Il-Trafiletto

12/01/14

La de Girolamo non si dimette "Ero e sono fuori da nomine, gare, primarie altro ancora"

Le intercettazioni su Rossi. Il superteste: mi disse di bloccare le gare. "Quelli non li voglio".
Quelli, cioè i concorrenti dell'associazione temporanea di imprese Sanit che si occupava del servizio 118.
 Un manager della pubblica amministrazione registrato mentre indicherebbe chi, o quale società, escludere dall'imminente gara d'appalto per il servizio del trasporto dei pazienti. Un'ingerenza commessa alla presenza di Sua Sanità del Sannio, l'allora parlamentare Nunzia De Girolamo,
la quale non lascia la poltrona di ministro dell’Agricoltura dopo la pubblicazione delle intercettazioni, quando era parlamentare Pdl a Benevento, in cui con linguaggio da scaricatore di porto premeva per fare arrivare controlli al bar dell’ospedale Fatebenefratelli ambito dallo zio. «Non mi dimetto».
La sua autodifesa lascia pochi margini alla autocritica: «Ero e sono fuori da nomine, gare, primarie altro ancora. Dalle trascrizioni che sono in possesso della stampa e non della sottoscritta, si potrà riscontrare che non ho mai fatto il nome di una ditta da favorire in una gara, mai chiesta una nomina o un incarico». «Questa gogna è una barbarie», dice il ministro che assicura di «essere tranquilla». 

Nunzia De Girolamo
Anche se dall’sms mandato a Clemente Mastella dopo aver letto una sua intervista (stesso linguaggio di cui sopra) non sembra. «Sono serena, due volte serena: innanzi tutto perché non ho fatto nulla di irregolare o di illecito e poi perché c’è la magistratura che indaga. Io credo nella giustizia senza se e senza ma e mi sento tutelata da inquirenti che fanno il loro dovere piuttosto che da un rincorrersi di dichiarazioni e contro dichiarazioni utili solo per animare maliziose e diffamatorie ricostruzioni giornalistiche».
Eppure è la voce di Michele Rossi, il direttore generale della Asl di Benevento ora avvolta dallo scandalo delle "registrazioni" a sorpresa rubate dall'ex direttore amministrativo Felice Pisapia, a confermare il singolare veto. Che poi si tradurrà, forse per coincidenze, in una estromissione. Ecco uno dei nodi dell'inchiesta giunta ad un punto di svolta sul "direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni norma di legge", come lo definisce il gip del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani. Non è escluso che le indagini, quasi indirizzate nell'ordinanza dello stesso Cusani con toni severi nei riguardi di quella struttura, coinvolgano ora anche esponenti del "ristretto" gruppo di potere, vicinissimi al ministro. Dalle parole del superteste Arnaldo Falato, raccolte in Procura e raccontate da Repubblica, alle distinte disavventure di due aziende. Casi emblematici che mostrano il metodo-direttorio. Caso Sanit, ad esempio... Altra storia, di diverso segno, porta alla Pulitecnica: società che si occupa della pulizia di Comune, Asl ed altro, riferibile ieri come oggi ai De Pierro, famiglia prima vicina ai Mastella, oggi fedele alla De Girolamo...

Doppio turno: Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il doppio turno? "L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio" Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il leader del Pd non esclude un possibile accordo con il Cavaliere. «Mi vedrò con Berlusconi quando servirà per chiudere un’intesa che al momento non c’è, anche se siamo vicini»
Anche se la sola minaccia di un incontro possa essere utile per spaventare Alfano e fargli passare la voglia di tentare qualche bluff e di tirarla per le lunghe.
Non è un mistero che Forza Italia propenda per il modello spagnolo, che favorisce i partiti maggiori e quindi sarebbe l’ideale per il Pd, ma che taglierebbe le ali ai partiti piccoli. Che si metterebbero tutti di traverso a partire dal Nuovo Centrodestra di Alfano. Quindi l’interrogativo che si pone il leader Pd è che prima di sposare lo spagnolo bisognerebbe vedere che ricadute avrebbe tutto ciò sul governo. Non si può sapere in quel caso quale possa essere la reazione di Alfano, anche se Letta ha avuto da Renzi una garanzia sulla principale delle clausole di salvaguardia: fare insieme alla riforma elettorale anche quella del Senato, il che vuol dire ossigeno al governo fino al 2015. Ma andare in aula il 27 gennaio significa contingentare i tempi e chiudere la discussione con una proposta finale entro quella data. Renzi giovedì dovrà affrontare il primo delicato giro di boa, la Direzione, dove si troverà di fronte alla prima fronda interna di una sinistra fin qui divisa, ma che si sta riorganizzando.

