Il-Trafiletto

10/12/13

I baci dei manifastanti alle forze dell'ordine

Il"Movimento dei forconi", in origine espressione della rabbia degli agricoltori e allevatori che si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni, ha unito anche venditori ambulanti, camionisti, precari, studenti, disoccupati, immigrati ma anche ultras delle curve calcistiche ed estremisti di destra.
La scarsa organizzazione di questo movimento che non ha una indicazione politica, sindacale ma solo mosso dalla rabbia, ha creato confusione e permesso infiltrazioni di delinquenti comuni.

La polizia toglie i caschi

Gli organizzatori, quelli dei forconi, hanno provato in tutti i modi a tenere a bada i più esagitati
Ma come si fa a tenere insieme l’ambulante strozzato dalla Tares da pagare entro metà mese, il tassista e il negoziante messi in ginocchio dalla crisi che taglia stipendio e incassi, l’autista della Gtt furibondo come e più dei colleghi genovesi perché il Comune vuole cedere il 49% dell’azienda di trasporto pubblico in cui lavora a un socio privato? Come si fa a far capire a giovanotti calati dalle periferie, che in strada ritmano, gesticolano e saltellano come sanno fare allo stadio, che è sbagliato prendersela con poliziotti, carabinieri e finanzieri «lavoratori come noi». Avercelo un lavoro. E allora, ecco che la protesta dei forconi è riuscita a mettere insieme anche il diavolo e l’acqua santa, i granata dell’Olimpico con i bianconeri dello Stadium. Allora la violenza prende la mano a tanti, ma non tutti. E alla fine i manifestanti hanno chiesto ai carabinieri di togliersi il casco e una decina di militari hanno accolto l'invito salutati da applausi mentre dal corteo si alzava il coro "Siete sfruttati come noi"Alcuni contestatori hanno abbracciato e baciato i militari
La Questura ha poi diramato una nota per spiegare che gli agenti si sono tolti il casco perché "erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l'utilizzo", escludendo che il gesto fosse riconducibile a forme di condivisione della protesta.

Il Re del Brivido ci parla del bene e del male

Quest'oggi nella mia rubrica parliamo di uno dei tanti libri scritti da Stephen King nella sua lunga e prolifica carriera di scrittore, L'incendiaria.

In questo romanzo facciamo la conoscenza di Andy McGee e di sua figlia Charlie. I due stanno fuggendo, ormai da molto tempo, da un'agenzia governativa conosciuta come La Bottega. La Bottega li sta inseguendo da quando, hai tempi dell'università, Andy si sottopose ad un esperimento in cambio di 200 dollari. Un esperimento innocuo, ma che ha cambiato per sempre la vita di Andy e di Vicky, la donna che poi divenne sua moglie. Da quell'esperimento i due acquisirono poteri psichici, molto più sviluppati in Andy che in Vicky. Quello che però interessa maggiormente la Bottega non è Andy, ne tanto meno Vicky, bensì la loro piccola figlia Charlie e il suo straordinario potere pirocinetico.

L'incendiaria
Già dalla prima pagina il lettore viene fatto salire su un treno in corsa, senza neppure dargli il tempo di orientarsi o fermarsi a chiedere informazioni, così che il lettore deve cercare, come può, di raccapezzarsi sulla situazione con le molliche di informazioni che King regala con parsimonia per tutta la prima metà del romanzo. Se questa “mancanza di tatto” nei riguardi del lettore può rivelarsi controproducente per alcuni libri, per questo romanzo si rivela invece la scelta vincente, destando la giusta dose di curiosità necessaria per proseguire la lettura senza lasciarsi spaventare dallo spessore del romanzo.

Andy, figura paterna e cicerone delle vicende narrate per buona parte del libro, è un uomo che cerca di salvarsi la vita e dare a sua figlia la vita che ogni bambina di 8 anni dovrebbe avere. Una figura concreta, ben delineate e caratterizzata, tragica e terribilmente umana nelle sue debolezze, ma è la figura di Charlie quella a colpire maggiormente.

All'inizio del romanzo Charlie appare come un personaggio secondario con brevi analisi su quello che pensa e la tormenta. Man mano che il romanzo prosegue e la situazione si fa sempre più pericolosa però, il personaggio di Charlie diventa sempre più nitido, sbocciando in tutta la sua fisicità, diventando finalmente la protagonista di una storia che è sempre stata sua piuttosto che di suo padre.
Un personaggio a cui ci si affeziona più che ad ogni altro e di cui si vorrebbe sapere di più, anche dopo un finale che, se pur eccellente, sembra quasi monco, ma solo perché si vorrebbe sapere che finalmente Charlie è riuscita ad ottenere il suo lieto fine.

