squadra. Cosa che è sempre stata rimproverata a Moratti, che sfogliava gli allenatori come le margherite, confermandoli ufficialmente e licenziandoli la settimana dopo.
Tenendoli sempre sulla corda, di fatto, anche qui ora, la presidenza Moratti è entrata nell'immaginario collettivo come sinonimo di molta spesa e poca resa. Tanti soldi buttati senza vincere («non vincete mai», lo slogan più ascoltato per anni dai tifosi nerazzurri) continue rivoluzioni societarie con dirigenti che andavano e venivano dalla sede dell'Inter come i cow boys tra le porte ad ante di un saloon.
Eppure la realtà è diversa dall'immaginario collettivo, e dice che se Thohir facesse come Moratti per l'Inter sarebbe un gran bene. Negli anni della sua presidenza (1995- 2013) Massimo Moratti è diventato il più vincente nella storia della società, con 16 trofei conquistati (1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa del mondo per club, 5 campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane). Molti, per chiunque. Considerando gli anni in cui Moratti è stato presidente, partendo dalla stagione 1995-1996 ed escludendo i pochi mesi del 1995 in cui è entrato in corsa al posto di Pellegrini, nessuna altra squadra italiana ha vinto tanto quanto l'Inter: il Milan si ferma a 12, la Juventus a 15, considerando anche il campionato di Serie B 2006-2007.
Un bel risultato, tutto sommato, per chi si è sentito dare dello spendaccione e del perdente per anni.Thohir, tuttavia, differisce da Moratti in una cosa almeno: non può avere lo stesso senso di riconoscenza nei confronti di chi si è trovato in società, perché un conto è aver assistito a un'epopea, un altro è averla vissuta e condivisa con le persone che ti trovi intorno. Con Thohir, al momento, nessuno è sicuro di restare nell'Inter del futuro. Nemmeno capitan Zanetti, del quale dice: «Non posso parlare di un ruolo futuro fino a quando non lo incontrerò».
Il che non significa che Zanetti non resterà all'Inter, ma che prima di dirlo bisogna trovare un ruolo preciso da comunicare. Altrimenti è meglio stare zitti. Le fughe in avanti di Moratti sono un ricordo: basta ricordare le ripetute dichiarazioni su un futuro da dirigente nerazzurro per Roberto Baggio. Thohir almeno in questo si comporta in modo diverso.