In verità l'adagio che andremo ad analizzare non c'entra nulla con il mio ricordo, ma a me piace l'associazione di idee e quinidi....
Il corvo e la volpe |
Restare sull'albero a cantare, restar delusi, perdere un'occasione, lasciarsi scappare qualcosa a beneficio di altri. Il modo di dire viene probabilmente dalla famosa favola di Esopo, raccontata anche da Fedro, Apuleio e La Fontaine, che s'intitola Il corvo e la volpe. Un corvo aveva rubato un pezzo di carne ed era andat a posarsi su un albero. Lo vide la volpe e le venne la voglia di quella carne. Si fermò ai suoi piedi e cominciò a fare gran lodi del suo corpo perfetto e della sua bellezza, dicendo che nessuno era più adatto di lui ad essere il re degli uccelli, e che lo sarebbe diventato senz'altro, se avesse avuto la voce. Il corvo allora, volendo mostrare che nemmeno la voce gli mancava, si mise a gracchiare con tutte le sue forze, lasciando cadere la carne. La volpe si precipitò ad afferrarla, soggiungendo: " Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe proprio altro, per diventare re". Ecco, conclude Esopo, una favola adatta per un uomo stolto.