Il-Trafiletto
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27/08/14

Il sentiero della beatitudine e l'opera occulta della natura | JINARAJADASA

......ed ogni cosa con lamento dolce intenerisce, dolore ed amor nel cuore istilla. [qui]

IL SENTIERO DELLA BEATITUDINE
La Vita concede a ognuno il meglio di sé: la Felicità ad alcuni, la Rinuncia ad altri, la Trasfigurazione a pochi. Noi che amiamo la Verità, di che «dobbiamo fare a meno?» Dedichiamo il nostro cuore e la nostra mente all'Opera e allora scopriremo che la Rinuncia ci porta alla Trasfigurazlone. C'è una sola via che conduce a Dio, e tutti la devono percorrere. È il Sentiero della Beatitudine ed i suoi passi sono: Felicità, Rinuncia e Trasfigurazione. Chiunque sacrificherà tutto sé stesso all'Opera, anche «perdendo la sua vita», pure la ritroverà ben presto e vi ritornerà «con gioia recando seco il covone maturo».

L'OPERA OCCULTA DELLA NATURA
Esiste una Luce Celata, la quale rivela agli uomini che la Natura non è che un'espressione di una . Coscienza all'opera, e che questa Coscienza svolge il suo Piano attraverso di noi. Quando comprendiamo il significato di questo messaggio della Luce Celata, il quale ci dice che le anime sono immortali e che non periscono con i corpi, possiamo desumere che, mentre la Natura conserva il tipo, non trascura affatto la singola vita. Scopriamo, in seguito, che la fase finale evolutiva della Natura necessariamente implica il riconoscimento degli uomini quali Anime, poiché sarebbe un lavoro inutile quello della Natura, che lentamente plasma un riformatore, se non progettasse di utilizzare le sue capacità e la sua esperienza in riforme sempre maggiori nel futuro. Quando verrà Colui che il mondo attende e che la Natura predestinò, quale sarà la sua Opera se non spingere l'Opera della Natura un passo più avanti nel progresso?
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26/08/14

La conversione e il significato del dolore | JINARAJADASA

............... "Il sentiero della rinuncia forse reca soltanto la disperazione"? [qui]

LA CONVERSIONE 
In molti modi gli uomini vengono distolti dagli interessi del piccolo sé personale per l'opera del Grande Sé. Alcuni, amando la Verità in veste religiosa, aprendo il cuore ad una Personalità che abbaglia la loro immaginazione. Altri studiano la scienza e la filosofia e scoprono lo stupendo piano evolutivo, giungendo all'inevitabile risultato che l'individuo non è che un'unità nel Grande Tutto e non il centro del cosmo. Se poi scrutano in modo appropriato, troveranno che nell 'universo opera una Volontà con la quale, a qualunque costo, vorranno cooperare. Ad altri capitano delle misteriose esperienze riguardanti il lato occulto delle cose ed in questo modo la vita incomincia a parlar loro un messaggio di rinnovamento. Molteplici sono le vie della conversione, identica in tutte le terre e in tutte le religioni. Un fattore però tutte hanno in comune: l'antica personalità si dissolve e una nuova viene integrata nel servizio della Grande Opera. Quando, per mezzo della Conversione, la nuova personalità si rende pronta, gli strumenti che deve usare devono essere puri. Questi strumenti sono i suoi pensieri ed i suoi sentimenti in cui incominciò lentamente un processo di purificazione.

IL SIGNIFICATO DEL DOLORE
A certuni il dolore indurisce il carattere; coloro, invece, che sono pronti ad entrare nella seconda fase, il dolore li purifica! Il tessuto stesso della carne di colui che soffre sembra più luminoso e puro, come se attraverso ogni cellula splendesse la luce di un fuoco nascosto. Tanto più ciò vale per la sofferenza mentale. Non siamo forse irresistibilmente attratti con riverenza, verso chi molto e nobilmente soffrì e talvolta persino non lo amiamo?
«...piangere vidi la fanciulla e la tristezza fiera scendere su quelle ciglia serene d'ogni perfezion adorne. Il volto ombrato di dolore pur più cuori avvince della gaiezza seducente. Serena la rese la mestizia, la passione, saggia; le lacrime la resero un incanto poiché il silenzio alto una rara saggezza dona. I suoi singhiozzi sono come un canto, ed ogni cosa con lamento dolce intenerisce, dolore ed amor nel cuore istilla ... »