Il nocciolo su cui ruota tutto il romanzo L'incendiaria è il concetto di bene e male, che si snoda dalla
Stephen King
prima all'ultima pagina, con Andy che cerca di crescere Charlie insegnandole a non fare del male, ma allo stesso tempo insegnandole che a volte fare del male è l'unica cosa possibile quando è a rischio la propria vita. E' quindi attraverso la piccola Charlie che King punta l'attenzione per snocciola
re questo difficile concetto ricco di infinite sfumature e prese di posizione delicate. Tuttavia l'intento di King non è quello di impartire una lezione, ma semplicemente raccontare una storia, esponendo i fatti e lasciando al lettore decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.

Da questo piccolo granello King costruisce un romanzo avvincente, sempre sul filo della tensione, strappando comunque qualche sorriso, nel tipico modo di fare del Re del Brivido.

L'incendiaria non è quindi un libro dell'orrore, ma rimane a tutti gli effetti un buon libro da leggere o da regalare agli amanti e ai fans del Re del Brivido, perché come riporta il commento del The New York Times sulla copertina: “...King riesce sempre a superare se stesso”.

09/12/13

Il punto sul Campionato di calcio Serie B dopo la 17a giornata.

Questa la situazione del Campionato di Calcio in Serie B, dopo la conclusione delle partite riguardanti la 17a giornata. L’Empoli fermato sul pari dal Crotone, ma Lanciano e Palermo non ne approfittano impattando sul stesso risultato di 1-1. L’Avellino in terra ligure contro lo Spezia non ne approfitta solo 0-0 . Il Brescia affonda una Reggina sempre più in caduta libera guadagnando 3 punti che valgono oro in prospettiva salvezza, mentre il fanalino di coda Juve Stabia guadagna un punticino con il Bari che non serve a nulla tranne per il morale. A seguire i risultati con i marcatori e la classifica del campionato di calcio serie B dopo la 17a giornata.
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RISULTATI E MARCATORI

Brescia-Reggina 2-1 (Rig. Caracciolo, Sbaffo, Grossi)
Carpi-Varese 1-0 (Sgrigna)
Cittadella-Trapani 2-2 (Rizzato, Di Roberto, Mancosu, rig. Di Roberto)
Crotone-Empoli 1-1 (Maccarone, rig. Crisetig)
Juve Stabia-Bari 1-1 (Baraye, Marotta)
Lanciano-Palermo 1-1 (Belotti, Turchi)
Novara-Modena 1-0 (Rubino)
Siena-Pescara 1-3 (Ragusa, Politano, Giacomazzi, Maniero)
Ternana-Latina 1-0 (Masi)
Spezia-Avellino 0-0

CLASSIFICA

Empoli 32
Palermo 31
Lanciano 30
Avellino 29
Crotone 28
Latina, Spezia 26
Pescara, Cesena 25
Varese 23
Trapani 22
Modena, Siena 21
Carpi**, Brescia 20
Ternana, Bari 18
Cittadella, Novara 17
Padova** 16
Reggina 13
Juve Stabia 8.
**Carpi e Padova con una gara da recuperare.

“AdA” entra di diritto nella storia.

AdA, ovvero il primo acceleratore che ha fatto scontrare tra loro fasci di particelle, ha ottenuto un importante riconoscimento dalla European Physical Society (EPS): si tratta di un luogo storico. L’Anello di Accumulazione (AdA) fu realizzato a Frascati nel 1961 da un gruppo di giovani ricercatori supervisionati dal fisico austriaco Bruno Touschek ideatore un’iniziativa rivoluzionaria: cioè realizzare un anello in cui far circolare, accelerandoli in senso opposto, due fasci di particelle (elettroni e positroni), per poi successivamente farli scontrare e produrre, nelle collisioni, altre particelle. Lo stesso principio con cui funziona LHC, suo diretto gigantesco discendente, in cui però si fanno scontrare fasci di protoni.

