19/02/15

Spesa pubblica sproporzionata rispetto ai servizi prodotti

È un’opinione diffusa che la spesa pubblica sostenuta in Italia è sproporzionata rispetto ai servizi che offre ai cittadini.


Negli ultimi anni è entrato a far parte del nostro linguaggio quotidiano un nuovo sillogismo, la spending review. Il suo compito sarebbe quello di ridurre gli sprechi nella Pubblica Amministrazione. Facendo un salto agli albori della nostra Repubblica, quello che salta agli occhi, e che gli unici tagli che sono stati perpetrati nei confronti della Pubblica Amministrazione sono gli articoli che la regolamentano. Infatti la sezione II dell’Ordinamento della Repubblica comprende due soli articoli.

All’articolo 97, si parla di buon andamento e di imparzialità nell’amministrazione, si enfatizza che nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenze, le attribuzioni e le responsabilità dei funzionari. Infine si ricorda che agli impieghi si accede per concorso salvo i casi stabiliti dalla legge. I pubblici uffici sono al servizio esclusivo della Nazione.

Mentre l’articolo 98,
nel suo ultimo comma ammette per legge, la limitazione al diritto di iscriversi ai partiti politici da parte di magistrati, militari di carriera in servizio attivo, e rappresentati diplomatici e consolari all’estero. Tutto in fin dei conti suona stonato. Al di là della sua apparenza scialba e generica, offre forse lo spunto per alcune riflessioni sull’immagine deteriorata della Pubblica Amministrazione.

Quello che più turba l’opinione pubblica, e che nonostante la riforma della Pubblica Amministrazione, oggi per altro modernizzata, a “funzione pubblica” e rilevata al rango, (si spera non vuoto) di Ministero, c’è un sottosegretario con un capo di gabinetto. ma alla resa dei conti, rispetto al vecchio Direttore Generale, sostanzialmente non è cambiato nulla. È rimasta la vecchia struttura mortificante.

Allora pensare al buon andamento, diviene terribilmente eufemistico. Competenze, attribuzioni, con infrastrutture pletoriche, sono concetti che sfumano, sono cannoni per uccidere le pulci. Responsabilità, laddove il clientelismo si è radicato in modo tenace, è un’altra parola da riqualificare. Senza considerare la lista degli sprechi, che è esageratamente lunga. Con sprechi ormai diventati seriali. A pensare che ci avevano promesso più efficienza e meno sprechi con l’avvento dei sistemi informatici e telematici.
spending review

Non voglio con questo addossare colpe esclusivamente ai politici, che tuttavia hanno un consistente peso di responsabilità, e tanto meno agli stessi burocrati, vittime (per così dire) del sistema. In ogni modo è necessario dire con chiarezza dove intervenire in modo da rinnovare e ridurre i costi.

E’ un sistema che si deve recuperare, è un’immagine di fiducia e di credibilità che deve essere ricostruita. Ma come in ogni altro campo, per giungere a una riforma strutturale, c’è bisogno della collaborazione di tutti. L’efficienza operosa deve essere portata al servizio del cittadino, oltre a rivalutare la spesa pubblica, con un’ incidenza più coerente rispetto al sistema parassitario odierno che pesa non poco sul bilancio dello stato.



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