Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta vincenzo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vincenzo. Mostra tutti i post

27/02/15

Importante scoperta per i celiachi


 In arrivo dal Cnr di Avellino un metodo con cui detossificare la farina.


Oggi a causa della celiachia, molte più persone scoprono di essere intolleranti al glutine,  in tutto il mondo si stima che un individuo su cento sia intollerante al glutine. Ma grazie a un gruppo di ricercatori italiani, dell’istituto di scienze dell’alimentazione di Avellino, arrivano importati novità.

anche i celiaci potranno mangiare i derivati del grano.

La ricerca è iniziata nel 2005, è pubblicata nel 2007 sulla rivista scientifica “gastroenterologi”  ha messo a punto un processo di detossificazione delle farine. 

Nella la prima fase  I test partiranno con un prodotto da forno come le fette biscottate, preparate con farina di frumento con glutine detossificato, e sarà testato su un gruppo di  24 pazienti, in modo da verificare che tutto proceda secondo quanto testato in laboratorio. Verificati i risultati,  si testeranno le farine su novanta pazienti per poter verificare in maniera più ampia a livello statistico i risultati. Fino a raggiungere la commercializzazione prevista per quest’estate.

I ricercatori dell’Istituto dell’Alimentazione CNR di Avellino

Il processo innovativo, sviluppato al Cnr, consiste in  un trattamento enzimatico effettuato direttamente sulle farine o semole di grano, in modo tale da mascherare le sequenze tossiche del glutine. Lo studio garantirebbe anche di non alterare le proprietà organolettiche dei cibi.


23/02/15

Smart school | la scuola del futuro a portata di un click

Le speranze di una scuola migliore ormai si sono infrante su una politica insufficiente e restrittiva, incapace di destinare risorse, non solo economiche, verso le sue istituzioni educative.  Innovazioni, tecnologia, rapporti con le imprese, questa dovrebbe essere la scuola del futuro.


Parlare semplicemente di scuola, oggi, è diventato riduttivo.  In realtà dovrebbe essere molto più che un semplice luogo d’istruzione,  dovrebbe essere un’incubatrice d’idee, di soluzioni tecnologiche.  Non solo a livello  tecnico, ma anche didattico. Insomma una scuola in grado di rimanere non solo a passo con i tempi, ma che li anticipi.

Eppure proprio l’Italia è stato il primo paese Europeo ad introdurre, anche se in via sperimentale, un approccio informatico nelle scuole. Già nell’anno scolastico 1967/68 furono istituite sezioni sperimentali, che non a caso interessarono istituti tecnici, commerciali ed industriali. Il nostro esempio fu poi seguito dalle diverse Nazioni Europee.

Da quel primo avvio,dove l’insegnamento poteva essere più attinente alle discipline di studio, c’è stato un  progresso molto lento. Si resta insomma, in una fase ancora sperimentale, mentre l’incalzare del progresso tecnologico consiglierebbe un piano più organico. Riguardante in modo particolare anche la scuola di base e non solo gli istituti medi superiori di un certo indirizzo. Tanto più che proprio a partire dalle elementari, in base a nuovi programmi d’insegnamento, si potrebbe potenziare l’asse didattico. Del resto, molto più prontamente degli adulti, i bambini riescono a memorizzare e a familiarizzare molto più velocemente, come dimostra la loro propensione per giochi i elettronici.

aula didattica multimediale
Eppure a differenza di qualche anno fa, nel campo didattico si dispone di una vasta gamma di opportunità, che non riguardano solo le materie scientifiche, come la matematica, la fisica, ma  le stesse discipline umanistiche applicano la tecnologia all’approfondimento filosofico (tra gli esempi più conosciuti, la “vivisezione” di alcuni capolavori della letteratura italiana).

C’è poi un dato decisivo, tutte le professioni sono in continuo mutamento, e se si vuole realmente combattere la disoccupazione, bisogna investire in dosi d’intelligenza molto più massiccia su tutti gli archi  produttivi. Alternanza studio-lavoro, polivalenza e specializzazione sono i tre pilastri delle nuove esigenze per i giovani, del resto nessun sistema economico farà a meno di specialisti.  

Oggi in Italia, sono ancora pochi gli istituti, che propongono ai loro allievi, spazi per realizzarsi. So di toccare un tema difficile e delicato, ma so anche che molti alunni che hanno frequentato istituti in cui la didattica fa di tutti per restare a passo con i tempi, e che hanno partecipato a iniziative promosse da aziende locali, sono riusciti a raggiungere risultati sorprendenti.  tutto questo mette in evidenza  un vero e proprio spreed educativo non solo tra regioni ma addirittura tra scuole appartenenti agli stessi plessi scolastici.

Insomma l’uso degli strumenti tecnici e culturali, è essenziale per rendere la suola più elastica e attenta rispetto alle esigenze della società. Ma non basta solo immaginarla, bisogna re-inventarla in modo da costruire nuove aspettative nell’immaginario collettivo. Perché se vogliamo che i nostri ragazzi abbiano  un bagaglio d’informazioni e di preparazione adatto, bisogna che la scuola stia a passo con i tempi e con ciò che il mondo del lavoro richiede.


