17/10/13

Commerciare oggi cosi tra globalizzazione e disuguaglianze sociali

Commerciare oggi, non ha più nulla a che vedere con quello che fu nel l'ormai lontano passato, tutt'altro...
Pensate un pò, riflettete soltanto su cosa potrebbero mai avere in comune un semplice palloncino, le disuguaglianze sociali e la globalizzazione? Direte voi, ma nulla! Siete cosi sicuri di tutto questo? Qualche studioso statunitense ha recentemente iniziato ad analizzare e prendere le misure, ed il livello di integrazione e interdipendenza dell'economia globale, utilizzando variabili esattamente come si è soliti fare in fisica e matematica. Stò parlando dell'entropia delle informazioni.
Se l'entropia è l'unità di misura capace di predere il disordine che tormenta dall'interno un dato sistema, saremo in grado forse di comprendere l'obiettivo di questi studiosi, cioè dimostrare che il commercio di oggi con la globalizzazione ha soltanto prodotto un enorme disordine mondiale? Personalmente ci andrei cauto con tale affermazione. Lo scopo di queste ultime ricerche è invece quello di rendere più chiaro il perché la globalizzazione sia una forma di Commercio vantaggioso nel breve periodo ma deleteria a lungo termine. Ma per riuscirci sarà necessario fare riferimento alla teoria dell'informazione, oppre per dirla con le parole del matematico Claude Shannon, all'entropia dell'informazione, cioè quella variabile astratta che può venierci in soccorso nell'impresa di misurare il grado di diffusione di ciò che stiamo osservando nel commercio oggi.
Commercio oggi

Nonostante il commercio internazionale non è certo stato generato con la globalizzazione, quest'ultima ha avuto un'influenza importante sulla distribuzione complessiva del reddito, molto più incisivo di quanto sia mai stato osservato. Dopo essere rimasto fissato per anni nelle mani di una sorta di "cartello" composto da poche "eletti", il Pil mondiale, grazie alla globalizzazione, ha iniziato ad essere ridistribuito tra un numero sempre maggiore di nazioni. Facendo salire il livello di entropia da Pil. Ebbene, sempre più economisti si sono convinti che gli effetti positivi della globalizzazione siano soltanto una sorta di palliativo dalla vite breve e che a lungo andare le conseguenze di tanta integrazione siano molto più negative. Infatti, se da un lato è impossibile fermare il progresso, dall'altro è sempre più evidente che quest'ultimo ha dato molto più potere ai capitali e a chi li possiede per farne privazione ai lavoratori, qualificati e non qualificati. Le cui mansioni non solo iniziano ad essere sostituite dai computer, ma anche dalla manodopera globale cui i capitali avranno deciso di volta in volta di rivolgersi. Perciò i paesi che saranno in grado di attirare più investimenti saranno anche capaci di trarre maggiore beneficio dalla globalizzazione. Ma soltanto nel breve periodo, perché nel lungo appare evidente che staremo, quasi, tutti peggio. A meno che non riusciremo a tirare fuori dal cilindro un nuovo modello di sviluppo che prenda in considerazione queste distorsioni e riesca in qualche modo ad attenuarne gli effetti.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.