25/08/14

Il livello della rinuncia e Il significato della vita | JINARAJADASA

.... Prima però che cominci a comprendere ciò, deve effettuare una Conversione.[qui]

IL LIVELLO DELLA RINUNCIA La vita sembra colma di giorni tristi a coloro che giungono alla fme della prima fase, ma la lezione.è chiara. La lezione è questa: Devi farne a meno, devi farne a meno! Questa è l'eterna canzone che ogni ora, per tutta la vita, ci canta con voce fioca. In effetti Carlyle esprime la saggezza dei secoli quando dice: 
«L'attimo della Vita può aumentare il valore non tanto elevando il numeratore quanto diminuendo il denominatore. Ora, se l'algebra non m'inganna, l'unità divisa per zero ci dà l'infinito. Rendi la richiesta tua uno zero e tutto il mondo avrai ai tuoi piedi».

IL SIGNIFICATO DELLA VITA Con la rinuncia, l'anima sulla soglia della grandezza scopre il significato della vita. Se è un religioso griderà «la Tua volontà sia fatta »; se è uno scienziato o artista, dirà «non io, ma l'Opera». In questo modo, le anime rinunciando alla vita, nella seconda fase, amano l'Opera. Sono mesti nel cuore, ma se sono leali all 'Opera, raggiungono uno stato che è più della Felicita; è la gioia della creazione. Essi manifestano tali meraviglie, che le loro opere magistrali rimangono enigmi per loro stessi. Negli incerti bagliori essi scorgono la luce e si rendono conto che per loro mezzo, di tanto in tanto, tale luce si manifesta al mondo. Diventano, in questo modo, perfetti Maestri nella tecnica, nella religione, nell'arte, nella scienza ed in ogni ramo di attività. Ma, proprio quando scoprono che cos'è la vita, che cosa significa creare, diventano vecchi, ed il ciclo si chiude, prima che sembri incominciato.
"Il sentiero della rinuncia forse reca soltanto la disperazione"?


24/08/14

La legge della rinuncia e il livello della felicità | JINARAJADASA

... Soltanto Colui conoscendo, la morte si vince, né altro sentiero alla salvezza conduce [qui]

LA LEGGE DELLA RINUNCIA
La gioia del vivere non è forse ovunque? Nella pianta, nell'animale e nell'uomo non vediamo forse un istinto per la felicità, che spinge tutta la creazione dal bene al meglio, dal meglio all'ottimo? Da quando Dio pronunciò le parole «sia la luce» non cercano forse tutti gli uomini di uscire dalle tenebre e di salire nella luce, ciecamente ed oscuramente scorgendo che la felicita dev'essere la loro meta? Pure, quanto rari sono coloro che trovano la felicità nella vita! È facile cantare: «finche Dio è nel suo cielo, tutto va bene sulla terra»! Ma per cantare in questo modo si deve essere ciechi per le cose che avvengono: la vita è una tragedia per molti! Tuttavia, tutti sentiamo che la felicità deve essere lo scopo della vita, e l'umanità non sbaglia nei suoi più profondi sentimenti. Ma perché, allora, il raggiungimento della felicità non deve essere più facile?

L'uomo è un'anima in evoluzione. Vi è una filosofia di vita che afferma che l'uomo è un'anima immortale, che non vive una sola vita sul la terra, ma molte, che cresce con le esperienze che . raccoglie sviluppando molteplici capacità e virtù. Questa filosofia postula che tutti gli uomini sono figli dell'Unico Padre, che creò l'universo affinchè le sue creature possano raggiungerlo nella beatitudine. Secondo questa teoria, lo scopo della vita non è quello di raggiungere una condizione stabile di felicità individuale, ma piuttosto nello svolgimento di un Piano o di un ideale futuro, trovando in questo lavoro una soddisfazione sempre crescente. Secondo il punto di vista del teosofo, tutti gli uomini operano per un ideale futuro preordinato; però operano a diversi livelli, conformemente alle loro diverse attitudini. La constatazione di questi differenti livelli e delle leggi di vita propria a ciascuno, rende la vita meno problematica. Ci sono tre livelli principali sul Sentiero della Beatitudine che conduce al Bene Altissimo e questi sono: Felicità, Rinuncia e Trasfigurazìene.