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AdA primo accelleratore di fasci di particelle
L’anno dopo AdA si trasferì a Orsay in Francia al LAL (Laboratoire de l’Accélérateur Linéaire) dove fu possibile metterla alla prova a ben più alte intensità; tale trasferimento diede l’inizio della sperimentazione nella fisica delle collisioni tra gli elettroni e le loro antiparticelle, i positroni. In seguito presso i Laboratori Nazionali dell’INFN furono realizzati gli acceleratori Adone (1969) e Dafne (1999) che hanno dato contributi fondamentali allo sviluppo della fisica delle particelle elementari.

Pur avendo avuto una vita scientifica breve, AdA rimane una pietra miliare della storia della scienza perché è stata il capostipite di generazioni di acceleratori, oggi nel mondo se ne contano 30.000, che oltre ad aver aperto la frontiera della conoscenza dell’infinitamente piccolo rappresentano ormai un importante strumento nel mondo dell’industria e della medicina. Dopo oltre mezzo secolo, nell’anno del Nobel per la Fisica a Englert e Higgs, reso possibile grazie alle scoperte ottenute a LHC, AdA è stata inserita tra i luoghi segnalati per il loro interesse storico dalla European Physical Society (EPS). Un riconoscimento che quest’importante istituzione conferisce a luoghi e in questo caso macchine che abbiano avuto un ruolo particolarmente rilevante nella storia della fisica in Europa.

AdA è nata ai Laboratori di Frascati perché, allora, il terreno in Italia per la ricerca era fertile e la rinomata scuola italiana di Fisica ha fatto il resto .” Commenta Umberto Dosselli, Direttore dei Laboratori Nazionali INFN di Frascati: “Questa tradizione, che ci ha portato a dare contributi fondamentali alla fisica delle particelle, rischia di inaridirsi se non si danno ai giovani mezzi per essere in prima linea nella competizione scientifica internazionale.”“AdA fa parte del patrimonio scientifico dell'Italia e dell'Europa”, spiega Luisa Cifarelli, presidente (2011-2013) della European Physical Society e ora Vicepresidente, cui si deve l'iniziativa dei Siti Storici EPS. "Oltre al ben noto patrimonio artistico culturale e a quello ambientale, con questa iniziativa l’EPS mira a identificare un nuovo tipo di patrimonio dell'umanità: quello scientifico-culturale. Affinché le più importanti tappe nella storia e nel progresso della fisica vengano rese note al grande pubblico, in uno spirito europeo di identità e di collaborazione".

Toglietemi tutto ma non il mio albero!

Il Natale è alle porte e, nonostante la crisi, gli italiani non sono disposti a rinunciare ad albero, decorazioni e lucine colorate.
Secondo le stime del Corpo Forestale, infatti, saranno circa tra i 6 e i 7 milioni gli abeti venduti quest'anno durante il periodo natalizio, per un giro d'affari che sfiora i 150 milioni di euro. Secondo la Coldiretti, invece, gli acquisti per alberi e addobbi subiranno un calo del 10% rispetto gli anni passati e molte famiglie sceglieranno abeti di dimensioni più piccole o ricicleranno gli alberi sintetici. 

Ma vediamo alcuni consigli per un Natale Ecocompatibile: sia il Corpo Forestale sia Coldiretti consigliano di optare per un abete vero, prodotto in vivai o in coltivazioni specializzate ovvero create ad hoc per il periodo natalizio e che, inoltre, permettono a oltre mille piccole imprese agricole italiane di lavorare stagionalmente. All'acquisto accertarsi che l'albero riporti il certificato PEFC Italia ( il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile). Consigliati i sempreverdi come cipresso e ginepro, rispetto gli abeti bianchi o rossi spesso provenienti dall'estero, proprio perché tipici del Mediterraneo e quindi maggiormente adatti e compatibili con il nostro ambiente.
Gli alberi sintetici, invece, poiché derivanti dal petrolio, sono una buona soluzione se si ha intenzione di utilizzarli per diversi anni, in caso contrario implicano accumulo di plastica ed elevati costi di smaltimento successivi.
Una volta acquistato l'albero va sistemato in un ambiente fresco, luminoso e lontano da fonti di calore; bisogna tenere la terra umida ed evitare di utilizzare addobbi troppo pesanti e prodotti sintetici, come spray colorati o neve artificiale. L'albero è un pianta viva, seppur addobbato, bisogna averne cura.
Trascorse le feste, sarebbe preferibile conservarlo in balcone o piantarlo in giardino, altrimenti consegnarlo ai centri di raccolta specializzati indicati dai vivaisti o dal Corpo Forestale Italiano. 
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