19/02/15

Spesa pubblica sproporzionata rispetto ai servizi prodotti

È un’opinione diffusa che la spesa pubblica sostenuta in Italia è sproporzionata rispetto ai servizi che offre ai cittadini.


Negli ultimi anni è entrato a far parte del nostro linguaggio quotidiano un nuovo sillogismo, la spending review. Il suo compito sarebbe quello di ridurre gli sprechi nella Pubblica Amministrazione. Facendo un salto agli albori della nostra Repubblica, quello che salta agli occhi, e che gli unici tagli che sono stati perpetrati nei confronti della Pubblica Amministrazione sono gli articoli che la regolamentano. Infatti la sezione II dell’Ordinamento della Repubblica comprende due soli articoli.

All’articolo 97, si parla di buon andamento e di imparzialità nell’amministrazione, si enfatizza che nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenze, le attribuzioni e le responsabilità dei funzionari. Infine si ricorda che agli impieghi si accede per concorso salvo i casi stabiliti dalla legge. I pubblici uffici sono al servizio esclusivo della Nazione.

Mentre l’articolo 98,
nel suo ultimo comma ammette per legge, la limitazione al diritto di iscriversi ai partiti politici da parte di magistrati, militari di carriera in servizio attivo, e rappresentati diplomatici e consolari all’estero. Tutto in fin dei conti suona stonato. Al di là della sua apparenza scialba e generica, offre forse lo spunto per alcune riflessioni sull’immagine deteriorata della Pubblica Amministrazione.

Quello che più turba l’opinione pubblica, e che nonostante la riforma della Pubblica Amministrazione, oggi per altro modernizzata, a “funzione pubblica” e rilevata al rango, (si spera non vuoto) di Ministero, c’è un sottosegretario con un capo di gabinetto. ma alla resa dei conti, rispetto al vecchio Direttore Generale, sostanzialmente non è cambiato nulla. È rimasta la vecchia struttura mortificante.

Allora pensare al buon andamento, diviene terribilmente eufemistico. Competenze, attribuzioni, con infrastrutture pletoriche, sono concetti che sfumano, sono cannoni per uccidere le pulci. Responsabilità, laddove il clientelismo si è radicato in modo tenace, è un’altra parola da riqualificare. Senza considerare la lista degli sprechi, che è esageratamente lunga. Con sprechi ormai diventati seriali. A pensare che ci avevano promesso più efficienza e meno sprechi con l’avvento dei sistemi informatici e telematici.
spending review

Non voglio con questo addossare colpe esclusivamente ai politici, che tuttavia hanno un consistente peso di responsabilità, e tanto meno agli stessi burocrati, vittime (per così dire) del sistema. In ogni modo è necessario dire con chiarezza dove intervenire in modo da rinnovare e ridurre i costi.

E’ un sistema che si deve recuperare, è un’immagine di fiducia e di credibilità che deve essere ricostruita. Ma come in ogni altro campo, per giungere a una riforma strutturale, c’è bisogno della collaborazione di tutti. L’efficienza operosa deve essere portata al servizio del cittadino, oltre a rivalutare la spesa pubblica, con un’ incidenza più coerente rispetto al sistema parassitario odierno che pesa non poco sul bilancio dello stato.



Aspetto Etico della Medicina: La Sperimentazione sull’Uomo

Il problema della sperimentazione sull’uomo è, ed è stato occasione di ampie e numerose analisi sotto i diversi profili medici, deontologici, etici e giuridici.

I medici nella loro gran maggioranza, riconoscono che la sperimentazione sull’uomo, sia terapeutica che di altro tipo, non può essere mai giustificata da un interesse esclusivamente scientifico, e che la sperimentazione stessa trova un limite sul piano deontologico.
I concetti limitanti di questo articolo, vista l'ignoranza in materia del sottoscritto, non permettono certamente un esame esauriente sui diversi aspetti della sperimentazione.
Mi pare però interessante richiamare l’aspetto etico.

In primis si dovrebbe fare una netta distinzione tra sperimentazione a scopo terapeutico, che sarebbe lecita, e terapia a scopo sperimentale, che sarebbe illecita. Da troppo tempo si invoca l’urgenza di una regolamentazione sulla materia, che spesso s’impone anche a motivo della confusione che si è creata tra il termine sperimentazione e applicazione di una nuova tecnica

È importante si è detto, nell’interesse stesso del progresso scientifico, avere la possibilità di potersi esercitare liberamente. Punto di riferimento assoluto resta pur sempre l’uomo avente bisogno di cure, il quale dovrebbe si avvicinarsi, e dare la propria disponibilità alla medicina, ma con la certezza di attendersi un risultato benefico.

E anche se l’esperienza comporta dei rischi, il bilancio vantaggio-rischio resti pur sempre positivo. In conclusione non si possono certo negare i progressi che si sono concretizzati nel miglioramento di mezzi terapeutici, ma la rivalutazione morale e umana è ancora lunga. Il problema, dal lato sostanziale, sarebbe la condotta del ricercatore inqualificabile. Perché porre la fiducia nella ricerca non significa che alla medicina tutto sia permesso.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.