IL LIVELLO DELLA FELICITÀ
A questo livello, Dio richiama i suoi figlioli alla collaborazione offrendo loro la Felicità quale scopo dell' esistenza. Egli infuse nei loro cuori la brama di felicità e fornisce il mezzo con cui renderli felici. L'amore della donna, del bambino e dell'amico, la fama degli uomini, successi e agi tutto ciò costituiscono le ricompense che Egli riserva. Ci sono molti sentieri per le anime giovani, dove possono raccogliere felicità e provare tali piaceri. Il Sentiero che conduce alla Beatitudine, però, richiede lavoro e chi intende solcarlo deve specializzarsi per un lavoro più ampio di quello che fino allora svolgeva. Deve cioè salire al successivo livello e, per fare ciò, deve trasformarsi interiormente.

Fino a questo momento egli misurava uomini e cose con il criterio della sua piccola personalità, ma d'ora innanzi deve scegliere il criterio del suo Sé Superiore. Deve rompere ogni indugio e comprendere sempre più chiaramente quello che è importante nella vita e quello che non lo è; cioè, non è la sua felicità importante, bensì l'Opera da compiere. Prima però che cominci a comprendere ciò, deve effettuare una Conversione.

23/08/14

La visione dello spirito | JINARAJADASA

................. novello Parsifal, il «puro folle» e riceve la sua eredità [qui]

LA VISIONE DELLO SPIRITO

Quando l'uomo giunge a questo punto, sulla soglia lo attende Colui che sorvegliò i suoi passi per molte esistenze successive, e, pur restando invisibile, lo incoraggiò a continuare il suo cammino. Questi è il Maestro, «della Comunità dei Cavalieri del Bene, che il mondo ricorda». Nel Maestro l'Anima scorge la realizzazione di tutti gli ideali che rincorse lungo le sue esistenze. Con la mano nella mano di questo «Padre in Dio» solca il sentiero, mentre coglie nel suo Maestro la Visione dello Spirito. Chi può descrivere una simile Visione se non chi la ebbe e chi potrebbe parlarne con autorità se non un Maestro? E, da quando i Maestri di Saggezza mossero i loro passi fra gli uomini come Buddha, Krishna, Cristo, ci hanno fatto vedere, con la Loro vita, ciò che tale Visione deve essere. In questa Visione dello Spirito i Molti sono Uno.
«In questo universo, Egli, Unico, va e viene; Egli è come il fuoco o pervade l'acqua; Lui soltanto conoscendo, si supera la morte, né altro sentiero vi è al di fuori di Lui.»
Per l'Anima, che in questo modo ha finito di salire, ogni Anima non è «uno spirito che opera, non quello che era, ma quello che diviene». Non vi sono né alti né bassi nella vita, poiché in ogni cosa egli scorge il raggio dell'Unica Fiamma Divina. Tanto attraverso il più basso come attraverso il più alto «Dio si piega così da permetterei, con la Sua Luce, di elevar ci» . La vita così diviene un sacramento ed egli ne è il celebrante; con pensieri di amore e con atti di bontà egli celebra e si unisce con Dio e Dio si unisce con l'uomo. L'uomo allora rinuncia alla volontà di vivere e, in questo modo, attua la meta: «rinunziando al Sé, l'universo diviene il suo lo» Tuttavia, apprende che questo «lo» non è che un debole raggio della gran Luce. Da allora; egli vive soltanto allo scopo che uno più Grande di lui possa vivere per suo mezzo, amare per suo mezzo, agire per suo mezzo. Ovunque egli possa trovarsi, in cielo o all'inferno, dove la sua opera viene richiesta, il suo cuore bisbiglierà:
«Colui io conosco, l'Uomo Possente, che qual sole risplende, al di là delle tenebre. Soltanto Colui conoscendo, la morte si vince, né altro sentiero alla salvezza conduce».

