Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta lipidi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lipidi. Mostra tutti i post

09/05/14

Ginkgo Biloba: Libera circolazione

Tra le proprietà, un'azione vasodilatatrice. Il ginkgo, albero originario della Cina e del Giappone, fu introdotto in Europa (e precisamente in Inghilterra) nel 1754. Attualmente è diffuso come albero ornamentale e popola parchi e orti botanici. Si tratta di una pianta che presenta un'elevata resistenza alla siccità, al freddo (-34°) e all'inquinamento atmosferico. È un albero della famiglia delle Ginkgoacee e può raggiungere i 30 m di altezza. 

La pianta è dioica (fusto maschile diverso da quello femminile), con foglie caduche, spesse, elastiche, che ancora giovani si separano in due lobuli.
I frutti sono drupe di color giallo, commestibili quando sono fresche, ma maleodoranti a maturazione avanzata.
Le foglie contengono glicosidi flavoidici, resina, olio essenziale, lipidi e alcune sostanze, appartenenti al gruppo dei terpeni, specifiche del ginkgo: bilobalide e ginkgolide A, B, C, M, J e antocianosidi. Il ginkgo agisce sull'intero sistema circolatorio, migliorando la circolazione arteriosa, quella capillare e quella venosa. 
Nell'azione vasodilatatrice, aumenta la vascolarizzazione (irrorazione sanguigna) e diminuisce le resistenze periferiche nelle piccole arterie. Contribuisce a compensare parzialmente i disturbi prodotti dall'arteriosclerosi. Nell'azione capillaroprotettrice, diminuisce la permeabilità dei capillari, riducendo l'edema (accumulo di liquidi nel tessuti).
Nell'azione venotonica, tonifica le pareti delle vene, riducendo l'accumulo di sangue e facilitando così il riflusso sanguigno. La longevità e la resistenza di questo albero sembrano rispecchiare la sua capacità di aiutare gli uomini ad affrontare i malanni della vecchiaia. Infatti, viene indicata per insufficienza della circolazione sanguigna cerebrale (scarsa irrorazione sanguigna del cervello), che si manifesta con vertigini, cefalea, acufeni (ronzii nelle orecchie), perdita dell'equilibrio, disturbi della memoria e sonnolenza, ecc.
immagine presa dal web
Ginkgo Biloba
Ottimo per i postumi di malattie vascolari cerebrali (trombosi, embolie, ecc.): accelera il recupero e migliora la motilità dei pazienti; nelle arteriopatie degli arti inferiori (scarsa irrorazione sanguigna nelle gambe): facilita la deambulazione e allevia il dolore; nelle angiopatie (malattie del sistema vascolare) e nei disturbi vasomotori: sindrome di Reynaud, fragilità vascolare, acroparestesie (piedi o mani «addormentati»), geloni, caviglie gonfie. In queste malattie circolatorie delle estremità, si raccomanda di combinare l'uso del ginkgo per via orale con applicazioni esterne (impacchi, cataplasmi, maniluvi e pediluvi).

PREPARAZIONE E USO
IL GINKGO BILOBA è in genere assai ben tollerato, non aumenta la pressione arteriosa e inoltre nopn da luogo a effetti secondari indesiderati.
*Somministrare con cautela a pazienti che assumono anticoagulanti.
*L'infuso di prepara con 40-60gr di foglie in un litro d'acqua. Bere tre tazze al giorno.
 *Per uso esterno: l'impacco, si prepara con lo stesso infuso, ma più concentrato (fino a 100 g per litro). Si applica sulle mani o sui piedi che soffrono di problemi di circolazione.
 *I cataplasmi di foglie schiacciate, si applicano sulla parte malata. I maniluvi o i pediluvi ( bagni delle mani o dei piedi) con l'infuso per l'impacco, si applicano tiepidi o caldi, una o due volte al giorno. In compresse da 80 mg, due al giorno: una alla mattina e una alla sera. Ginkgo Biloba *Tintura Madre: 30 gocce , 1-3 volte al dì.

03/12/13

Piccoli semi aromatici di sesamo: contro colesterolo, trigliceridi e altro ancora

Da bambina amavo gustare delle barrettine di semi di sesamo e miele, che trovavo assolutamente deliziose al palato, croccanti e dolci, ma mai stucchevoli. Le avevo assaggiate presso un'erboristeria antica, il cui titolare, colpito dalle mie curiosità, me ne aveva regalate un paio per farmele provare. Divenni una sua cliente affezionata.
I semi di sesamo possono essere considerati come una delle fonti vegetali di calcio principali. 100 grammi di semi di sesamo contengono infatti contenere dagli 800 ai 1000 milligrammi di calcio. Nella stessa quantità di semi di sesamo sono presenti circa 470 mg di fosforo, 815 mg di magnesio e 20,1 mg di ferro, oltre al 18,7% di proteine.
Semi di sesamo

Altre fonti vegetali di calcio sono rappresentate dai semi di chia, dalla quinoa, dai fichi secchi e dalle mandorle, oltre che da verdure come spinaci e broccoli. Essi rappresentano inoltre una fonte di manganese, zinco e selenio. Sono inoltre ricchi di acidi oleici, che contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo LDL nel sangue e ad incrementare la presenza di colesterolo "buono" HDL. 100 grami di semi di sesamo contengono il 25% della dose giornaliera raccomandata di acido folico. Tra le vitamine del gruppo B, contengono niacina, nella quantità di circa 4,5 mg ogni 100 grammi, il 28% del fabbisogno quotidiano. Ai semi di sesamo sono state attribuite proprietà antiossidanti e anticancro. Essi inibirebbero lo sviluppo del cancro al colon, per via del loro contenuto di acido fitico. Il loro contenuto di lignani permette il controllo della pressione sanguigna, con effetti anti-ipertensivi. Il consumo di semi di sesamo può contribuire a prevenire la formazione di placche sulle pareti delle arterie. L'assunzione di semi di sesamo è benefica per le ossa, migliora le funzioni del fegato, è efficace nella rimozione dei vermi intestinali, riduce i reumatismi e i dolori articolari, stimola la circolazione e contribuisce a migliorare la digestione. L'olio di sesamo, ricavato dai semi, viene impiegato per la cura della pelle, per effettuare massaggi rinvigorenti, contro la forfora e per contrastare la congestione nasale. La medicina occidentale utilizza massicciamente i farmaci per controllare colesterolo e trigliceridi e c’è voluta la rivista medica Archives of Iranian Medicine a pubblicare uno studio che dimostra come i semi di sesamo riescano a regolare i trigliceridi e lipidi nei pazienti diabetici.   Il tahini, noto anche in Italia come la tahina (un alimento ottenuto dai semi di sesamo bianco), riesce ad arrecare grandi benefici nei diabetici nella regolazione del metabolismo dei lipidi. Non si tratta certo della panacea per tutti i mali , ma questo alimento è riuscito a ridurre i markers delle malattie cardiovascolari del 39% in sole sei settimane. Lo studio è stato condotto su 41 pazienti con diabete di tipo 2 che sono stati assegnati in maniera randomizzata a due gruppi. Ad un gruppo sono stati somministrat 28 grammi di Tahini (nota cone Ardeh in persiano) a colazione, mentre l’altro gruppo faceva colazione normalmente. Dopo sei settimane il gruppo che aveva mangiato Tahini mostrava una diminuzione del colesterolo totale, di quello LDL e di altri parametri lipidici aterogenici oltre a un lieve aumento del colesterolo buono, HDL.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.