Tale scoperta è il risultato del lavoro effettuato dai ricercatori dell'Università del Surrey (Regno Unito), che usufruendo di quanto enunciato da uno studio pubblicato su Pnas, il quale a portato a scoprire che cambiare l'orologio biologico, simulando ciò che si verifica quando si lavora su turni variabili o quando bisogna necessariamente fare fronte ad un cambiamento del fuso orario, manda in senso lato del termine in totale caos il nostro organismo.
I ricercatori, hanno coinvolto nei loro esperimenti 22 individui, le cui giornate sono state rese più lunghe del solito di 4 ore al giorno, riproducendo l'alternarsi tra ore di luce e ore di buio in un ambiente controllato.
L'esperimento è proseguito fino a che il momento del riposo è stato ritardato di 12 ore. In questo modo i partecipanti si sono ritrovati a dormire proprio nel bel mezzo di quella che sarebbe stata una loro giornata tradizionale. A questo punto i ricercatori hanno prelevato campioni di sangue da ogni individuo per misurare l'espressione dei geni.
Alterazione del ritmo del sonno |
“Più del 97% dei geni caratterizzati da un'espressione ritmica vanno fuori sincronia quando si dorme nel momento sbagliato – ha sottolineato Simon Archer, coautore dello studio – Ciò spiega perché ci si sente così male durante il jet lag o se si deve lavorare su turni irregolari”.
“Questa ricerca – ha spiegato Derk-Jan Dijk, responsabile dello studio – ci aiuta a comprendere gli effetti negativi per la salute associati al lavoro su turni, al jet lag e ad altre condizioni in cui i ritmi dei nostri geni sono alterati”. La scoperta potrebbe però avere anche applicazioni pratiche. “Programmi basati sull'alternarsi di sonno e veglia potrebbero essere utilizzati per influenzare il ritmo di molti processi biologici – ha aggiunto Dijk – approccio che potrebbe essere molto importante per condizioni in cui è alterato l'orologio biologico, ad esempio durante l'invecchiamento”.