22/08/14

La visione dell'intuizione | JINARAJADASA

......................purificata e resa impersonale nell'intelletto, albeggia la Visione dell'Intuizione.[qui]

LA VISIONE DELL'INTUIZIONE
«Prima che gli occhi possano vedere, devono essere incapaci di lacrime. Prima che le orecchie possano udire, devono perdere la loro sensibilità»
dice La Luce sul Sentiero; tutte le anime, che sono giunte a questo stadio, hanno appreso l'amara lezione che soltanto con la rinuncia s'incomincia effettivamente a vivere. Hanno però pure constatato, per propria esperienza, che quello che una volta appariva morte non è altro che una «contrizione della vita». Hanno scoperto finalmente il significato della vita: l'uomo è un figlio di Dio, che nasce per essere un collaboratore di suo Padre. Ad un tale uomo è noto che la finalità dei suoi pensieri e sentimenti consiste nell'azione a vantaggio del prossimo e che quest'azione deve essere priva di desideri e senza ricerca di ricompensa, ma colma di uno spirito di riconoscente sacrificio. L'uomo ormai possiede, in questa fase, la facoltà dell'intuizione, che trascende tanto la ragione quanto l'emozione, pur confermando il ragionamento. Egli vede e percepisce La Vita Unica.

Tutto quello che unisce lo attrae; e se è del tipo intellettuale, amerà fare delle sintesi scientifiche e filosofiche, mentre se è del tipo emozionale, si dedicherà all'arte ed alla filantropia. Gradualmente, per un tale uomo, i Molti diventano Uno! La scienza gli narra dell'unità della natura, la filosofia gli dice che l'uomo è una coscienza che si crea il suo mondo, l'arte gli rivela la bellezza e giovinezza di tutte le cose, la religione gli bisbiglia al cuore l'Amore per tutte le cose! Egli simpatizza con tutto e la sua volontà è sempre al loro servizio. Il tempo ormai non è più lontano quando per lui sorgerà l'alba della Visione dello Spirito. Ma, per condurlo a quel punto, occorre che nuovamente l'insoddisfazione ve lo spinga.

Tale insoddisfazione non è di carattere personale; la triste maturazione di dolori per il male operato è ormai superata e «soltanto i tormenti altrui proiettano la loro ombra su di me». Non è dovuta alla percezione della mutabilità delle cose, poiché fuori di ogni dubbio egli conosce la sua immortalità e, per quanto tutto cambi, egli percepisce quello che mai non muta. Tuttavia, per scalare l'ultima vetta, l'insoddisfazione sempre l'opprime. In questa fase egli diviene un Creatore. Con l'intuizione che lo guida, egli crea nei campi di attività nei quali si esercitò nelle vite passate, come poeta, artista, statista, santo o scienziato; diviene cioè un grande genio del mondo. Tuttavia, per quanto le sue creazioni sembrino per tutti un miracolo, per lui soltanto sono parzialmente vere e parzialmente perfette, poiché egli percepisce l'Ideale, cerca di tradurlo in realtà per gli uomini e perciò, egli più di ogni altro, scorge le sue manchevolezze.

Mentre così cresce, una vita dopo l'altra, quale scienziato o poeta, artista o santo, gradualmente si trasforma in un nuovo tipo d'uomo, che «vede con occhi diversi dai nostri»; riconquistata l'integrità del suo cuore e l'innocenza delle sue mani diviene come un «piccolo bambino» dalla «pietà illuminato», diviene il novello Parsifal, il «puro folle» e riceve la sua eredità.

21/08/14

La visione delle emozioni | JINARAJADASA

..........In questo modo incomincia ad albeggiare per lui la Visione dell'Intuizione.[qui]

LA VISIONE DELLE EMOZIONI 
Descrivendo il trapasso dalla prima alla seconda fase, dissi che nel mondo vi sono due tipi principali di anime: quelle che passano dalla visione del sé separato alla visione della mente e quelle che si evolvono lungo un sentiero parallelo, passando dalle emozioni all'intuizione. Abbiamo visto come le anime vengono allenate per mezzo dell' intelletto a superare il sé; ora vedremo come lo stesso risultato può essere raggiunto da coloro in cui le emozioni predominano sulla mente. Come i tipi intellettuali manifestavano, nella prima fase, un marcato sviluppo dell'intelligenza di specie bassa, così pure troviamo che le anime che ora esaminiamo, nella stessa fase iniziale, manifestano una grande sensibilità.

