Il-Trafiletto

22/12/13

“La vendetta è un piatto che va servito freddo!” La rivincita dell’arbitro Candussio su Zamparini.

A detta del focoso “patron” del Palermo calcio, Maurizio Zamparini a seguito la sconfitta con il Carpi, pare che il famoso detto: “La vendetta è un piatto che va servito freddo” si sia perpetrato nei confronti suoi e della sua squadra, il Palermo per l’appunto! La furia di Zamparini e di tutta Palermo calcistica si è scatenata contro l'arbitro Candussio. "Ne ha combinate di tutti i colori - ha urlato il presidente Zamparini. La cosa incredibile è che vive a Sevegliano, il mio paese: pensavo che volesse dimostrare che non mi stava favorendo. Invece il sindaco mi ha ricordato che cinque anni fa ho licenziato dal mio gruppo il padre dell'arbitro Candussio. Sicuramente si sarà voluto vendicare".

zamparini
Maurizio Zamparini
Dello stesso avviso anche il direttore sportivo dei rosanero, Giorgio Perinetti, che ha puntato il dito contro il direttore di gara in una lettera aperta pubblicata sul sito del Palermo Calcio. "Premesso che dobbiamo considerare i nostri demeriti e dovremo fare un'attenta analisi su come abbiamo impostato e giocato questa partita - ha scritto - , perché non vogliamo concedere alibi alla squadra, bisogna però tenere conto che oggi abbiamo assistito ad un arbitraggio che è sembrato un killeraggio scientifico.

A parte l'episodio del rigore (tutto da valutare) la gestione delle ammonizioni è stata quanto di più scandaloso si può vedere su un campo di calcio. Essa ha creato un condizionamento alla gara odierna e gravissimi riflessi su quella successiva. L'atteggiamento del quarto ufficiale, Caso di Verona, dev'essere denunciato agli organi competenti, in quanto ha ripetutamente inteso minacciare di provvedimenti disciplinari i nostri tesserati (in campo ed in panchina) ed istigato l'arbitro alla messa in atto degli stessi. Dato che abbiamo visto su altri campi un "Babbo Natale" anticiparsi in generosi regali, auspichiamo che il sistema trovi un immediato riequilibrio a tutela della regolarità del campionato".

Ci vestiremo con lo spray | Genialità o flop?

Genialità nella moda o un buco nell’acqua che non porterà a niente?  Come esperta di questa arte, mi sento di rire che l'idea è geniale ma il suo impiego è un flop. So per esperienza che quello che fa moda è legato ad uno studio ben preciso, fatto da teem esperti impiegando tempo e risorse. L'uso di una bomboletta spray per vestirci senza aver una conoscenza tecnica della struttura di un abito, il fallimento è assicurato. Ipotizzo che il suo impiego sia più efficace nel settore degli accessori: sciarpe, cappelli, decorazioni...ecc. Scoprite cosa sono i vestiti spray: Fabrican vestiti spray. Da una collaborazione tra l’Imperial College di Londra e il designer spagnolo Manel Torres della Royal College of Art è nata la tecnologia Fabrican, unione dei termini inglesi fabric (tessuto) e can (bomboletta), ovvero fibre di tessuto in spray. mento è assicurato. Ma vediamo cosa sono i vestiti spray:




La sopensione viene spruzzata e le fibre, intrecciandosi e aderendo tra loro, si asciugano all’aria e creano un vero e proprio film di tessuto. Viene prodotto in materiale sia naturale che sintetico, anche di diversi colori e addirittura profumi, può essere tagliato e modellato a seconda della necessità. E’ lavabile, ma può anche essere dissolto e riciclato per creare altre idee. Guardate un po’ come funziona e che risultato sorprendente:
Video spray-on dress created for the Cyborg exhibition Newcastle 2007 © Fabrican Ltd 2007 Filmed and Edited by Creative.

Aggiungi didascalia
Può essere spruzzato su persone o oggetti e si modella perfettamente alla superficie di destinazione. Per questo il suo uso non è studiato per limitatarsi soltanto al campo della moda, ma si intende estenderlo anche nel settore medico per bendaggi o cerotti, in quello dell’automotive per l’interno delle vetture o riparazioni e rinnovamenti, o nel campo del design per forme innovative e particolari, che è difficile ottenere con altri materiali e chissà quali altri utilizzi verranno sperimentati.
 Per saperne di più visitate il sito ufficiale FabricanLtd.com.

