Il-Trafiletto
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16/09/14

Spezie in cucina: Rosmarino e Salvia.

Il ROSMARINO è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiacee, è originaria dei Paesi mediterranei e possiamo trovarlo lungo i litorali del mar Mediterraneo, infatti ros marinus in latino significa rugiada marina. È una pianta sempreverde con fusto legnoso e foglie aghiformi, spesso con fiori, acheni di colore azzurro-violetto presenti per quasi tutto il corso dell’anno. Prima del XVIII secolo era utilizzato soprattutto come erba officinale, oggi viene usato in tutte le cucine per dare sapore e profumo a molte pietanze, siano queste a base di carne, pesce, patate o addirittura per insaporire pane torte rustiche e focacce. In diverse regioni è uso comune impiegare il rosmarino per aromatizzare olio e aceto, grazie alla presenza di olio essenziale contenente il pinene, il limonene, il conforene, flavonoidi, tannini, canfora, acido rosmarinico, acidi fenolici ecc. In fitoterapia il rosmarino viene impiegato per trattare la diarrea, le mestruazioni troppo abbondanti, per il mal di testa e come antidepressivo. La SALVIA La salvia, come il rosmarino è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lamiacee, ha foglie ovali e anche lei fiori azzurro-violacei. In latino il suo nome deriva da Salvus, che significa sano, salvo, infatti la salvia era conosciuta già nell’antichità dove veniva stimata per le sue proprietà medicinali. Tra i fornelli la salvia viene spesso usata in combinazione col rosmarino per la farcitura di carni e da sola per aromatizzare formaggi, burro e zuppe varie. Come fitoterapico è un ottimo rimedio contro le patologie delle alte vie respiratorie e come antiglicemico. E’ da sconsigliare nelle donne in gravidanza in quanto in tempi lontani era usato per favorire le contrazioni uterine nei parti difficili.(immagini prese dal web)

09/05/14

Ginkgo Biloba: Libera circolazione

Tra le proprietà, un'azione vasodilatatrice. Il ginkgo, albero originario della Cina e del Giappone, fu introdotto in Europa (e precisamente in Inghilterra) nel 1754. Attualmente è diffuso come albero ornamentale e popola parchi e orti botanici. Si tratta di una pianta che presenta un'elevata resistenza alla siccità, al freddo (-34°) e all'inquinamento atmosferico. È un albero della famiglia delle Ginkgoacee e può raggiungere i 30 m di altezza. 

La pianta è dioica (fusto maschile diverso da quello femminile), con foglie caduche, spesse, elastiche, che ancora giovani si separano in due lobuli.
I frutti sono drupe di color giallo, commestibili quando sono fresche, ma maleodoranti a maturazione avanzata.
Le foglie contengono glicosidi flavoidici, resina, olio essenziale, lipidi e alcune sostanze, appartenenti al gruppo dei terpeni, specifiche del ginkgo: bilobalide e ginkgolide A, B, C, M, J e antocianosidi. Il ginkgo agisce sull'intero sistema circolatorio, migliorando la circolazione arteriosa, quella capillare e quella venosa. 
Nell'azione vasodilatatrice, aumenta la vascolarizzazione (irrorazione sanguigna) e diminuisce le resistenze periferiche nelle piccole arterie. Contribuisce a compensare parzialmente i disturbi prodotti dall'arteriosclerosi. Nell'azione capillaroprotettrice, diminuisce la permeabilità dei capillari, riducendo l'edema (accumulo di liquidi nel tessuti).
Nell'azione venotonica, tonifica le pareti delle vene, riducendo l'accumulo di sangue e facilitando così il riflusso sanguigno. La longevità e la resistenza di questo albero sembrano rispecchiare la sua capacità di aiutare gli uomini ad affrontare i malanni della vecchiaia. Infatti, viene indicata per insufficienza della circolazione sanguigna cerebrale (scarsa irrorazione sanguigna del cervello), che si manifesta con vertigini, cefalea, acufeni (ronzii nelle orecchie), perdita dell'equilibrio, disturbi della memoria e sonnolenza, ecc.
immagine presa dal web
Ginkgo Biloba
Ottimo per i postumi di malattie vascolari cerebrali (trombosi, embolie, ecc.): accelera il recupero e migliora la motilità dei pazienti; nelle arteriopatie degli arti inferiori (scarsa irrorazione sanguigna nelle gambe): facilita la deambulazione e allevia il dolore; nelle angiopatie (malattie del sistema vascolare) e nei disturbi vasomotori: sindrome di Reynaud, fragilità vascolare, acroparestesie (piedi o mani «addormentati»), geloni, caviglie gonfie. In queste malattie circolatorie delle estremità, si raccomanda di combinare l'uso del ginkgo per via orale con applicazioni esterne (impacchi, cataplasmi, maniluvi e pediluvi).

PREPARAZIONE E USO
IL GINKGO BILOBA è in genere assai ben tollerato, non aumenta la pressione arteriosa e inoltre nopn da luogo a effetti secondari indesiderati.
*Somministrare con cautela a pazienti che assumono anticoagulanti.
*L'infuso di prepara con 40-60gr di foglie in un litro d'acqua. Bere tre tazze al giorno.
 *Per uso esterno: l'impacco, si prepara con lo stesso infuso, ma più concentrato (fino a 100 g per litro). Si applica sulle mani o sui piedi che soffrono di problemi di circolazione.
 *I cataplasmi di foglie schiacciate, si applicano sulla parte malata. I maniluvi o i pediluvi ( bagni delle mani o dei piedi) con l'infuso per l'impacco, si applicano tiepidi o caldi, una o due volte al giorno. In compresse da 80 mg, due al giorno: una alla mattina e una alla sera. Ginkgo Biloba *Tintura Madre: 30 gocce , 1-3 volte al dì.
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