Non si può dire che questa sensibilità sia raffinata o altruistica, poiché in gran parte sarà lussuria e gelosia, con qualche traccia di emozione religiosa. Il carattere di questo tipo sarà facilmente agitato dalle emozioni e questa caratteristica dell'anima dovrà essere elaborata per renderla capace di passare alla fase successiva. Seguendo il suo impulso emozionale ed egoistico, quest'Anima cercherà di rendere, le anime più deboli, schiave dei suoi desideri. La passione ed il senso di possesso, però, la legheranno alle anime di coloro che servono alle sue brame, una vita dopo l'altra, fino a quando percepirà che queste sono necessarie alla sua vita emotiva e che non ne può fare a meno a volontà.

Gradualmente, le sue passioni impure si trasformeranno in effetti più puri, ma egli sarà sempre nuovamente portato in rapporto con coloro verso i quali, già altre volte, le sue emozioni impulsivamente lo spinsero. Il male, però, che egli fece loro nel passato, ora getterà un velo sui loro occhi, rendendoli indifferenti nei suoi riguardi. Egli li amerà e si sacrificherà per loro, allo scopo di espiare i mali passati, con servizi, ma riceverà in cambio soltanto ingratitudine. Quando cercherà di spezzare il vincolo che lo unisce agli altri, constaterà che non può farlo! Maledirà l'amore, soltanto per ritornare sempre di nuovo all'altare dell' amore, con le sue offerte. La vita sarà piena di disappunti e di disperazione per lui e, nei momenti più sereni, riconoscerà, malgrado le sofferenze, che la sua vita emotiva gradualmente aprì a lui un nuovo senso. Incomincerà ad afferrare, qua e là, degli sprazzi di una giovinezza immortale in tutte le cose ed il mondo, che sembrava orrido e decrepito, gli apparirà sotto l'impressione emotiva, come egli lo conobbe prima che per lui divenisse una tragedia.

Una vita dopo l'altra passa, nutrita dagli amori transitori, facendo crescere questo senso, trasformandolo infine in un senso di meraviglia. La natura, in seguito, gli rivela in tutte le cose della vita nuovi valori, di cui il significato egli non potrà più dimenticare. Quando l'amore scuote il suo essere, ogni filo d'erba ed ogni foglia e fiore acquistano per lui un nuovo significato; egli scorge ora la bellezza dove prima non la vedeva affatto. Vede tutto bello intorno a sé: un volto umano, un fiore, un tramonto, una melodia, e tutto ciò lo ricollega in un modo misterioso con tutti coloro che amò; ed il mondo cessa per lui di essere una pagina bianca. Accade che questo senso di stupore è intermittente, e vi sono dei periodi in cui il mondo sembra avvolto come in un velo; però il velo è di propria creazione e si deve strapparlo se si vuole raggiungere la Visione dell 'Intuizione.

Ancora un volta scende, nella vita di quell'essere, lo sconforto - sconforto dovuto al fatto che l'amore stesso è transitorio. Coloro che egli ama e da cui è corrisposto, gli vengono tolti, proprio quando la vita sembra fiorire per lui; gli amici che egli idealizza scuoteranno questo ideale, che egli con tanto amore formò. Per quanto crudele ciò possa sembrare, non è che la mietitura di quello che egli stesso una volta seminò. Però, questa maturazione ha un significato preciso. Egli amava fino ad ora non l'Amore, ma le sue ombre, non l'Ideale che è imperituro, ma le sue riproduzioni, che subiscono il decadimento. D'ora innanzi il carattere deve consolidarsi, per non oscillare dall'entusiasmo alla depressione, né egli deve accontentarsi di un vago misticismo che lo fa godere dei suoi sentimenti, piuttosto che sondare le cause che lo determinano.

In questo modo, egli consegue l'inevitabile purificazione per mezzo della sofferenza; le scorie del sé vengono bruciate, affinché non rimanga che l'oro del desiderio divino. Allora soltanto scopre i veri sentimenti, che sono quelli che contengono lo spirito di sacrificio. Per quest'Anima, purificata nel desiderio e per quella purificata e resa impersonale nell'intelletto, albeggia la Visione dell'Intuizione.
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