Satellite Mangalyyan |
Il satellite in questione certamente è alquanto interessante, in quanto che a bordo è equipaggiato di una strumentazione per realizzare uno studio approfondito dell'atmosfera marziana orbitandogli attorno: ma lo scopo è altro! Si tratta di l'orgoglio nazionale indiano nei confronti della Cina che, riguardo il settore spaziale, può vantare già voli umani, una stazione spaziale tutta cinese perfettamente funzionante e anche, il titolo di terza nazione al mondo, anche delle EVA, attività degli astronauti al di fuori dei mezzi spaziali. Riguardo Marte invece la Cina sembra essere perseguitata dalla sfortuna e i suoi tentativi di arrivarci negli ultimi anni sono sempre andati a vuoto, fallimenti clamorosi come quello della missione Yinghou-1, morta sul nascere nel 2011 per grossi problemi tecnici.
L'India non se ne stata affatto con le mani in tasca e ne ha approfittato accellerando il suo programma verso Marte, la missione che è partita poche ore fa è stata annunciata con grande solennità dal primo ministro indiano lo scorso anno proprio nel discorso per la festa dell'Indipendenza indiana.
Non sono mancate ovviamente le polemiche per l'impegno di capitali necessario per la missione, peraltro molto basso, poco più di 100 milioni, grazie ai bassi costi indiani. In effetti l'India considera questo come un primo passo per aumentare le proprie competenze nel ricco mercato spaziale, in cui può già competere per i bassi costi di lancio, e diventare un protagonista importante anche per la tecnologia, specie robotica. Ha infatti in programma il lancio sulla Luna di un mezzo di esplorazione molto sofisticato.
La tecnologia spaziale insomma si sposta sempre più verso oriente. Comunque, mentre attorno a Marte continua ad orbitare Mars Express, la sonda Europea che studia il pianeta da anni, e mentre al suolo il grande rover di Nasa, Curiosity, continua a prende campioni di suolo e analizzarli, anche gli Usa hanno un lancio in programma giorno 18, chiaramente sempre verso Marte. La sonda è Maven, Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN, e servirà a monitorare l'andamento della atmosfera marziana. Nulla a che vedere con la tecnologica e costosissima missione di Curiosity al suolo, Maven arriverà in orbita attorno a Marte intorno la fine di settembre del 2014 e inizierà a rilevare dati coi suoi strumenti con un compito ben preciso: capire come mai, nel corso di miliardi di anni, il pianeta rosso ha perso l'acqua che di certo aveva al suolo.
Se infatti oramai abbiamo capito perfettamente che su Marte c'è stata acqua anche corrente, fiumi e ruscelli, rimane il buio assoluto sul perché non se ne trovi una sola goccia oggi, nonostante le condizioni per la sua esistenza siano favorevoli. Rimandata già molte volte la missione Maven ha ora una finestra possibile per il lancio fra il 18 novembre e il 7 dicembre e si spera proprio che le sue difficoltà, non ultima la recente sospensione per i problemi al bilancio degli Usa, siano finite Marte di nuovo al centro della scena spaziale insomma, aspettando le missioni Exomars 2016 e 2018 che porteranno sul pianeta un vero e proprio laboratorio di analisi chimico fisiche semovente.