Matteo Renzi
 Per capirne i movimenti bisogna fare un piccolo passo indietro. «Noi aspettiamo le motivazioni della Consulta e poi sferriamo il primo affondo, sulla legge elettorale. Parliamoci chiaro, il tema vero di scontro interno sarà quello», diceva tre giorni fa Enzo Amendola, uno dei segretari regionali di fede dalemiana e bersaniana; gli altri sono il molisano Danilo Leva, il toscano Ivan Ferrucci, sodale dell’ex segretario Andrea Manciulli (altro dalemiano), l’umbro Lamberto Bottini, il marchigiano Palmiro Ucchielli, il pugliese Sergio Blasi. Tutti quarantenni dell’era Bersani che ora dovranno cedere il posto alle nuove leve elette con le primarie da qui a fine marzo. La settimana scorsa il coordinatore della segreteria, il renziano Lorenzo Guerini, li ha convocati insieme a Luca Lotti, braccio destro del leader e responsabile organizzazione, per provarli a convincere su un election day il 16 febbraio per il rinnovo delle cariche in tutte le regioni. Ma in quella sede i due plenipotenziari di Renzi hanno toccato con mano le prime resistenze e la voglia di non darle tutte vinte al segretario.«Condividiamo l’esigenza di accelerare, ma teniamo conto che il passaggio tra gli iscritti non è solo formale e devono votare loro prima delle primarie aperte», è stata l’obiezione generale poi rilanciata da Gianni Cuperlo nel faccia a faccia col leader l’altro ieri. Tanto che anche questa pratica andrà risolta alla Direzione di giovedì prossimo. Ma la fronda che sta preparando il truppone dalemian-bersaniano sulla legge elettorale è insidiosa perché la compagine, al netto dei «giovani turchi» che stanno mostrando un atteggiamento più collaborativo, conta un centinaio di parlamentari. E si sta provando a riorganizzare, non solo attorno alla figura di Cuperlo, ma puntando anche su chi può rappresentare il salto generazionale, come l’attuale capogruppo Roberto Speranza. E con un occhio di riguardo particolare verso un personaggio per ora rimasto sullo sfondo, ma che potrebbe salire alla ribalta nei prossimi mesi, sempre che lo voglia, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Ecco, a parte Speranza e Zingaretti, tutti gli altri si ritroveranno in un vertice convocato da Cuperlo prima della Direzione, per inchiodare il segretario ad un sistema elettorale preciso, il doppio turno. «L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio», dice l’ex responsabile giustizia Danilo Leva. E visto che ora il doppio turno è il preferito dagli alleati di Letta, la sinistra punta i piedi. «Ritengo fisiologico partire da un accordo di maggioranza e non capirei il perché di una riabilitazione gratuita di Berlusconi», è l’affondo di Leva.

