Hiroo Onoda |
18/01/14
Deceduto l’ultimo soldato giapponese arresosi nel 1974.
Pubblicato da
Romolo Benedetti
Hiroo Onoda, il leggendario ultimo soldato dell'Esercito imperiale giapponese arresosi soltanto nel 1974, è morto all'età di 91 anni per un infarto in un ospedale di Tokyo dove era stato ricoverato dal 6 gennaio dopo un'insufficienza cardiaca. Onoda, ex ufficiale dell’intelligence, continuò a combattere per decenni sull’isola filippina di Lubang, dove era stato distaccato nel 1944, malgrado la resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale.
Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko, addestrato come guerrigliero. Nel Natale del 1944 fu inviato nell'isola filippina di Lubang con il compito, insieme con i soldati già ivi presenti, di ostacolare l'avanzata nemica. Aveva ricevuto l'ordine di non arrendersi, a costo della sua stessa vita. Dopo essere sfuggito all’attacco statunitense del 28 febbraio 1945, Onoda ed altri tre commilitoni si nascosero nella giungla, decisi a frenare l’avanzata del nemico ad ogni costo. Non riuscivano a credere che la loro Patria, il grande Giappone, si fosse potuto arrendere. Così nonostante fossero arrivate notizie della fine della guerra, essi non gli diedero peso, e reputarono falsi anche alcuni volantini e foto di famiglia lanciati da un aereo per convincerli a cessare le ostilità. Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull'isola continuando la "missione" e combattendo contro gli abitanti dell'isola (non giapponesi), nascosti nella giungla. I tre vissero di furti di viveri e vestiti dei cittadini filippini. Dopo che un compagno si arrese e gli altri due rimasero uccisi, Onoda continuò da solo la “missione” per quasi trent’anni. Il 20 febbraio 1974, dopo giorni di ricerche, il giapponese Norio Suzuki ritrovò Onoda e fece ritorno in Giappone con le foto del militare e convincendo l'ufficiale diretto superiore di Onoda, il Magg. Taniguchi, a recarsi sull'isola per convincerlo ad arrendersi. Onoda si arrese, riconsegnando la divisa, la spada, il suo fucile ancora perfettamente funzionante, 500 munizioni e diverse granate. Ma al suo rientro in patria la celebrità lo sorprese negativamente; i valori antichi del Giappone secondo i quali aveva vissuto e per i quali aveva combattuto una personale guerra, ai suoi occhi erano scomparsi. Onoda emigrò in Brasile con il fratello Tishro e si sposò nel 1976.