24/10/13

Tristezza: i bambini ci aiutano a combatterla

La tristezza e la malinconia sona alla base del pessimismo che con l'andare degli anni molte volte prende il soppravvento nella nostra vita.
Nella fanciullezza, l’età più dolce si vive spensierati, felici, allegri e contenti.
Infatti i volti dei bambini sono quelli che, non conoscono brutture, pene, angosce, strazi e complessità.
Li dovranno affrontare in futuro, quando sarà il loro turno, all’interno di quella catena irrefrenabile che corre, corre, sulla base di giorni, mesi ed anni e va verso un culmine che arresterà tutto, per sempre.
D’altronde, è pienamente giusto che ognuno abbia il proprio momento di gaudio e letizia, nella vita; ed è giusto che esso coincida con la fanciullezza, l’ingenuità, i giochi, le corse, le illusioni, le favole.
Già con l'arrivo della pubertà, arrivano le prime insidie, i primi dispiaceri, i primi dissidi,che ti portano ad avere la consapevolezza della fatica di rimanere contenti e felici.
I bambini: difendiamoli e proteggiamoli
Consapevolezza, ecco, forse questa è la parola giusta da cui traggono origine le malinconie e le tristezze.
E poi la vita adulta con le sue piccole e grandi “macchinazioni” che comportano quel dolore e quella sofferenza di cui ci facciamo portatori.
Ecco perché la fanciullezza non dovrebbe mai venir turbata, lesa, rovinata, complicata o resa impossibile, come purtroppo sappiamo succede per molti bambini sparsi nel mondo (violenze, disordini morali, conflitti familiari, separazioni, costrizioni varie, lavoro e sfruttamento minorile, povertà, ecc.).
Cosa resta, allora, di questa che dovrebbe essere l’età più bella, più florida, più magica, in assoluto?
Affinché non la si sprechi riducendola in polvere, in nulla, sarebbe bene che ciascun genitore o educatore non dimenticasse come diceva Tagore: “Fuori nel mondo, cerchi materiale di gioia, ma solo in te stesso lo puoi trovare”.
Perché, la vita offre frequenti e continui momenti di tristezza e malinconia, ma sta a noi saper individuare e cogliere il “sereno” e ogni tanto ritornare bambini.
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