10/12/13

Il profumo…ad ognuno il suo.

Sentite come si esprimeva “Romeo” riguardo al profumo: "Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome profumerebbe altrettanto dolcemente". Fondamentalmente con ogni probabilità ciascuno di noi riuscirebbe ad avvertire un profumo differente, stando a quanto affermano i ricercatori del Monell Center di Philadelphia, che durante uno studio, che è stato pubblicato su Nature Neuroscience, evidenziano come fino al 30% dei recettori dell’olfatto umano, si differenziano tra due diversi individui. Il risultato? La libertà di percepire gli odori in maniera leggermente diversa gli uni dagli altri.

Gli esseri umani possiedono circa 400 tipi di sensori specializzati, meglio conosciuti come proteine recettori olfattive, che fanno si di farci rilevare una enorme varietà di odori. “Capire come questo enorme gruppo di recettori codifica gli odori è un compito impegnativo”, ha commentato l’autore dello studio, Joel Mainland: “I pattern di attivazione di questi 400 sensori codificano sia l’intensità che la qualità di un odore, tutto questo ripetuto per le decine di migliaia di diversi odori che rappresentano tutto quello che annusiamo. Tutt’ora non siamo in grado di sapere e capire come questi pattern siano trasformati in un segnale che il nostro cervello percepisce come un odore”.

olfatto
Ricettori olfattivi
A rendere più complessa la situazione si aggiunge il fatto che la sequenza di amminoacidi alla base del processo può variare leggermente per ognuna delle 400 proteine, facendo sì che ci possano essere più varianti per ciascuno dei recettori. Ogni variante reagisce agli odori in modo lievemente diverso, e ogni individuo ha una combinazione di recettori unica.

Per comprendere meglio il fenomeno e come questo influenzi la percezione olfattiva umana, Mainland e i suoi colleghi hanno eseguito una serie di analisi per misurare come i singoli recettori e gli individui rispondano agli odori, e hanno compiuto significativi passi avanti nel comprendere come l’intensità, la gradevolezza e la qualità delle molecole olfattive siano codificati.

Nel loro esperimento, i ricercatori hanno clonato 511 varianti di recettori olfattivi umani e li hanno inseriti in cellule ospiti, facilmente coltivabili in laboratorio. Successivamente, hanno misurato come ogni variante dei recettori reagisse a un gruppo composto da 73 diverse molecole odorose, identificando 28 varianti che rispondevano ad almeno una di esse. Gli scienziati hanno anche esaminato il dna di 16 geni dei recettori olfattivi, scoprendo una notevole variabilità tra di essi. Infine, usando alcuni sofisticati modelli matematici, i ricercatori hanno potuto stabilire che i recettori di due diversi individui differiscono di almeno il 30% (ossia presi due individui a caso, 140 dei loro 400 recettori reagiranno in modo diverso agli odori).
“Lo scopo finale è di capire come i recettori codifichino le molecole degli odori abbastanza bene da poter creare ogni odore che vogliamo direttamente manipolando i recettori” ha aggiunti Mainland, “e questo ci permetterebbe di digitalizzare l’olfatto”.
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