11/01/14

EDIFICI PRIVATI IN ZONA SISMICA 1 E 2: RICHIESTA DI CONTRIBUTO PER INTERVENTI STRUTTURALI

AMMESSI GLI  INTERVENTI  DI RAFFORZAMENTO LOCALE O DI MIGLIORAMENTO SISMICO, O, EVENTUALMENTE, DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE  

In attuazione dell’art. 14, comma 3 dell’Ordinanza del Capo Dipartimento Della Protezione Civile, 20 febbraio 2013 n°52  è possibile presentare richiesta di incentivo per interventi  strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico, o, eventualmente, di  demolizione e ricostruzione di edifici privati che non ricadano nella fattispecie di cui  all’art. 51 del D.P.R. n. 380/2001 nei quali, alla data di pubblicazione dell’ordinanza  n°52/2013, oltre i due terzi dei millesimi di proprietà delle unità immobiliari sono destinati a residenza stabile e continuativa di nuclei familiari, e/o all’esercizio continuativo di arte o professione o attività produttiva.  La richiesta di contributo, redatta secondo la modulistica riportata nell’allegato 4 dell’ordinanza n°52/2013, dovrà pervenire, entro il termine di sessanta giorni dall’affissione del presente avviso, al Sindaco del Comune dove ricade il fabbricato interessato dall’intervento.
foto archivio Scifo
Le richieste sono ammesse a contributo fino all’esaurimento del 20% del totale finanziamento che è stato assegnato alle varie Regioni con appositi Decreti.  La misura massima del contributo per il singolo edificio, da destinare unicamente agli interventi sulle parti strutturali è quella stabilita dall’art. 12 dell’ordinanza n°52/2013, e sarà assegnata entro il limite delle risorse ripartite ai sensi dell’articolo 14, comma 2, della stessa Ordinanza. Rimangono esclusi:
Opere ed edifici che siano oggetto di interventi strutturali, già eseguiti o in corso  alla data di pubblicazione dell’ordinanza n°52/2013;
Opere ed edifici che usufruiscono di contributi a carico di risorse pubbliche per la stessa finalità dell’ordinanza n°52/2013;
Interventi su edifici ricadenti in area a rischio idrogeologico in zona R4, ridotti allo stato di rudere o abbandonati, realizzati o adeguati dopo il 1984.
Le richieste di contributo saranno registrate dal Comune e trasmesse alla Regione, che provvederà ad inserirle  in apposita graduatoria di priorità. La Regione formulerà e renderà pubblica la graduatoria delle richieste. I soggetti collocati utilmente nella predetta graduatoria dovranno presentare un progetto, coerente con la richiesta di intervento presentata, redatto e sottoscritto da professionista abilitato ed iscritto all’albo professionale, entro il termine di 90 giorni per gli interventi di rafforzamento e di 180 giorni per gli interventi di miglioramento sismico o demolizione e ricostruzione. Ai progetti si applicheranno le procedure di controllo e vigilanza previste dal D.P.R. n. 380/2001
Mr.Hyde

Ariel Sharon è morto ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'' così lo definì Obama

Dopo otto anni di  coma, è morto Ariel Sharon, definito la spada di Davide. Gli israeliani lo piangono. Per i palestinesi era un criminale di guerra

Ariel Sharon è morto oggi a 85 anni nell'ospedale di Tel Ha Shomer, nei pressi di Tel Aviv, dove era ricoverato negli ultimi tempi. Le sue condizioni - Sharon era in coma da otto anni - si sono drammaticamente aggravate nei giorni scorsi. I funerali di Sharon si svolgeranno in due fasi: prima alla Knesset (parlamento) di Gerusalemme e quindi nel suo Ranch dei Sicomori, nel Neghev, dove sarà sepolto accanto alla tomba della moglie, Lili.

