20/08/14

Continuerà a non vedere quanto poco comprende il mondo | JINARAJADASA

.......Esaminiamo dapprima quelle anime la cui l'Evoluzione avviene tramite l'intelletto.[qui]


LA VISIONE DELLA MENTE

Scopriremo che la maggior parte dell'intelligenza di queste anime è stata sviluppata nella prima fase, per mezzo dell'egoismo, che le rese solerti ed astute per cogliere le opportunità di soddisfare le loro esigenze. Tale intelligenza viene impiegata dalle invisibili Guide dell 'Evoluzione, ponendo l'anima nelle circostanze in cui l'astuzia animale possa svilupparsi nel vero intelletto. Il bene ed il male passati, seminati da quest'anima, saranno ricompensati in modo da conferirle delle occupazioni ed interessi, in cui dovrà pensare a delle cose intorno a sé, indipendentemente dai loro rapporti con essa.

Anziché valutare le esperienze in termini di vantaggi personali, incomincerà a raggrupparle in tipi e categorie e, in questo modo, gradualmente incomincerà a intravedere un ordine materiale e morale nel cosmo, più potente della sua volontà. Ogni nuova legge della natura, quando viene intravista dall'anima, viene temuta, poiché questa legge sembra esistere soltanto per ostacolarla. Raccogliendo però una maggiore esperienza del suo modo di procedere, incomincerà a fidarsi delle leggi e, quindi, ad usarle per raggiungere i suoi scopi. L'amore di apprendimento apparirà e per lei la natura non sarà più una pagina bianca; cesserà d'essere un paio di occhiali dietro ai quali non vi è l'occhio per vedere.

A questo punto, constatiamo che l'egoismo altera ancora i giudizi della sua mente. L'individuo sarà un dottrinario, un pedante combattivo e pieno di pregiudizi, poiché tutto il suo intelletto e il suo carattere dimostreranno una marcata debolezza e spesso proporrà dei principi di condotta, che non sarà in grado neppure di applicare a sé stesso. Continuerà a non vedere quanto poco comprende il mondo, poiché il mondo non è che una manifestazione della vita, che è più della mente e, chi la comprende soltanto con la mente, non la comprende affatto. L'eccesso di intelletto diviene un difetto di intelligenza, poiché l'uomo in tale caso osserva tutte le cose come attraverso un vetro colorato.

Passano molte vite prima che, gradualmente, raccolga esperienze per mezzo della mente e prima che le assimili formandosi un concetto chiaro della vita. Ora però incomincerà a prendere parte attiva nel mondo della vita intellettuale e, quando sarà sulla soglia della fase successiva, lo troveremo quale lavoratore nel campo della scienza, della filosofia e della letteratura. Il suo intelletto, però, ha ancora troppi pregiudizi personali e perciò deve rendersi impersonale e puro, prima che la visione successiva, quella dell 'intuizione, possa aprirsi. Ancora una volta, troveremo che nella sua vita entrerà l'insoddisfazione. Le strutture che aveva costruito con tanto travaglio, risultato di lunghi anni di lavoro, crollano ad una ad una, poiché la natura rivela sempre nuovi fatti per dimostrare, al mondo, che le sue generalizzazioni erano soltanto in parte vere.

Il mondo, per il quale tanto operò, un giorno lo dimenticherà e lavoratori nuovi riceveranno gli onori che a lui sarebbero dovuti; sarà incompreso dai suoi più cari amici. Questa sofferenza porta, con l'espiazione, presto o tardi un'elevata purificazione. Alla fine, l'anima apprende la grande lezione di dover operare per l'amore dell'opera e non per i frutti dell'azione. Ora conosce la gioia della dedizione altruistica di sé stesso nella ricerca della verità. È uno studioso delle filosofie, ma schiavo di nessuna; ora finalmente egli osserva la natura come «essa è» e, con una mente perfettamente impersonale, risolve i suoi misteri uno ad uno. In questo modo incomincia ad albeggiare per lui la Visione dell'Intuizione.

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