Elettricità! Sveglia per chi dorme in...coma? La nuova
idea scientifica riguarda dunque la
stimolazione elettrica transcraniale diretta, cioè l’applicazione di una
leggera corrente sul cranio attraverso una
serie di elettrodi innestati sul
cuoio capelluto.
Si tratta di una
tecnica innovativa che ultimamente sta trovando sempre di più il suo
impiego nel settore medico. La nuova tecnica dunque, ovvero sia la
stimolazione elettrica transcraniale diretta è stata utilizzata con successo dai
ricercatori della University of Oxford per aumentare le
abilità matematiche di alcuni studenti, anche se in quella circostanza non si erano risparmiati certi detrattori, secondo cui gli introiti avuti da tale innovazione, avrebbero dato luogo ad un
deficit importante in altri
settori. Comunque sia, gli
scienziati dell'Università di Liegi, coordinati da
Steven Laureys, dichiarano oggi di aver raggiunto un
obiettivo ancora più ambizioso: usare la
tDSC per
svegliare pazienti in stato minimamente cosciente o vegetativo!
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tDSC stimolazione elettrica transcraniale diretta |
Attenzione! Per
svegliare,
specificano i ricercatori, s’intende semplicemente
recuperare alcune funzioni di base che si credevano
perdute per sempre. Ed inoltre per un
tempo assai limitato: “Non voglio dare
false speranze alle famiglie dei malati”, dice
Laureys a NewScientist. “Le persone che abbiamo sottoposto a
stimolazione elettrica transcraniale diretta non si sono alzate né hanno iniziato a camminare. La
tecnica però mostra buone
potenzialità per un
lieve recupero, anche anni dopo il danno”.
L’équipe di Laureys ha lavorato con 55
pazienti che a causa di
gravi danni cerebrali o
mancanza di ossigeno al cervello, come dicevamo, erano in
stato vegetativo (cioè in cui sono
presenti le fasi di sonno e
veglia e i
riflessi, ma non c’è alcuna
consapevolezza) o di
minima coscienza (in cui si avverte il
dolore e si provano
alcune emozioni, ma si è
impossibilitati a comunicare). Gli
scienziati hanno posto degli
elettrodi sulla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra dei pazienti, l’
area del cervello coinvolta nella
memoria, nei
processi decisionali e nella
coscienza. Hanno quindi eseguito venti minuti di
stimolazione su metà di loro e un
trattamento placebo sull’altra metà.
“Durante e subito dopo le
stimolazioni”, racconta ancora
NewScientist, “13
persone in
stato minimamente cosciente e 2
persone in
stato vegetativo hanno mostrato
segni di consapevolezza mai osservati prima. Nel
gruppo trattato con placebo non si sono osservati gli stessi miglioramenti”. Alcuni
pazienti erano addirittura in grado di
rispondere a semplici domande muovendo la
testa o gli
occhi e stringendo le
mani. I
risultati completi dello
studio non sono ancora disponibili, ma saranno presto pubblicati sulla
rivista Neurology per un vaglio più approfondito.
Anche perché, ammettono gli
scienziati, non è chiaro come funzioni esattamente il
trattamento: l’
ipotesi più probabile è che agisca su un’
attività cerebrale precedentemente soppressa, innalzandola al di sopra di una certa soglia. L’effetto, purtroppo, è durato soltanto un paio d’ore, dopo le quali i
pazienti sono scivolati di nuovo nello
stato di incomunicabilità in cui si trovavano prima. Nessuno può dire con certezza cosa sia successo in quelle due ore: “I
pazienti potrebbero aver provato la stessa
sensazione che abbiamo quando
dormiamo in un hotel e ci
svegliamo all’improvviso senza sapere dove siamo”, spiega
Laureys. Gli
scienziati stanno ora lavorando per allargare il più possibile questa
finestra temporale, magari aumentando la durata della
stimolazione cerebrale che specificano, non ha alcun
effetto collaterale.