Internet nel prossimo futuro, sarà sempre più radicato sui servizi di qualità garantita, che permetterà di agire in tre modi diversi, ognuno dei quali però con qualche limite.
Internet nel prossimo futuro |
Oltretutto, si propone il sempre vegeto rischio della violazione sistematica dei diritti di privacy degli utenti. Tutto ciò è il risultato ultimo di un'inchiesta di Nòva24, riguardo le modalità tecniche con cui potrebbe prendere il via su internet il Regolamento riguardante un mercato unico europeo delle comunicazioni elettroniche che la Commissione europea ha proposto durante il mese di settembre.
Uno dei modi: «gli operatori potrebbero configurare i router di rete con classi di servizio. Assegnando a certi servizi una classe privilegiata, possono accelerarli, fino all'utente finale», enuncia cosi Stefano Pileri, amministratore delegato di Italtel e tra i massimi conoscitori della rete italiana. Tutto ciò tradotto in parole povere vuol dire riservare una certa banda e latenza a certi servizi e fare in modo che il loro percorso fino all'utente sia il più diretto possibile. «Oggi le classi di servizio vengono persi nei punti di interconnessione tra una rete di un operatore e un'altra. Crediamo quindi che il regolamento della Commissione autorizzi la nascita di autostrade universali che conservino le classi in tutti i passaggi, su tutte le reti», prosegue Pileri. Ma come può il router riconoscere i servizi, nell'infinità di internet? Appare probabile che con quelli che, per le proprie caratteristiche tecniche (cioè il loro protocollo), si annunciano sulla rete. Vorrebbe dire un po' a viaggare su internet tenendo una carta d'identità sempre stampata sul petto.
Proprio come le chiamate audio-video. Già adesso gli operatori, in questo modo, possono garantire una certa qualità sui propri servizi VoIP offerti alle aziende. «Per gli altri servizi, è possibile fare così: assegnare una classe di servizio privilegiata a tutti quelli che provengono da una certa origine su internet (uno specifico datacenter)», spiega Pileri. È comunque limitante non poter discriminare tra servizi provenienti dallo stesso datacenter. «Per farlo gli operatori devono usare tecniche di deep packet inspection, con appositi apparati che setacciano il traffico. Guardano all'interno di tutti i pacchetti dati che passano sulle reti e capiscono così a quali servizi e contenuti corrispondono», aggiunge. Equivale a mettere il naso nelle comunicazioni degli utenti. Per questo motivo la Corte di Giustizia europea considera lesive della privacy queste pratiche.
«Il regolamento della Commissione porta con sé lo spettro gravissimo della deep packet inspection», dice Paolo Nuti, di Aiip (Associazione dei principali provider italiani).
Tutto questo al netto del pericolo più generale: «i servizi a qualità garantita comunque sono parte di internet. Vanno nello stesso tubo con tutti gli altri. Se acceleri quelli, riduci la banda disponibile per i normali servizi internet», dice Stefano Quintarelli, storico esperto della rete e ora parlamentare di Scelta Civica. I principali operatori europei credono però che, grazie ai nuovi ricavi proveniente dai servizi a qualità garantita, potranno investire per aumentare la banda complessiva. È una scommessa. Con molti lati oscuri.