Ancora non è noto se le esequie potranno avere luogo già domani, come vorrebbe la tradizione ebraica. ''E' andato quando ha deciso lui''. Cosi' il figlio di Ariel Sharon, Gilad, ha commentato, citato dai media, la morte del padre. Gilad Sharon ha ringraziato lo staff medico dell'ospedale di Tel Ha Shomer, dove l'ex premier era ricoverato, e tutti coloro che hanno pregato per il padre. 'Sharon ha continuato a battersi per la sua vita nella settimana passata da quando le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate''. Lo ha detto il professor Shlomo Noi, direttore dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer, annunciando ufficialmente la morte dell'ex premier israeliano. Il medico ha detto che l'anziano leader - in coma da otto anni - si e' battuto ''contro ogni probabilita''. Ma oggi - ha aggiunto - il cuore si ''e' indebolito'' e ''serenamente si e' separato dalla sua famiglia''. ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'': cosi' il presidente americano, Barack Obama, ricorda Sharon, esprimendo il cordoglio di tutti gli americani e della moglie Michelle per la scomparsa dell'ex primo ministro israeliano. ''Ribadiamo - aggiunge il presidente Usa - il nostro incrollabile impegno per la sicurezza di Israele e il nostro apprezzamento per la durevole amicizia tra i nostri due Paesi e i nostri due popoli''. "Il mio caro amico Arik Sharon ha perso oggi la sua ultima battaglia. Arik era un soldato valoroso e un leader che sapeva osare. Amava la sua nazione e la sua nazione lo amava". E' il primo commento del capo dello Stato Shimon Peres alla morte dell'ex premier israeliano Ariel Sharon. "Un grande e coraggioso leader e un vero sionista". Così il capo dell'opposizione israeliana, il laburista, Isaac Herzog, ha commentato la morte di Ariel Sharon. Herzog ha detto che Sharon sapeva come "cambiare la sua opinione del mondo e riconoscere il giusto percorso dello Stato di Israele". Sharon era un "criminale, responsabile della morte di Arafat sfuggito alla giustizia internazionale". Così Jibril Raboub, un dirigente di Fatah, ha commentato la morte dell'ex premier israeliano. Hamas al potere a Gaza ha definito un "momento storico" la "scomparsa di questo criminale con le mani coperte di sangue palestinese". "Lo Stato di Israele china il capo con la dipartita dell'ex premier Ariel Sharon, componente centrale nella lotta per la sicurezza di Israele durante tutta la sua esistenza". Così il premier Benyamin Netanyahu commenta la morte di Sharon "combattente valoroso, grande condottiero, fra i comandanti più importanti delle nostre forze armate". fonte Ansa

Il titolo "Miss gambe lunghe" va in Russia!

Il titolo "Miss gambe lunghe" va in Russia! Il titolo è stato assegnato alla splendida modella che è stata elettaMiss Gambe Lunghe” in Russia: le sue gambe infatti misurano 106 centimetri.
Il concorso che l’ha incoronata reginetta, le ha fruttato 2000 sterline, ma Anastasia Strashevskaya, la modella ha deciso di dare una parte del denaro ai genitori e il resto in beneficienza.

Anastasia Strashevskaya

Le sue gambe misurano ben 106 centimetri, e sono dunque di fatto le gambe più lunghe del mondo, o quasi, e la “titolare”, Anastasia Strashevskaya, una stupenda modella che ha ottenuto il titolo di “Miss Gambe Lunghe” in Russia, riuscendo a guadagnare anche un cospicuo premio di quasi 2 mila sterline.

La neo vincitrice, soltanto per un pelo ( si fosse depilata meno magari...) non è riuscita a battere la modella slovacca, nota negli anni ’90, Adriana Sklenarikova, la quale detiene il record mondiale per 20 centimetri in più di lunghezza.

Miss Gambe Lunghe”, ha 18 anni, è alta un metro e ottanta e pesa solo 52 chilogrammi: fin da subito, la giuria ha puntato sulla sua bellezza, ma soprattutto sulle sue gambe. Anastasia ha battuto ben 52 concorrenti, ma il futuro che vede per lei non è quello di modella, ma quello di avvocato: un lavoro che ha sempre sognato di fare fin da bambina e che vuole portare avanti con fierezza, continuando a studiare diritto civile. Le sue parole, in un’intervista sono state: “Il titolo di reginetta non voglio lasciarlo , ma so che il mio futuro è diventare avvocato e quindi continuerò a stare sui libri!” Riguardo al denaro ricevuto dal concorso di bellezza, come premio, la 18enne ha le idee chiare, affermando che parte della vincita andrà ai suoi genitori come regalo, mentre il resto andrà in beneficenza a bambini malati di cancro.
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