24/11/13

Un derby che non è...derby! Una vittoria che da respiro al Chievo.

Dite pure, urlatelo se volete, attaccate pure i manifesti che Hellas-Chievo "non è un derby"! Certo non ci sarà il sapore unico ed inimitabile di Verona-Vicenza, rivalta' secolare tra due campanili che disano cieca un centinaio di chilometri e si fan guerra come ai tempi dei feudi medievali. Ma sulle dolci rive all'Adige, la magia, il sogno della stracittadina più giovane di Italia fa tremare lo stadio Bentegodi con 40000 spettatori, testimoni di uno "scontro" tra Davide e Golia che ormai non succedeva da ben 11 lunghi anni. Gli almanacchi annoverano delle 10 gare giocate un equilibrio che sa di pathos estremamente equilibrato: 4 vittorie Hellas, 4 vittorie Chievo e due pareggi.

Ieri sera, il "Ceo" del nuovo "capitan di ventua" mister Eugenio Corini gela al '92 in piena zona "Cesarini" un Verona che non conosceva l'onta della sconfitta tra le mura amiche, dalla passata primavera! Dunque 0-1, per tornare a fare respirare fanalino di coda della serie A. Ma come qualunque scontro tra Davide e Golia che si rispetti, va detto che nei primi minuti di partita, rimbalzi, cross e diagonali sono poco più di un dettaglio, la sofferenza e l'inquietudine la fanno da padrone incontrastate. Il vero confronto si svolge un po' più su, negli spalti: gialloblu sponda Hellas a casa propria e supporters clivensi che si fanno sentire da una curva Nord, assegnata ai tifosi della Diga.

 Come fosse una trasferta qualsiasi. L'Hellas inizia bene, ma il Chievo non sta a guardare e quasi irriverente reagisce subito. I mussi volanti gelano il Bentegodi al 5' con una rete di Cesar, annullata per un fuorigioco più che dubbio. Toni e Iturbe spingono sull'area avversaria, ma poca roba: l'Hellas è evanescente, non gioca, si fa schiacciare nella sua metà campo dagli sfavoritissimi della vigilia.

Hellas Verona-Chievo Verona 0-1
Che fine ha fatto il gap tecnico tra la rivelazione del campionato e il fanalino di coda della A, ultimo con 16 punti di scarto dall'undici di mister Mandorlini? Bella domanda. Il Verona soffre, il pubblico rumoreggia. E si affaccia un po' di nervovismo: Moras falcia Therau al 24'.

E' lo stesso Therau ad azzoppare Iturbe con un tackle "grintoso", anche se il pubblico di casa usa altri aggettivi. Da lì all'intervallo, sfottò al Chievo che ha "copiato colori e rinnegato il passato" e poco altro: Toni è servito poco e male, Romulo cade in area e chiede il rigore. Il Chievo prende coraggio e, alla ripresa, i palloni che potrebbero sbloccare il doppio zero sul tabellone sono tutti tra i piedi di Therau. Nel secondo tempo, copione identico.

Gli sprazzi di Iturbe fanno ruggire il Bentegodi, ma i palloni che impensieriscono Puggioni si contano sulle dita di una mezza mano. Su sponda Chievo, il contrario. Dramè e soprattutto Therau spiazzano la difesa di Mandorlini, fanno lavorare Rafael tra cross a brucia porta e qualche tentativo insidioso. E' solo negli ultimi minuti che le gerarchie si ristabiliscono: Iturbe si fa avanti, superLuca Toni intercetta qualche pallone. È lo stesso Iturbe a vedersi annullato un goal, sempre per fuorigioco.

 Tutto sembra scivolare sullo zero a zero. Nel finale, l'imprevisto: Chievo avanti, rimpallo in area, Lazarevic si fa vedere e gonfia la rete di Rafael. Il minuto e mezzo che resta è formalità prima del fischio finale. L'Hellas esce tra gli applausi, ma sul campo si è visto poco. Il Chievo fa impazzire gli 1800 assiepati in Curva Nord. Non sarà un derby, ma le docce in zona Cesarini sono gelide anche per la prima squadra di Verona.
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