Volete fare l'amore ad alta quota? Ora potete, con nuove compagnie aeree

Sapreste stilare una lista dei desideri erotici più strani di uomini e donne? E i vostri? Se fra questi c'è anche il desiderio di fare l'amore ad alta quota allora gioite, fate una ola, ballate, perchè da oggi potrete realizzare il vostro sogno erotico. Sì, infatti vi sono alcune comagnie aeree che consentono di viaggiare su voli privati e di restare in una speciale alcova e dare sfogo alle vostre fantasie.
In questo modo saranno evitati degli inconvenienti spiacevoli, qualcuno infatti l'esperienza (negativa) l'aveva fatta nel bagno del mezzo con le ali.
Ed è a causa di ciò che alcune compagnie avrebbero deciso di dare il via libera alle emozioni sopra le nuvole, accontendando chiunque abbia voglia di realizzare questo desiderio. Flamingo Air di Cincinnati, Vegas Night Flights di Las Vegas, Fantastic Flight del New Hampshire e l’ inglese Mile High Flights: sono questi i nomi delle società che, ad un prezzo compreso tra i 289 dollari e le 1000 sterline, offrono dai 30 a 60 minuti di viaggio-godimento, per due o anche tre persone, nel caso di un’emozione ancora più eccitante dal solito.. Per prenotare il pacchetto più consono alle proprie esigenze, basta recarsi online sul sito di ogni compagnia e cliccare su quello che vi ispira di più.. Oltre all’euforia del viaggio, potrete godere di alcuni servizi extra..

Paga con il licenziamento, dei tweet razzisti

Licenziata in tronco? No licenziata in volo. Stava volando verso il Sudafrica, come top manager della di un conglomerato mediatico americano la InterActiveCorp, dove si occupava di pubbliche relazioni, e all'atterraggio si è vista recapitare il licenziamento. Colpa di un tweet scritto velocemente prima di partire per il Sudafrica. "Going to Africa. Hope I don't get AIDS. Just kidding. I'm white!", è stato l'ultimo cinguettio di Justine Sacco. "Verso l'Africa. Spero di non prendere l'AIDS. Scherzo. Sono bianca!". Lo scherzo non ha fatto ridere nessuno.

 La IAC controlla circa trentasei società, tra le quali Match.com, The Daily Beast, e Dictionary.com. La reazione e il provvedimento preso nei suoi confronti è stato velocissimo. Nessuna giustificazione, nessuna attenuante. "Il commento è vergognoso, offensivo e non rispecchia in alcun modo il nostro punto di vista o i valori della IAC" ha dichiarato la società in una nota. Il tweet di @justinesacco è stato rimosso e l'account cancellato in poche ore. Ma gli screenshot si sono diffusi viralmente. La Rete è esplosa, i commenti sono diventati migliaia. Più di 'Christmas', gli hashtag trending su Twitter sono diventati #HasJustineLandedYet, #justineSacco flight, #justinesacco yourself, AIDS, e IAC. Il caso è stato coperto globalmente ed è apparso sull'International Business Times, TheWrap, Huffington Post, New York Times, Mashable, New York Daily News, Los Angeles Times, e Business Insider. Mentre Justine Sacco sorvolava il mondo, il mondo non ha sorvolato sul suo tweet. Il New York Times ha scoperto che la frase era stata postata venerdì da Londra e cancellata poche ore dopo insieme all'account e al suo profilo Facebook. Poi ha sollevato il primo beneficio del dubbio chiedendosi se non fosse stato qualcun'altro a scriverlo. Qualcuno non autorizzato magari. Ma la tesi è caduta subito. Non era la prima volta che scriveva post infelici. Nella descrizione sul proprio profilo diceva: "Anche conosciuta per la mia risata grassa".



Nelle ultime ore di vita dell'account il NYT ha fatto in tempo a tracciare un quadro attraverso i post. Riportandone alcuni, come quello di gennaio scorso: "Non posso essere licenziata per cose dette da sbronza, giusto?"





