Il-Trafiletto
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17/10/14

Il giudice si dimette dalla magistratura | Presiedeva il collegio nel caso Ruby

Non era mai accaduto prima. Con un gesto unico nella storia giudiziaria, un giudice si dimette e si toglie la toga per protesta che svela il suo dissenso all'assoluzione dell'imputato nel caso Ruby




Enrico Tranfa, il presidente del collegio della Corte d’Appello di Milano nel processo Ruby, si è tolto la toga e si è dimesso non dal collegio, non dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Milano che presiede: dopo 39 anni in toga, ha scelto di andare in pensione con 15 mesi di anticipo sul previsto. Un gesto di protesta muto, non accompagnato da alcuna spiegazione formale al Csm e agli uffici giudiziari, ha firmato le 330 pagine della motivazioni della sentenza d’appello Berlusconi-Ruby, che assolve l’ex presidente, si è tolto la toga e si è dimesso.

Ruby
Il confronto con i colleghi Ketty Locurto e Alberto Puccinelli, componenti della camera di consiglio che 18 luglio scorso ha assolto l'ex presidente, sembra avere raggiunto per Tranfa livelli che deve aver giudicato incompatibili finanche con la possibilità di continuare ad amministrare la giustizia, a pronunciare sentenze e a celebrare processi a imputati comuni usando lo stesso metro di valutazione e il medesimo standard probatorio utilizzati per analizzare le prove a favore o contro l’ex premier, e per infine assolverlo.


05/01/14

"Restituisco irrevocabilmente il mio incarico al presidente Letta" e un viceministro si dimette per un "Fassina chi?"

E di nuovo l'Italia in balia dell'importanza personale di chi ci dovrebbe governare. Un viceministro si dimette per un "Ma chi è?". E quanta perfidia in quete due parole per offendere ed ignorare un compagno di partito? Ma questi politici se li armassero ci porterebbero ad una guerra civile per il proprio orgoglio! altro che destra o sinistra, questi sono tutti di centro ..egocentro.

Fassina chi? Così Matteo Renzi ha interrotto la domanda di un giornalista che gli stava chiedendo: "So che è allergico al termine rimpasto, ma Fassina...". Renzi lo ha guardato sorridendo ribattendo "chi?" Fassina si dimette: "Lascio dopo le parole di Renzi".
Il viceministro dell'Economia Stefano Fassina ha presentato al premier Enrico Letta le proprie "dimissioni irrevocabili", secondo quanto ha riferito all'ANSA. "Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c'è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un'altra posizione". Così Fassina spiega le sue dimissioni.
Fassina e Renzi

"È responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato - osserva Fassina, nel motivare le sue dimissioni dal governo - proporre uomini e donne sulla sua linea".

 Di conseguenza "restituisco irrevocabilmente il mio incarico al presidente Letta - aggiunge - Ringrazio il presidente Letta per la fiducia che mi ha concesso. Ringrazio anche il ministro Saccomanni per l'opportunità che mi ha dato per lavorare con lui. Ringrazio i colleghi, il viceministro Casero e i sottosegretari Giorgetti e Baretta per l'ottima intesa che abbiamo avuto. Continuerò - conclude Fassina - a dare il mio contributo al governo Letta dai banchi della Camera"                                    fonte ANSA

19/11/13

Ministero del ridicolo

Non è un ministro qualunque il ministro della giustizia. Per quella telefonata e quelle frequentazioni  le dimissioni sarebbero state doverose ben prima che qualcuno sollevasse polemiche.
Paura di far cadere il governo? Pazienza: un governo ostaggio di queste cose non è un buon governo, non si può buttare tutto in politica.
Sta sempre per dimettersi e non si dimette mai, la ministra Cancellieri mi ricorda precedenti ministri con il fondo schiena incollato alla poltrona a dispetto di valori minimi quali: dignità, buon senso e decenza. Uno dei più spassosi fu Scajola che non sapeva chi gli aveva pagato casa.
Dovremmo avere un ministero in più: il ministero del ridicolo.
Si è difesa come una tigre, come se non avesse fatto proprio niente di strano: roba da domandarsi se ci sta con la testa: ma si renderà conto?
Non saprei se mi sembra più grave ciò che ha fatto (telefonate) o la pretesa di convincerci che ha fatto bene, forse entrambe le cose.

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