Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta infermieri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta infermieri. Mostra tutti i post

01/11/14

Nessun colpevole per la morte di Stefano Cucchi.

Al processo di primo grado erano stati condannati solo i medici, non gli infermieri e gli agenti. Assoluzione per insufficienza di prove. I genitori in lacrime: «Nostro figlio è stato ucciso una seconda volta». Polemica per il pessimo comunicato del sindacato di polizia: «Giusto così, vita dissoluta.»

 Non è stato nessuno. Tutti assolti. Agenti, medici, infermieri, nessuno ha ucciso Stefano Cucchi, il geometra trentunenne romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini. Così ha deciso la Corte d’Appello di Roma, adottando la formula del secondo comma dell’articolo 530, cioè “quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”.

 Il pg Mario Remus aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, aveva cioè chiesto di modificare la sentenza di primo grado, chiedendo quindi di condannare a due anni tre agenti carcerari, a un anno i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini, a tre anni per il primario della struttura ospedaliera Aldo Fierro, e a due anni ognuno i quattro medici Stefania Corbi, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno e Luigi De Marchis. Inoltre il pg aveva chiesto la conferma della condanna a otto mesi che era stata inflitta al medico Rosita Caponetto per l’accusa di falso ideologico.

“Hanno ucciso Stefano una seconda volta, ma continueremo la nostra battaglia finché non ci sarà giustizia ”, hanno detto i genitori, mentre la sorella in lacrime grida:” E’ una giustizia malata, non si accorsero che mio fratello era stato massacrato”. Il SAP, sindacato di polizia, grida soddisfazione:” E’ giusto così - dice il segretario Gianni Tonelli - bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità”. Parole che stanno facendo discutere il mondo politico.

Al processo di primo grado del 5 giugno 2013 la III Corte d'Assise condanna quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini a un anno e quattro mesi e il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo ,con sospensione della pena , un medico a 8 mesi per falso ideologico, mentre vengono assolti sei tra infermieri e guardie penitenziarie, i quali, secondo i giudici, non avrebbero in alcun modo contribuito alla morte di Cucchi.

03/03/14

Giovane donna malata terminale sposa il suo “amato” in Rianimazione. Poi muore.

Senza dubbio un grandissimo atto d'amore quello di una giovane coppia. Una storia straziante di una donna di 33 anni, afflitta da un male incurabile, che vuole fortemente unirsi in matrimonio col suo principe azzurro e muore tre giorni dopo essersi sposata nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. La coppia è riuscita a realizzare il proprio desiderio la settimana scorsa. Nessun prete, ma con rito civile, i due hanno trovato la forza di dire sì e di unirsi in matrimonio, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, per sempre. Lo hanno fatto nel reparto rianimazione dell’ospedale San Paolo di Savona dove lei era ricoverata e che da qualche tempo era diventata una specie di casa. Le nozze dovevano rimanere segrete, quel momento di gioia doveva restare un fatto fra loro due e le persone più care. Un segreto comprensibile al quale nel reparto di Rianimazione si sono tutti attenuti, dal primario, ai medici, agli infermieri, insomma a tutto lo staff. La notizia però si è diffusa ugualmente. Era una coppia che si voleva bene e che si era promessa amore eterno in circostanze comunque difficili. La cerimonia con rito civile si è svolta nel più assoluto riserbo. Purtroppo due giorni dopo dalla celebrazione del matrimonio le condizioni della neo sposa sono decisamente peggiorate e i medici savonesi hanno disposto il trasferimento della ragazza all'ospedale San Raffaele a Milano, un ultimo, disperato tentativo di combattere una battaglia purtroppo già persa in partenza . Lei non ce l'ha fatta ed ha cessato di vivere. La notizia della morte della ragazza si è diffusa rapidamente a Savona dove nessuno ha dimenticato quella coppia che ha voluto sposarsi in ospedale, dove tutti ricordano l'amore che quella giovane donna aveva saputo donare al suo compagno che aveva voluto sposare in un momento difficile e senza più alcuna speranza di sopravvivere.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.