Atterrata Justine Sacco ha chiesto scusa. Per farlo ha dovuto aprire un nuovo account Twitter, @JustineSacco6: "Hey guys, just landed in South Africa. I sincerely apologize for my ignorant tweet and hope you guys can forgive me" (Ei ragazzi, appena atterrata in Sudafrica. Chiedo sinceramente scusa per il mio tweet ignorante e spero vogliate perdonarmi). E ancora. "E' stato stupido postare una cosa del genere, chiedo perdono. Volevo fare una battuta ma mi si è ritorta contro". Infine. "Ho appena saputo di essere stata licenziata. Me l'aspettavo. Sono davvero dispiaciuta e pentita". Sacco ha raccontato di essere stata fotografata al suo arrivo e di star cercando un volo per tornare indietro negli Stati Uniti.                                   fonte

La tragedia di Linate continua a fare vittime | Morta suicida Paola Rota

Paola Rota, 32 anni, dopo la morte dei genitori e del fratellino aveva portato avanti il ristorante di famiglia. Dodici anni fa era proprio lei che stavano andando a trovare i suoi genitori e un fratellino di 6 anni.quando perdevano la vita sul volo Sk686, a Linate. Volevano fare una sorpresa a Paola, ventenne, studentessa grazie a una borsa di studio a Copenaghen.
I loro nomi finirono nell’elenco delle 118 vittime della strage nell’aeroporto milanese, la più grande tragedia dell’aeronautica civile in Italia.
Una tragedia che continua ad allungare la sua ombra anche a 12 anni di distanza. E contro una famiglia in particolare, quella dei Rota, stimati ristoratori bergamaschi. La famiglia di Paola Rota composta da Giovanni, 49 anni, morto insieme a mamma Clara, 44 anni e al fratellino, Michele, 6 anni, l’8 ottobre del 2001, un altro fratello Matteo morto suicida a trent'anni, un anno fa.
aeroporto di linate la tragedia del volo Sk686
Nel 2001 stava svolgendo il servizio civile ed era stato lui ad accompagnare i familiari a Linate. Aveva vissuto quasi in diretta la scioccante morte dei suoi. Così come il dolore aveva stroncato quasi subito nonno Alfonso, padre di Clara. Il 7 ottobre del 2001, era andato a salutare la figlia in partenza e tornando a casa era rimasto ferito in un incidente stradale. Non sembrava nulla di grave, ma il giorno dopo, il macigno che si era abbattuto sulla sua famiglia lo aveva travolto e il 21 dello stesso mese era morto. Paola era diventata la roccia della famiglia. Sembrava una donna forte. Nel 2001, rimasta sola con i due fratelli, Matteo e Clemens (ora 22enne) era riuscita a portare avanti l’attività di famiglia. All’ albergo-ristorante gestito dal padre, un complesso inserito in un ampio parco alla periferia di Ubiale Clanezzo nella bassa Valle Brembana, aveva aggiunto un centro benessere. Nel 2005 si era laureata in Relazioni pubbliche allo Iulm di Milano, discutendo una tesi incentrata proprio sulla tragedia di Linate. Era anche diventata mamma, di Filippo 5 anni e mezzo, e Olivia, nata tre mesi fa. Ieri il suo compagno non riusciva e mettersi in contatto con lei ed è andato a cercarla a casa, in via Marconi e Ubiale Clanezzo. Prima di togliersi la vita, impiccandosi, aveva accompagnato come tutte le mattine Filippo allo scuolabus e aveva scambiato qualche chiacchiera con le altre mamme. La camera ardente è stata allestita lontano dalla casa della famiglia di Clanezzo, per evitare traumi al figlio maggiore. Il feretro della trentaduenne è stato infatti composto nella villa in cui viveva il fratello Matteo, dove sorge anche il ristorante della famiglia, “Belvedi”: i Rota erano infatti proprietari, dagli Anni Ottanta, anche del castello di Clanezzo, proprio da loro trasformato in ristorante. I funerali saranno celebrati lunedì pomeriggio, nella chiesa di Almenno San Bartolomeo. La stessa dove un anno fa venne dato l’ultimo saluto anche a Matteo.
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